Dopo Natale in Casa Cupiello e Sabato, Domenica e Lunedì il progetto Rai “Collection De Filippo” continua con Filumena Marturano, la commedia scritta per la sorella Titina che testimonia lo straordinario rapporto umano ed artistico tra i due fratelli.
Francesco, lei che è nativo della provincia di Cuneo, come si è approcciato a questo classico partenopeo?
Francesco Amato (regista): È stata una proposta che ho ricevuto e che ho accettato con piacere. non ho avuto dubbi sul cast, qualche anno fa dovevo trovare gli attori per una fiction che va avanti da molti anni e mi sono trovato nuovamente a scegliere la coppia di protagonisti di Filumena Marturano ed ho scelto, in accordo con Picomedia e Rai, degli attori formidabili e anche degli amici. Quandi la lavorazione è stata molto facile da questo punto di vista… abbiamo non soltanto la commedia originale ma con Filippo Gilli e Massimo Gaudioso abbiamo lavorato su un’adattamento che Eduardo stesso fece della sua commedia nel 1951, proprio per scorporare l’interpretazione teatrale di questa storia e cercare invece di intercettare un lingua cinematografico, televisivo e che in qualche modo tenesse conto della possibilità, che è insita nel testo di questa storia, di trovare degli elementi di contemporaneità e l’abbiamo trovata facendo riferimento a tutto quell’immaginario che sta attorno a Filumena e Soriano e che riguarda la loro storia d’amore, entro un rapporto di dipendenza sentimentale. Siamo parti da un testo originale Eduardiano ma non da quello della commedia tradizionale e dall’idea che questi due personaggi fossero legati da una dipendenza affettiva.

Al di là della dipendenza affettiva che è presenta tra i personaggi quanto avete lavorato anche riguardo alla tenerezza di questo rapporto? O sulla solitudine presente sia in Filumena che in Soriano.
Vanessa Scalera (attrice): Abbiamo lavorato proprio su questo aspetto, o meglio sul perdono. Se inizi a perdonarti a tarda età, cioè a quarantotto anni, l’età di Filumena, però il perdono porta la tenerezza. Perdonare prima di tutto sé stessi, perché sono due esseri umani che hanno fallito per buona parte della loro vita, in un rapporto di coppia sul non detto, un rapporto di coppia a tratti anche aggressivo. Li troviamo nella loro fase discendente teneri, perdonandosi a vicenda. Riguardo invece alla messa in scena, noi proveniamo da un percorso teatrale, e abbiamo iniziato a prepararsi settimane prime con Francesco dentro a delle stanze, così quando siamo andati sul set sapevamo esattamente come muoversi nello spazio.
Domenico Gallo (attore): Volevamo raccontare le fragilità di questi due personaggi, perché scavano nel testo abbiamo trovato tantissimi significati e cose di grandissima attualità, come la fragilità dell’essere umano, il sentirsi e l’essere falliti. In Soriano incorre un mondo infantile, forse un periodo troppo lungo e che lo rende curioso agli occhi degli altri. Filumena è un personaggio straordinario, di una modernità incredibile, e pensare che Eduardo l’abbia scritto e descritto il femminile in questo modo è tanta roba.
Francesco Amato (regista): Come ha detto Vanessa ci siamo preparati moltissimo, l’ultima settimana di prova l’abbiamo fatta dentro la location con i costumi d’epoca. Tutta questa preparazione ci ha permesso di affrontare le scene con la serietà di sapere cosa dovevamo fare, ma anche con la possibilità di cogliere l’emozioni che scorreva in quel momento e, chiaramente la matrice teatrale rendeva le scene estremamente lunghe, permettendoci di viverle nel medesimo tempo in cui avvenivano, dandoci anche una libertà di modificare, dando vita anche a varie discussioni come sul finale.
Filumena è ovviamente un ruolo iconico, segnato da grandi attrici, che cosa ha provato e come lo ha affrontato?
Vanessa Scalera (attrice): L’aspettativa che ci sarà, io che mi confronto con un ruolo straordinario ed enorme e interpretato dalle più grandi attrici italiane, quando me lo hanno chiesto ho provato la paura, poi la felicità. Il confronto con il regista mi ha aiutato, spingendomi a dimenticare (se possibile) gli attori del passato come la Loren e mettendo in campo le mie caratteristiche da attrice. Questo sarà un ruolo che verrà interpretato anche dalle giovanissimi attrici d’oggi e io spero di essere una Filumena possibile e non irreale.
Cosa rende questo testo così attuale?
Francesco Amato (regista): Noi abbiamo gestito l’aspettativa molto bene, grazie a un dinamica di set basata sull’amicizia e il non prendersi troppo sul serio, così abbiamo tenuto testa alla grandezza di questo testo, con il nostro tono da set, senza prendersi troppo sul serio. Noi siamo partiti già consapevoli della sconfitta nei confronti dei grandissimi Eduardo, De Sica, Loren, Mastroianni. Proprio perché siamo riusciti a scappare da quel modello abbiamo fatto una rivisitazione personale. L’attualità di questo testo è nella lettura di una semantica di relazione femminile e maschile di dipendenza e poi soprattutto è un testo un po’ anomalo, in questo testo, che dedicato alla sorella di Eduardo, la Famiglia non è solo rancorosa, ma impregnata di amore, Eduardo è molto generoso e questo per me è attuale. Filumena Marturano è un melodramma d’amore che si può collocare fuori dal tempo, apparendoci sempre attuale.