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Blanca
Titolo originale: Blanca
Anno: 2021
Paese: Italia
Genere: drammatico, poliziesco, giallo
Casa di Produzione: Lux Vide, Rai Fiction
Distribuzione: Rai 1, Raiplay, Netflix
Ideatore: Francesco Arlanch, Mario Ruggeri, Luisa Cotta Ramosino, Lea Tafuri
Stagione: 1
Puntate: 6
Attori: Maria Chiara Giannetta, Giuseppe Zeno, Enzo Paci, Ugo Dighero, Pierpaolo Spollon
Blanca è quel che si suol dire una fiction Rai, prodotta appunto da Rai Fiction assieme a Lux Vide e tratta dai romanzi di Patrizia Rinaldi. Presentata in anteprima alla 78ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è andata in onda in prima serata su RAI 1 tra novembre e dicembre 2021, per essere poi distribuita anche da RAIplay e da Netflix. È già stato annunciato che i sei episodi della prima stagione avranno un seguito.
Trama di Blanca
Blanca Ferrando (Maria Chiara Giannetta) è una giovane ragazza, divenuta cieca all’età di dodici anni, che deve iniziare uno stage in un commissariato di Genova; qui fin da subito cerca di farsi spazio grazie al proprio intuito e a un udito particolarmente sviluppato. Nonostante incontri molte difficoltà, dovute soprattutto alla diffidenza del vicequestore Bacigalupo (Enzo Paci) nei suoi confronti, Bianca riesce a rendersi utile nella risoluzione dei casi su cui la squadra indaga.
Mentre le vicende sentimentali la vedono divisa tra l’ispettore Liguori (Giuseppe Zeno) e il cuoco Nanni (Pierpaolo Spollon), il mistero riguardante la morte della propria sorella avvenuta molti anni prima torna a bussare alla sua porta.

Recensione di Blanca
Da un certo punto di vista, si può dire che la serie crime Blanca, non sia nulla di nuovo. Di fiction poliziesche a metà tra il dramma e la commedia è ormai da svariati anni piena la rete ammiraglia, dalla celebre Don Matteo alla recente e più cupa Rocco Schiavone, per nominarne solo due. Ebbene, come quest’ultima, Blanca è in realtà simbolo brillante di un cambiamento in atto, un rinnovamento, un avvicinamento al pubblico più giovane da anni tanto auspicato.
Il primo elemento “fresco” della serie è la protagonista stessa, che le dà il nome. Blanca Ferrando, interpretata da Maria Chiara Giannetta, è una giovane ragazza cieca, sempre accompagnata dal proprio cane, Linneo, che deve iniziare uno stage in un commissariato di Genova. La situazione non è idilliaca, lei incontra molte difficoltà e prese in giro, è continuamente sminuita e sottovalutata, ma mostra di essere abituata a questo genere di trattamento, non si lascia scoraggiare e ha sempre una risposta pronta. Blanca è simpatica, sveglia e intraprendente, e dimostra presto di meritare il posto ottenuto grazie a una raccomandazione.

Come è prevedibile, infatti, la nostra protagonista, in seguito alla perdita della vista, ha affinato gli altri sensi, che utilizza quindi per risolvere le indagini. In particolar modo è l’udito la sua migliore risorsa, e diventa anche chiave caratterizzante della serie, informandola. Quando la messa in scena cerca di riprodurre il punto di vista di Blanca, infatti, lo fa in un modo nuovo, intelligente: ci viene mostrato ciò che lei immagina toccando il viso del collega Liguori, la sua ricostruzione degli spazi mediante i suoni, la sua percezione quando le sue capacità vacillano, o la vediamo immersa in un ambiente completamente buio, ancora da formare.
La cecità stessa, dunque, informa la serie, la caratterizza, diventandone in qualche modo l’elemento caratterizzante. Nonostante questo handicap, però, la regia e la scrittura non prendono mai nei confronti di questa personaggia le strade che risulterebbero più semplici: né quella di trattarla come un essere fragile perennemente in difficoltà e bisognoso di aiuto, né, all’opposto quella di renderla una supereroina alla Daredevil. Blanca è credibile, forte ma fallibile, autonoma e mai posta come oggetto di pena altrui.

A livello formale, altri due elementi mostrano la volontà di creare un prodotto in linea con i tempi. Uno è la fotografia, che assimila la lezione della trilogia Smetto quando voglio, rendendo i colori molto sgargianti (anche se non raggiunge mai l’effetto estremo e psichedelico di questi film), coerentemente con il modo di vestire della protagonista. Il secondo elemento è l’uso dello split screen, per mostrare eventi che accadono nello stesso momento, o diversi punti di vista oppure anche solo per movimentare il modo del racconto.
In ultima, l’ambientazione: tutti gli episodi sono ambientati a Genova, che diventa quasi un personaggio al pari dei colleghi di Blanca. Ciò è in linea con le altre serie investigative di matrice Rai degli ultimi anni, i quali stanno spostando il focus dalla classica Roma, dove probabilmente è più semplice produrre data la presenza di Cinecittà e dei vari studi e set, ma che ormai non ha più molto di nuovo da dare. Gli esempi sono ormai numerosi, dalla Torino di Non uccidere alla Bologna di Coliandro, dalle montagne di Schiavone alla Matera di Imma Tataranni. Genova è dunque la nuova meta del tour che ci propone la fiction italiana, per la gioia delle produzioni locali e di chi si occupa di turismo nel Bel Paese.

Considerazioni finali
Blanca è un ottimo prodotto, che riesce a trovare un efficace equilibrio tra vecchio e nuovo, tra ciò che è già conosciuto da buona parte del pubblico che va a incontrare venendo trasmesso dalla Rai e ciò che invece può attrarre un nuovo segmento che su questo canale non è abituato a passare molto tempo. Forse non è perfetto, forse non è rivoluzionario, ma è sicuramente utile a tracciare una via da seguire per una certa serialità italiana che non sia quella “pregiata” dei prodotti originali di Sky.
Note positive
- L’efficace equilibrio tra vecchio e nuovo
- Il trattamento della protagonista
- La cecità come tratto caratterizzante
- Le caratteristiche tecniche
Note negative