Girls will be girls (2024). Sessualità e cultura patriarcale in India – Lucca film festival 2024

Recensione, trama e cast del film Girls will be girls (2024), un racconto autentico sull'adolescenza e le sfide culturali legate alla sessualità.

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Trailer di “Girls will be girls”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Girls will be girls è un film del 2024 di produzione indo-francese, scritto e diretto da Shuchi Talati, per la prima volta alle prese con un lungometraggio. Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival di Utah, il 20 gennaio 2024, ottenendo il premio Audience Award nella categoria World Cinema – Dramatic, in Italia viene mostrato, per la prima volta, all’interno della rassegna cinematografica Lucca Film Festival 2024 nel concorso lungometraggi.

Trama di “Girls will be girls”

Talati ci porta nella sua India, lasciandoci entrare nella vita di Mira, una ragazza con ottimi voti e un rapporto complesso con la madre Anila. Gli impulsi sessuali tipici dell’adolescenza, trovano sfogo nell’incontro con Sri, un ragazzo della stessa scuola. Il desiderio di Mira verso Sri non fa che complicare ulteriormente il suo già precario rapporto con la madre.

Infatti Anila chiarisce subito un punto: lui non dovrà mai essere più di un amico.

Preeti Panigrahi e Kani Kusruti in Girls will be girls
Preeti Panigrahi e Kani Kusruti in Girls will be girls

Recensione di “Girls will be girls”

Il film non si concede alla retorica tipica del cinema adolescenziale. I dubbi e le insicurezze di Mira sono reali, così come lo sono i suoi primi passi nel mondo del sesso, con tutto l’imbarazzo e le insicurezze che ne conseguono. Uno stile che riesce a coniugare delicatezza e autenticità. Le pulsioni sessuali di Mira vengono osteggiate da una cultura patriarcale da una parte e dalla figura della madre dall’altra. Mira si scontra con una scuola che preferisce imporre un rigido dress-code alle ragazze piuttosto che educare i ragazzi al rispetto delle proprie compagne. Una società che colpevolizza la sessualità femminile e la riduce a mero strumento dell’appagamento maschile.

Dall’altra parte la madre di Mira, Anila, teme l’emancipazione sessuale della figlia. Ha paura che Mira vada incontro ai suoi stessi errori di gioventù, innamorandosi dell’uomo sbagliato. Accanto a Mira e Anila, abbiamo Sri, un personaggio ambiguo, che arriva nella vita della protagonista con intenzioni poco chiare. Entra nelle grazie di Anila e sembra riportare nella famiglia quella stabilità che la scarsa presenza del padre aveva fatto venire meno.

Criticità

Le sequenze ambientate a scuola sono forse quelle in cui il film mostra il suo lato meno riuscito, con vicende interessanti ma prive di quell’autenticità che trasuda il resto della pellicola. Il finale di Sri può sembrare un po’ brusco e – sebbene parzialmente giustificato dalla trama – non rende interamente giustizia al suo arco narrativo. Un personaggio con delle peculiarità interessanti, ma che non sfrutta a pieno il suo potenziale. Kesav Kiron propone un’interpretazione altalenante: rende bene i momenti di imbarazzo e ambiguità, ma nel complesso non è molto convincente e va per lo più a traino di una Kani Kusruti decisamente più in parte. Lo stesso vale per certi comprimari, compromessi da una scrittura poco profonda e una recitazione a tratti poco credibile.

Lato tecnico

L’inesperienza con il linguaggio del lungometraggio non impedisce alla regista di dirigere con un’ottima mano. La macchina da presa coglie dettagli interessanti per descrivere la reciproca scoperta dei corpi da parte dei personaggi.

Gli interni della casa sono dominati da tonalità scure, in contrasto con i colori più accesi con cui si vestono i personaggi. La casa di Mira appare quindi come una prigione che soffoca ogni suo desiderio di ribellione.

Preeti Panigrahi in Girls will be girls
Preeti Panigrahi in Girls will be girls

In conclusione

La crescita sentimentale di Mira è il fulcro di un’opera ben realizzata, che prende le distanze dagli stilemi ritriti del coming-of-age classico. Il rapporto conflittuale con la madre non scade nel retorico e porta ad un finale amaro e ampiamente interpretabile.

Un’opera prima che riesce a far parlare la macchina da presa e che attraverso la vita di una ragazza qualunque, offre un valido spaccato della società indiana.

Note positive

  • Regia e fotografia
  • Rapporto madre figlia
  • Spaccato di società indiana

Note negative

  • Recitazione
  • Scrittura di alcuni comprimari
  • Sequenze ambientate a scuola
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Federico Manghesi
Federico Manghesi