Georges Méliès: La nascita del Montaggio

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Melies cineasta

Georges Méliès

Nazione: Francia

Epoca: 1861 – 1938

Georges Méliès

La tematica della metamorfosi nel cinematografo inizia con l’artigianale e geniale mago dei trucchi ed effetti speciali su pellicola Georges Méliès (Parigi, 1861-1938), considerato il pioniere del cinema fantastico e del cinema dell’orrore, oltre che l’inventore del primordiale montaggio. L’uomo fin da giovane si dedicò al teatro, in special modo al varietà in cui si esibivano i prestigiatori e gli illusionisti.

Nel 1888 divenne il proprietario del teatro denominato Robert-Houdin, dal nome del più grande illusionista e prestigiatore francese che era stato in precedenza il direttore di quello stabile. Quando Georges scoprì il cinematografo, in seguito il montaggio e i suoi primi e rudimentali effetti visivi, non poté far altro che mischiare il teatro e la magia con il cinema divenendo il secondo padre della settima arte dopo i fratelli Lumière. La sua scoperta e amore verso il cinematografo avviene immediatamente. L’illusionista francese era presente il 28 dicembre del 1895 alla prima proiezione cinematografica di Auguste e Louis Lumière presso il Salon indien du Grand Café sul Boulevard des Capucines. Méliès rimane così esterrefatto da quel apparecchio in grado di catturare la realtà in movimento, rispetto alla fissità della fotografia, che decide di acquistarlo.

Méliès, diventato prestigiatore per vocazione, quindi fabbricante di automi e infine regista, fuspettatore stupito della prima rappresentazione Lumière al Grand Cafè. Poche settimane dopo, Méliès acquistava dall’ottico londinese William Paul un proiettore e qualche bobina di pellicola vergine36. Girando successivamente all’aperto presso il palazzo dell’Opéra di Parigi succede la magia che farà cambiare le sorti del cinematografo avviandolo verso una nuova fase in cui il fantastico si unirà alla realtà: Méliès scoprirà casualmente il montaggio (dunque la possibilità di creare la metamorfosi). La storia dietro a questo avvenimento è racchiusa in un aneddoto non verificabile con certezza che possiede però un grande fascino per l’effetto di magia e stupore.

La tradizione racconta questo aneddoto: durante una ripresa in esterni, la macchina s’inceppò e poco dopo ripartì. Solo più tardi, durante lo sviluppo della pellicola, Méliès si sarebbe accorto che al posto di una carrozza appariva improvvisamente un carro funebre: era una vera e propria metamorfosi, un gioco di prestigio fatto non sul palcoscenico, ma sul mondo reale […]. L’aneddoto, vero o falso, è significativo perché sintetizza perfettamente il senso futuro del montaggio, che sarà magia di sparizione, apparizione, trasformazione, salto da un luogo all’altro, da un’epoca a un’altra: in altre parole, la metamorfosi

S. Bernardi, L’avventura del cinematografo. Storia di un’arte e di un linguaggio, Venezia, Marsilio Editori, 2007, p. 31-32

Nel 1896 decide di aprire la Star Film, la prima casa di produzione cinematografica della storia, iniziando a fare magie e trucchi grazie alla tecnica del montaggio. E’ di questo anno il primo cortometraggio, a noi giunto, in cui viene utilizzato l’effetto della sospensione della ripresa, dal titolo Escamotage d’une dame chez Robert-Houdin.

Nel suo studio cinematografico a Montreuil, uno dei primissimi teatri di posa, che aveva una superficie di 17 metri x66, che aveva i pregi di uno studio fotografico con illuminazione naturale grazie a un tetto a serra e con grandi palcoscenico teatrali e scenografie appositamente dipinte, attraverso scenografie appositamente dipinte secondo la tradizione delle esibizione di magia e musicale.

La triste fine del pioniere del cinema fantastico

La vita però non è stata buona con il cineasta che ha vissuto un periodo storico di grande fame artistica e di notorietà per poi vedersela svanire con l’avvento della prima guerra mondiale che ha portato il mondo in una dimensione maggiormente triste dove i suoi lavori non trovavano più spazio di esistere all’interno anche di un nuovo cinema che stringeva l’occhio a una maggiore narrazione filmica. L’inventore cinematografico con la Pathé film realizzo qualche lungometraggio di cinquanta minuti come Cenerentola o la scarpetta di vetro. Nel 1913 inizia la sua lenta discesa, abbandona la casa di distribuzione e non ha nulla per coprire il debito che possiede con tale società cinematografica, in secondo scoppia il caso della concorrenza cinematografica e di una nascente pirateria. Per pagare i suoi debiti l’uomo è costretto a vedere il suo secondo teatro di posa che divenne un teatro di varietà. Il tutto peggiorò ancor di più quando nel 1913 la sua prima moglie morì lasciandolo con i suoi due figli, così il cineasta decise per un periodo di abbandonare Parigi, visto che anche la sua ultima fonte di redditto come il Théâtre Robert-Houdin venne chiuso dalla guerra, e il suo ultimo studio cinematografico divenne un ospedale per i feriti francesi di guerra.

Il dramma continuo anche dopo la guerra in cui Georges Méliès fu costretto a vedere molti dei suoi film all’asta o vennero fusi per ricavarne l’argento, nonostante la tristezza del cineasta nel vedere le sue opere andare definitivamente distrutte sapeva di non poter fare altrimenti e che questo era il suo unico modo per pagare i debitori. Il suo cinema è giunto a oggi grazie a quella pirateria illegale di pellicole che tanto aveva criticato e che aveva causato la sua iniziale crisi economica.

La vita del regista migliorò inaspettatamente nel 1925 quando incontro la sua attrice Jehanne d’Alcy, la fata del teatro Houdin e di altre sue pellicole. Questa, la prima attrice femminile del cinema, aveva una boutique di giocatoli e dolciumi presso la stazione di Montparnasse di Parigi. I due si sposarono e Méliès, come vediamo anche nel film Hugo Cabret, che aiuto la nuova moglie divenendo un aggiustatore di giochi meccanici.

Solo nel 1924 grazie a un giornalista Lèon Druhot del Ciné-Journal si iniziò a riscoprire il cineasta e grazie a questa scrittore e i surrealisti che lo ritennero di grande importanza per il cinema gli venne organizzata una retrospettiva cinematografica nel 1931, quando ormai era già malato. Ricoveratosi nel 1932 in una casa di riposo per artisti morì di cancro nel 1938.

Estetica dei corti Georges Méliès

L’uomo nei suoi lavori riesci a sfruttare ottimamente le sue invenzioni e quei trucchi che erano già presenti sia nel mondo teatrale e della fotografia stessa che vengono riproposti dentro il cinema stesso, come i voli meccanici e le discese dal cielo oppure le sovrimpressioni d’immagini che in quell’epoca erano utilizzati per truffare gli uomini facendo apparire sulle foto dei fantasmi. Georges Méliès oltre quelli preesistenti creò nuovissimi trucchi come il famoso mascherino – contromascherino che unificava spazzi diversi, sdoppiava gli oggetti (inquadratura divisa in due parti, impressionando prima una e poi l’altra parte), altro trucco era l’arresto della ripresa, elemento alla base stessa del cinema, e dello scatto singolo che faceva muovere gli oggetti inanimati oppure lo spostamento della macchina da presa da davanti o dietro, tecnica per ingrandire o rimpicciolire gli oggetti. In L’homme à la tete en caoutchou con un carrello s’ingrandisce la testa e con un mascherino la testa viene impressa su una parte di pellicola rimasta nera.

Il suo lavoro più importante è Il viaggio nella luna: successione di 26 inquadrature fisse, costituite da messa in scena teatrale, mentre i personaggi si muovono con un ritmo gioioso con lo stile di un balletto. L’importanza di questo regista, oltre che nell’invenzione di nuove tecniche linguistiche del nuovo media cinema, sta nella capacità di comprendere che questo strumento non è solo un riproduttore fedele della realtà ma può narrare il cinema fantastico.

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