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Gioco pericoloso
Titolo originale: Gioco pericoloso
Anno: 2025
Nazione: Italia
Genere: Thriller
Casa di produzione: Groenlandia, Vision Distribution, in collaborazione con Sky
Distribuzione italiana: Vision Distribution
Durata: 100 minuti
Regia: Lucio Pellegrini
Sceneggiatura: Lucio Pellegrini, Elisa Fuksas
Fotografia: Radek Ladczuk
Montaggio: Clelio Benevento
Musiche: Donato Dozzy
Attori: Adriano Giannini, Elodie, Eduardo Scarpetta, Elena Lietti, Tea Falco, Massimo Coppola, Iaia Forte, Stefano Abbati
Trailer “Gioco pericoloso”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
“Gioco pericoloso” è un film diretto da Lucio Pellegrini, co-scritto insieme a Elisa Fuksas e prodotto da Groenlandia, Vision Distribution in collaborazione con Sky. Il cast è composto da Adriano Giannini, Elodie, Eduardo Scarpetta, Elena Lietti, Tea Falco, Massimo Coppola, Iaia Forte e Stefano Abbati. Distribuita da Vision Distribution, la pellicola viene distribuita, nelle sale cinematografiche italiane, dal 13 marzo 2025.
Trama di “Gioco pericoloso”
La relazione di Giada, ballerina professionista, alle prese con la produzione del suo primo spettacolo da protagonista, e Carlo, scrittore in crisi alla ricerca di una nuova storia da raccontare, gode ancora di grande complicità e intimità, mentre ognuno dei due persegue con determinazione la propria carriera. L’incontro con Peter Drago, un giovane artista deciso ad affermarsi nel mondo dell’arte contemporanea, affascina Carlo che lo introduce in famiglia. Quando Giada vede Peter ha però una reazione inaspettata e cerca in ogni modo di allontanarlo dalla loro casa: lui potrebbe far riemergere qualche indicibile segreto del suo passato. Eppure, la verità trova sempre il modo di venire a galla.

Recensione di “Gioco pericoloso”
“Gioco pericoloso” presenta un triangolo relazionale che promette tensione, ma non riesce a mantenerla. La pellicola diretta da Lucio Pellegrini, con co-sceneggiatura di Elisa Fuksas, si rivela un’occasione mancata nel panorama del thriller psicologico italiano. Elodie, nei panni della ballerina Giada, appare forzata nel ruolo, non riuscendo a trasmettere la profondità emotiva necessaria per un personaggio che dovrebbe essere tormentato.
Al contrario, Adriano Giannini offre una performance credibile come Carlo, scrittore maturo in piena crisi creativa. La vera rivelazione è Eduardo Scarpetta nel ruolo dell’ambizioso artista Peter Drago, che riesce a infondere nel suo personaggio quell’ambiguità inquietante essenziale per la narrazione. La relazione tra Giada e Carlo viene mostrata con parsimonia di dialoghi, ma con una fisicità convincente – purtroppo, si comprende che siano una coppia principalmente durante le scene di intimità.
Questo approccio minimalista avrebbe potuto risultare efficace se supportato da una costruzione psicologica più robusta dei personaggi, che invece peccano di superficialità e poca incisività emotiva. La regia di Pellegrini si dimostra discontinua: a momenti di buona fattura si alternano sequenze meno riuscite. I problemi di continuità nel montaggio evidenziano una certa trascuratezza nella post-produzione.
Un thriller dalle potenzialità inespresse
Queste imperfezioni tecniche, unite ad una sceneggiatura banale e con colpi di scena telefonati, minano l’efficacia complessiva dell’opera. L’arrivo di Peter Drago funge da catalizzatore della narrazione, introducendo un elemento di tensione nel rapporto tra Giada e Carlo. Le azioni esagerate e un po’ macabre di Peter, motivate dalla sua ambizione, creano un crescendo che dovrebbe portare alla rivelazione di un oscuro segreto del passato.
Tuttavia, quando questo segreto viene finalmente svelato, le sue conseguenze restano poco chiare, lasciando lo spettatore con un senso di incompiutezza. Il finale, oscillante tra sogno o realtà, avrebbe potuto rappresentare un punto di forza se adeguatamente preparato. Invece, risulta più confuso che intrigante, lasciando irrisolte troppe questioni e non offrendo quella catarsi che ci si aspetterebbe da un thriller psicologico ben strutturato.
Nonostante le premesse interessanti e qualche buona interpretazione, il film non riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore. La mancanza di profondità psicologica dei personaggi, unita a una sceneggiatura prevedibile e a un finale nebuloso, rendono questa pellicola un thriller per niente avvincente e coinvolgente, come giustamente evidenziato.

In conclusione
La sensazione è quella di un’opera che avrebbe potuto osare di più, sia nella caratterizzazione dei personaggi che nella costruzione della tensione narrativa, elementi fondamentali per un genere che vive di atmosfere e di evoluzione psicologica dei protagonisti.
Note Positive
- Recitazione
Note Negative
- Regia spesso debole
- Sceneggiatura un pò banale
- Montaggio disattento