Il monello (1921): “Un film che fa ridere e, forse, anche piangere”

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Locandina de Il Monello - The Kid (1921)

Il monello

Titolo originale: The Kid

Anno: 1921

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: Commedia, Drammatico

Casa di produzione: Chaplin – First National, Charles Chaplin Productions

Distribuzione italiana: Mondadori Video, Swan Video, Ricordi Video

Durata: 80 min

Regia: Charlie Chaplin

Sceneggiatura: Charlie Chaplin

Fotografia: Roland Totheroh

Montaggio: Charlie Chaplin

Musiche: Charlie Chaplin

Attori: Charlie Chaplin, Edna Purviance, Jackie Coogan, Carl Miller, Granville Redmond, Edith Wilson, Jack Coogan Sr., Charles Riesner, Edgar Sherrod, Beulah Bains, Rupert Franklin, Flora Howard, Elsie Sindora, Walter Lynch, Dan Dillin, Jules Hanft, Silas Wilcox, John McKinnon, Robert Dunbar, Raymond Lee, Tom Wilson, May White, Albert Austin, Henry Bergman, Monta Bell, Nellie Bly Baker, Kitty Bradbury, Frank Campeau, Lita Grey

Trailer de Il Monello

Un campione d’incassi d’epoca, un film che ha rivoluzionato l’arte cinematografica e che ci ha consegnato alla storia del cinema il mito del vagabondo e di Charlie Chaplin. Negli Stati Uniti d’America, The Kids, si piazzò al secondo posto come miglior incasso cinematografico dell’1921, ottenendo ben 2.500.000 dollari al box office per un costo di produzione di soli 250.000 dollari, solo il film di Rex Ingram “I quattro cavalieri dell’Apocalisse” ottenne maggior visibilità, piazzandosi a film più visto dell’anno con un incasso di ben 9.183.673 dollari.

21 gennaio 1921. Migliaia di persone si accalcano davanti al Carnegie Hall di New York per la prima de Il Monello. L’intero isolato è chiuso al traffico. Nei giorni successivi il film viene presentato nei cinema di tutta la nazione, dove resterà in cartellone per mesi. A marzo, il Kinema Theatre di Los Angeles proietta Il Monello quattro volte al giorno, dalle due del pomeriggio alla nove e un quarto di sera, accompagnato e sincronizzato dal vivo da un’orchestra sulla base di una selezione fatta da Chaplin di brani di musica classica e contemporanea.

Cineteca di Bologna – Chaplin Ritrovato: Il monello, p.7

Il film in Italia venne proiettato negli anni ’50 in una versione pesantemente ritoccata, sia a livello di montaggio che musicale, tanto che le composizioni di Chaplin vennero eliminate per far posto a quelle del musicista Piero Piccini, in arte Piero Morgan, trovando ovviamente l’ira della The Roy Export in aperta critica con l’operato della distribuzione italiana riguardo a Il Monello:

Sostennero nel ricorso, Charlot e la The Roy Export, cessionaria dei diritti di sfruttamento, che la nuova edizione di The Kid ledeva i diritti dell’attore sotto l’aspetto morale ed economico. Essa, secondo i ricorrenti, divergeva dal testo originale essendo state tagliate alcune scene e reso, in tal guisa, mutilato il filo narrativo e lo sviluppo logico – artistico del film, il quale era stato anche trasformato per un arbitrario commento musicale offensivo per l’arte chapliniana […] Il tema sottolinea le varie situazioni e i comportamenti e contribuisce a far cogliere gli effetti e i risultati allo spettatore: sicché la visione e l’equilibrio dei vari contributi, che secondo le intenzioni dell’autore del film originario, rendevano e producevano gli effetti prefissi, vengono sconvolti e turbati

Miss Ford, lettera a “Il messaggero” – Ordinato il sequestro del film Il Monello a seguito del ricorso dell’attore Charlot – 15 ottobre 1957

Nel 1971, cinquant’anni dopo l’uscita della pellicola, Chaplin decise di distribuirla al cinema in una versione rivisitata, componendo lui stesso, in prima persona, la colonna sonora e andando a tagliare alcune sequenze del film riguardanti il ruolo della madre, interpretato da Edna Purviance (con cui Chaplin ha avuto una storia sentimentale), passando dai 68 minuti del 1921 a una versione filmica di 53 minuti, che nel tempo è divenuta la definitiva versione del primo lungometraggio di Charlie Chaplin.

Trama de Il Monello

Una donna viene dimessa e cacciata da un istituto di carità dopo aver dato alla luce suo figlio. L’uomo che l’ha sedotto e che l’ha messa incinta li rinnega, non fregandosene di loro e della loro situazione, così la giovane madre, vivendo in povertà, per strada e in solitudine, decide di abbandonare suo figlio, mettendo il neonato dentro un macchina di lusso. Il veicolo però è di proprietà di due malviventi legati alla mafia americana, che, appena si accorgono del bambino, non perdono tempo ad abbandonarlo su un ciglio di una strada di un quartiere povero. Il neonato verrà trovato e salvato da Charlot, il vagabondo, che, nonostante la sua miseria, deciderà di prenderlo con se e di crescerlo come fosse suo figlio. Passano gli anni, il bambino ha cinque anni e vive di lavoretti e di stenti insieme a Charlot, nel mentre l’ex ragazza madre è diventata una star, un attrice di fama nazionale, che si dedica ad atti di carità e che vive una felicità spezzata per il senso di colpa natogli dall’abbandono di suo figlio, che desidera ardentemente ritrovare e riabbracciare.

Jackie Coogan e Charlie Chaplin in Il monello (1921)
Jackie Coogan e Charlie Chaplin in Il monello (1921)

Recensione de Il Monello

Charlie Chaplin si era fatto le ossa in svariati cortometraggi e in numerosi mediometraggi, rivestendo sia il ruolo di attore che di regista, così quando si è messo al lavoro de Il Monello aveva alle spalle una ricca esperienza nutrita sul campo, un esperienza tecnica e registica già affinata in cui era già possibile denotare lo spirito autentico e genuino del suo estro artistico, in grado di creare pellicole oneste, tenere e commoventi, in grado di unire la commedia al dramma più autentico ed emozionante. Il Monello, titolo italiano di The Kids che non rappresenta l’essenza autentica della pellicola, rivoluziona il concetto di commedia allottandola dalla classica pellicola per ridere ma dandogli una concezione più intimistica, più umanitaria e intrisa di commozione, creando una commedia che sappia smuovere lo spettatore nel profondo, attraverso la storia tra umorismo e crudezza, di Charlot e dell’orfanello, che ci vengono narrati attraverso scene piene di dolcezza, poesia, umorismo e di autentica verità, tanto che, con le dovute differenze, The Kids ha molto della vita dura e triste del regista, che per certi versi e in maniera alquanto simbolica, si parla della sua infanzia triste e rubata e attinge alla sua esperienza di vita per creare e immettere l’ambientazione visiva della pellicola, il tutto strizzando l’occhio, sia per tematica sia per concetto narrativo, al libro da lui amato fin da quando era bambino, quell’Oliver Twist di Dickeson, con cui il Monello ha svariate similitudini:

  1. Nel primo capitolo di Oliver Twist una donna dà alla luce un figlio, privo di padre, in un ospizio parrocchiale. All’inizio de Il Monello, una donna il cui “solo peccato è la maternità” dà alla luce un figlio “b*astardo” in un ospedale di carità.
  2. L’Oliver di Dicksen fugge dall’oppressione per conoscere da un lato il violento mondo criminale della banda di Fargin e dall’altro l’ambiente borghese di Mr. Brownlow, il doppio benevolo di Fagin. Nel Monello, i doppi di Dickens si fondano in un unico personaggio e il bambino abbandonato finisce per essere salvato da “Il vagabondo”, un povero gentiluomo svelto di mano e dalle abitudini borghesi, come le preghiere della buonanotte e la meticolosa igiene personale, a cui abituerà il bambino, come si vede nella scena in cui si pulisce le unghie.
  3. Il romanzo di Dickens alla fine trova il modo, dopo svariati drammi, di restituire Oliver a Mr. Brownlow e alla madre perduta, seppur nel ricordo. Chaplin rifà suo questa concezione finale trovando un modo più positivo di restituire il bambino sia al Vagabondo che alla Madre dopo l’intervento delle forze dell’ordine che ha spezzato il rapporto tra il bambino  e il suo salvatore.

Il Monello, come scritto, sopra possiede anche un tocco di veridicità autobiografica di Chaplin che con la sua prima pellicola ci parla di sé, della sua perdita di padre. La moglie dell’attore Mildred Harris, diede alla luce un bambino malformato che sopravvisse solo tre giorni, un evento che turbò profondamente il regista che solo un anno dopo questa perdita inizio la realizzazione di The Kids. Il film si parla, con toni da melodramma, di questa sua perdita ma anche della sua situazione d’infanzia, di una vita segnata dall’abbondono del padre, da una madre assente e malata, da una vita tra orfanotrofi e collegi, insieme al fratello Sydney con cui ha sempre posseduto un enorme unione sentimentale, tale unione la possiamo rintracciare anche tra il bambino e il vagabondo, dove Charlot appare più un fratello che un padre del bambino.

Jackie Coogan e Charlie Chaplin in Il monello (1921)
Jackie Coogan e Charlie Chaplin in Il monello (1921)

Il successo della pellicola però non si deve solo a Chaplin ma anche al suo giovane attore, un gigantesco Jackie Coogan, divenuto celebre al grande pubblico per il suo ruolo di Zio Fester nella serie La Famiglia Addams (1964 – 66). La sua interpretazione dona un tocco profondamente dolce, nostalgico e commovente alla vicenda, tanto che la sua prova attoriale rientra ormai dentro la storia del cinema, anche grazie alla bravura del suo regista, che crea una scena drammatica, piena di pathos che il cinema moderno non può che ammirare e omaggiare nella cinematografia mondiale. La scena in questione è la separazione del bambino da Charlot a causa delle forze di polizia e dell’orfanotrofio che lottano con tutta la loro forza per rompere l’unione tra quel bambino e suo padre di destino. In questa scena abbiamo la massima bravura registica di Chaplin, forse della sua intera cinematografia, creando una sequenza piena di commozione, di disperazione e di tensione. Charlot che scappa sui tetti mentre il figlio piange e si dispera, pregando dio e il padre che lo vengano a salvare, in un interpretazione di Coogan da applausi e che difficilmente ritroviamo nei giovani bambini attori d’oggi. Una sequenza che tutti i registi e tutti gli attori dovrebbero vedere ed esaminare per comprendere cosa significhi quest’arte.

In conclusione

Un film potente, semplice e commovente che ha saputo modificare il genere comico non più solo risata ma anche riflessione e dramma, spiegando alla nuova generazione di cineasti come la commedia possa essere utile per parlare del mondo che ci circonda e di noi stessi. Un film che tutti dovrebbero vedere almeno una volta.

Note positive

  • Interpretazione
  • Musica
  • Sceneggiatura
  • Regia

Note negative

  • /
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