Com’è umano lui! (2024). La conferenza stampa del film Rai Fiction

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Il 16 maggio 2024 si è tenuta alle ore 12:00, presso la Sala Sergio Zavoli Rai, Viale Mazzini 14 – Roma, la conferenza stampa del film Tv “Com’è umano lui!”, incentrato sul racconto di Paolo Villaggio, colui che ha rivoluzionato il modo di concepire la commedia in Italia attraverso le sue macchiette e, soprattutto, i suoi film su Fantozzi. Alla conferenza stampa hanno partecipato: Anouk Andaloro – Capostruttura Rai Fiction, Sergio Giussani – Produttore Oceans Productions, Luca Manfredi – Regista Elisabetta, e Piero Villaggio – Collaborazione alla sceneggiatura e gli attori Enzo Paci e Camilla Semino Favro.

Ecco alcune dichiarazioni rilasciate durante la conferenza stampa:

Anouk Andaloro – Capostruttura Rai Fiction

Nella nostra galleria di personaggi raccontati dalla Rai mancava un attore e autore eclettico come Paolo Villaggio. Era indispensabile includerlo, specialmente in questo periodo di celebrazioni della Rai. Villaggio ha iniziato la sua carriera prima in radio e poi in televisione con “Il Sabato del Villaggio,” entrando così in modo forte e decisivo nelle case degli italiani e nei cuori di tutti noi. Chi di noi non ha visto, sorriso o riso alle famose maschere che Paolo ci ha offerto? Credo sia una straordinaria occasione e giusto che la Rai lo celebri.
Quando Luca Manfredi, regista e autore, ha presentato il progetto a Rai Fiction, avevamo pochi dubbi. Inoltre, abbiamo avuto la fortuna di lavorare con i figli di Paolo, che hanno dato un grande apporto al racconto. Abbiamo scelto una chiave di lettura molto particolare. Partiamo con un saluto a Genova, raccontando le radici di Paolo e la sua amicizia con De André, di cui è stato anche autore. Poi, esploriamo l’incontro con un personaggio fondamentale come la moglie di Villaggio, che ha accompagnato e spinto questo grande artista, esaltandone il talento. Infine, arriveremo al suo arrivo a Roma e alla presentazione del suo personaggio più famoso: Fantozzi

Sergio Giussani – Produttore Oceans Productions

Questo progetto nasce come seguito di una mia serie di biografie. Avevo appena terminato quella su Alberto Sordi e abbiamo avuto l’occasione di incontrare la famiglia Fantozzi, che è venuta a vedere il nostro film. Parlando, ci siamo chiesti perché non raccontare anche Paolo Villaggio? Con Fantozzi è rimasto nell’immaginario collettivo, ma volevo raccontare l’uomo Villaggio, non la macchietta. Nessuno conosce chi era davvero Paolo Villaggio; conosciamo solo i suoi personaggi. Ma chi era lui nella vita? Quali difficoltà ha affrontato per arrivare dove è arrivato?
Un po’ come abbiamo raccontato Alberto Sordi, che si era messo in testa di fare l’attore e ha fatto di tutto per riuscirci, così volevamo raccontare Paolo Villaggio nel suo ambiente familiare. In famiglia nessuno voleva che diventasse attore, veniva contrastato in tutto. Solo l’incontro con la sua amata lo ha spinto a prendere quelle iniziative che altrimenti non avrebbe mai intrapreso. Così ha dovuto confrontarsi con la famiglia, dichiarando di preferire un lavoro incerto piuttosto che la sicurezza di un posto fisso.

Luca Manfredi – Regista

Negli ultimi anni mi sono molto appassionato ai film biografici sui grandi personaggi. Credo che questi film siano molto interessanti perché mostrano al grande pubblico non solo il personaggio pubblico che tutti conosciamo, ma anche l’uomo privato, con i suoi aspetti più intimi e le difficoltà affrontate per ottenere il successo. Per fare questo, però, è fondamentale trovare l’interprete giusto, che è la cosa più difficile. Dopo mesi di ricerche, abbiamo trovato Enzo Paci. Cercavo un attore della scuola genovese, una scuola che ha dato i natali a straordinari artisti nella recitazione e nella musica. Enzo ha studiato la comicità di Villaggio fin da ragazzo, assimilando e metabolizzando il suo stile come nessun altro avrebbe saputo fare così bene. Naturalmente, gli ho chiesto di dimagrire una decina di chili e abbiamo cambiato il suo aspetto con trucco e parrucco, ma l’anima vera di Villaggio l’ha data lui, con la sua interpretazione.
Enzo in Paci in Com’è umano Lui!
Enzo in Paci in Com’è umano Lui!

Enzo Paci

Interpretare un personaggio come Paolo Villaggio non è facile, dato che è diventato un mito nella storia del nostro paese e della Rai. È come scalare il K2: puoi provare, ma quando sei lì, devi puntare alla vetta, e se abbassi lo sguardo, possono sorgere tremiti e titubanze. Villaggio era un personaggio complesso, come tutti gli esseri umani, con una varietà di sfumature che mescolavano profonda fragilità e grandi atti di coraggio, specialmente in un momento particolare della sua vita, quando fare scelte coraggiose come rinunciare a un posto fisso era davvero significativo.
In un mondo borghese, si dimostrava un ribelle anticonformista, dotato di una genialità unica che però, in un ambiente non congeniale, lo faceva sembrare fuori luogo. I suoi genitori volevano che diventasse avvocato, ma lui, sebbene ribelle e anticonformista, era anche un letterato e un attore che ha portato un grande cambiamento nel modo di recitare. Molta dell’aggressività scenica odierna è dovuta a lui, che iniziò la sua carriera comica in un mondo educato dove la Rai, con le sue regole di bon ton, entrava nelle case degli italiani. Villaggio, invece, scuoteva il pubblico con un approccio teatrale molto diretto e provocatorio, quasi da bar. È l’inventore del politicamente scorretto in Italia, ma va distinto il politicamente scorretto dal cattivo gusto, e lui aveva compreso questa differenza già negli anni ’50.

Elisabetta Villaggio

La mamma è stata fondamentale. Va detto che nessuna delle due famiglie era contenta di questo rapporto. I miei nonni paterni volevano che mio padre smettesse di fare il buffone e si trovasse un lavoro borghese, soprattutto perché mia madre era rimasta incinta prima del matrimonio, creando scompiglio. Anche i miei nonni materni consigliavano a mia madre di trovarsi un uomo con un lavoro stabile, in grado di sostenere economicamente la famiglia. Ma mia madre rispondeva: “Voi non capite niente, vedrete che diventerà qualcuno”. Lei ha sempre creduto moltissimo in mio padre. Erano due persone molto diverse. A lui piaceva stare in mezzo alla gente, mentre lei preferiva andare a dormire presto ed era più solitaria.
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Stefano Del Giudice
Stefano Del Giudice

Laureatosi alla triennale di Scienze umanistiche per la comunicazione e formatosi presso un accademia di Filmmaker a Roma, nel 2014 ha fondato la community di cinema L'occhio del cineasta per poter discutere in uno spazio fertile come il web sull'arte che ha sempre amato: la settima arte.

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