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Diabolik
Titolo originale: Diabolik
Anno: 2021
Paese: Italia
Genere: Azione, Thriller, Giallo, Poliziesco
Produzione: Mopracem, Rai Cinema, Astorina
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 133 min
Regia: Marco Manetti, Antonio Manetti
Sceneggiatura: Marco Manetti, Antonio Manetti, Michelangelo La Neve
Fotografia: Francesca Amitrano
Montaggio: Federico Maria Maneschi
Musiche: Pivio e Aldo De Scalzi
Attori: Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Vanessa Scalera, Serena Rossi, Claudia Gerini, Alessandro Roja, Antonino Iuorio, Francesca Nerozzi, Stefano Pesce, Guglielmo Favilla, Roberto Citran, John Sehil, Luca Di Giovanni, Lorenzo Pedrotti, Antonio Scarpa
Trama di Diabolik
A Clerville sono divenute ormai celeberrime le gesta del ladro e assassino Diabolik (Luca Marinelli), un vero e proprio spauracchio per tutte le famiglie ricche, le banche e persino altri ricchi criminali dello Stato. Dopo esser sfuggito per l’ennesima volta alle manette dell’ispettore Ginko (Valerio Mastandrea), il furfante si mette sulle tracce del preziosissimo Diamante Rosa, in possesso dell’elegante e misteriosa ereditiera Lady Eva Kant (Miriam Leone). Riuscitosi a infiltrare nella stanza d’albergo dove alloggia la Kant, Diabolik constata che il brillante posseduto dalla donna è falso; tuttavia, fra i due scocca immediatamente una scintilla che li porta a essere complici nelle avventure che, nella buona e nella cattiva sorte, li accomunano.

Recensione di Diabolik
Non amiamo la parola “sogno” perché fa pensare più a un colpo di fortuna inaspettato che a qualcosa che si è ottenuto attraverso la progettazione e il lavoro. Ma fare il film di Diabolik è la cosa più vicina al raggiungimento di un sogno per noi. Un sogno ottenuto negli anni attraverso, appunto, il lavoro, la pianificazione e la perseveranza. Ci ricordiamo adolescenti, aspiranti filmmaker, a discutere di come avremmo fatto il film di Diabolik. La strada che a noi sembrava ovvia, e che nessuno sembrava voler intraprendere, era la fedeltà alle suggestioni e ai temi offerti da questo straordinario e amato fumetto.
Manetti Bros
Adattamento cinematografico de “L’arresto di Diabolik” (e del remake del 2012), terzo albo dell’omonimo fumetto di Angela e Luciana Giussani, l’ultima fatica dei Manetti Bros, si apre con un inseguimento in cui il criminale in nero sgattaiola con l’iconica Jaguar E-Type fra auto della polizia che lo braccano, facendola franca ancora una volta proprio sotto al naso dell’ispettore Ginko grazie a uno dei suoi congegni segreti. La chiave di volta dell’intera pellicola, forse, risiede proprio in questa sequenza; al netto della splendida atmosfera crepuscolare evocata, le fasi più concitate mancano del mordente che, in determinati momenti, dovrebbe essere fisiologico.

La sopracitata formula trova applicazione per tutta la durata del lungometraggio: di fatto, se il lavoro scenografico in toto pare non presentare alcuna sbavatura, supportato da un lavoro di fotografia davvero notevole (talvolta quasi irreale, come d’altronde i luoghi dove si svolgono gli eventi), l’illusione del Re del Terrore smette di essere tale dal momento in cui ci viene presentato un tipo di recitazione particolare, artefatta(con la certa complicità delle battute assegnate ai personaggi), probabilmente dettata da un tentativo di emulare lo stile presente nelle tavole originali, in sé per sé. Purtroppo, però, tali dialoghi mal si adattano al grande schermo.

A proposito di ciò va sicuramente menzionato il commento sonoro, che risulta pertinente e che sì riesce a rendere il tutto più “fumettoso”, perlomeno nella filosofia di quest’ultimo; esso si sposa benissimo con l’ambientazione anni 60 messa in scena.
Parliamo dunque di un film che, nel complesso, resta un esperimento certamente interessante dal punto di vista estetico e stilistico, ma che non riesce a smarcarsi dall’opera di partenza (proprio data la sua natura di fumetto) con parte della tensione, che un personaggio come quello creato dalle sorelle Giussani richiederebbe giocoforza, che si disperde inevitabilmente nell’etere.
Note positive
- Lavoro certosino sulle scenografie e sulla fotografia
- Colonna sonora sempre calzante
Note negative
- Assenza di una reale tensione nelle situazioni
- Impostazione recitativa talvolta innaturale