Gravity (2013): nell’immenso spazio spaziale

Locandina del film Gravity

Gravity

Titolo originale: Gravity

Anno: 2013

Paese: Stati Uniti d’america

Genere: fantascienza

Casa di Produzione:  Warner Bros, Heyday Films, Esperanto Filmoj

Distribuzione: Warner Bros. Italia

Durata: 1h 31m

Regia Alfonso Cuaròn 

Sceneggiatura  Alfonso Cuarón, Jonás Cuarón

Fotografia:  Emmanuel Lubezki

Montaggio  Alfonso Cuarón, Mark Sanger

Musica: Steven Price

Attori: George Clooney, Sandra Bullock

Trailer di Gravity

Informazioni sul film e dove vederlo

I premi Oscar® Sandra Bullock (“The Blind Side,”) e George Clooney (“Syriana”) sono i protagonisti di “Gravity”, un thriller mozzafiato che trascina il pubblico alla deriva nello spazio profondo, diretto dal candidato all’Oscar® Alfonso Cuarón (“I figli degli uomini”). “Gravity” è scritto da Alfonso Cuarón & Jonás Cuarón. Alfonso Cuarón, David Heyman (i film di “Harry Potter”), Chris deFaria, Nikki Penny e Stephen Jones sono i produttori esecutivi. Nel team dietro le quinte il più volte candidato all’Oscar®Emmanuel Lubezki (“I figli degli uomini,”, “The New World”); lo scenografo Andy Nicholson; i montatori Alfonso Cuarón e Mark Sanger; e la costumista Jany Temime (i film di “Harry Potter”). Gli effetti sono del supervisore degli effetti visivi candidato all’Oscar® Tim Webber (“Il cavaliere oscuro”). La colonna sonora è stata scritta da Steven Price.

Trama di Gravity

Conta solo quello che farai adesso. Se decidi di vivere, dovrai mettercela tutta. Mettiti comoda, goditi il viaggio. Devi piantare i piedi bene a terra e cominciare a vivere la tua vita.

Gravity

Un gruppo di astronauti americani è nell’orbita spaziale. Appena il film inizia sentiamo pronunciare una frase che risalta immediatamente all’orecchio “Ho un cattivo presentimento”. In effetti qualcosa di molto spiacevole accadrà al gruppo, formato da due uomini e una donna, la quale è alla sua prima esperienza nello spazio. Detriti di altri satelliti a gran velocità colpiscono l’astronave, che si danneggia irrimediabilmente. Uno muore, la donna si stacca dalla navicella e incomincia a fluttuare nello spazio, mentre il più esperto, il comandante Kowalsky non subisce particolari danni.  Kowalsky (George Clooney) grazie allo zaino Jet riesce a recuperare la dottoressa Ryan Stone, che presa dal panico ha quasi terminato del tutto il suo ossigeno disponibile. I due incominciano a passeggiare nello spazio vuoto, per cercare di raggiungere una navicella cinese. Riusciranno a cavarsela?

Fotogramma di Gravity
Fotogramma di Gravity

Recensione del film Gravity

Legge di gravitazione universale: “Nell’universo ogni punto materiale attrae ogni altro punto materiale con una forza che è direttamente proporzionale al prodotto della loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza” 

cit.Newton

                                     

L’universo, un gruppo di astronauti, un esplosione, un sopravvissuto che lotta per sopravvivere in una situazione complicata: è il plot del lungometraggio fantascientifico diretto da Alfonso Cuarón, pellicola presentata alla 70essima edizione della mostra cinematografica di Venezia, oltre ad aver vinto all’86essima edizione del Premio Oscar sette statuete –  anche come miglior film – e ben dieci nomination.  

Il pubblico entra in salotto, prende posto sul divano, uno spegne le luci mentre un altro clicca il tasto play sul telecomando. Il silenzio cala nell’aria mentre l’opera cinematografica incomincia a creare una storia, che nella nostra mente diviene reale. Sullo schermo nero compaiono delle scritte bianche che descrivono precisamente quanto sia difficile vivere fuori dal nostro pianeta.

 A 600 km di distanza dal pianeta terra la temperatura oscilla fra – 258 e -148 gradi Fahrenheit. Lì non c’è nessun suono Non c’è pressione d’aria Non c’è l’ossigeno

Gravity

L’universo è il luogo in cui noi passiamo tutta la nostra esistenza, è quello strano e incomprensibile posto gigantesco, definito da noi piccole menti come l’infinito, in cui la Terra si trova sospesa nel nulla, galleggiando eternamente e girando in continuamente e inesorabilmente nello stesso modo intorno alla stella vitale, Sole.  La forza che permette ciò è la Gravita (Gravity). Se essa non ci fosse, la vita nell’intera galassia non esisterebbe.

Da quando l’Apollo 11 con i suoi passeggeri è sbarcato sulla luna il 20 luglio 1969, i terrestri hanno incominciato sempre di più a impiantare satelliti nello spazio intorno alla Terra e molti uomini sono partiti per compiere varie missioni, fino a essere riusciti a mandare un robot su Marte. La scienza ha fatto incredibili passi avanti soprattutto per una caratteristica presente più o meno in maggior quantità in tutti gli esseri umani: La curiosità. E’ questa la forza che ci ha fatto andare sulla luna, che ci fa uscire di casa. Molti uomini sono partiti per andare nello spazio pur sapendo di rischiare la vita, ma la curiosità era troppo forte per rifiutare.

 George Clooney e Sandra Bullock in Gravity
George Clooney e Sandra Bullock in Gravity

Certo è bello quassù, puoi chiudere gli occhi e ascoltarti il mondo. Qui nessuno ti fa del male, sei al sicuro. Che senso ha andare avanti, che senso ha vivere? Tua figlia è morta, peggio di questo non può capitare. 

Gravity

La storia sceneggiata da padre e figlio, rispettivamente Alfonso Cuarón e Jonás Cuarón, è potenzialmente innovativa nell’ambientazione essendo svolta per gran parte interamente nello spazio aperto e non del tutto dentro una navicella spaziale alla Solaris tarkovskijano o alla 2001: odissea dello spazio di Kubrick, benché entrambe le due pellicole citate sono superiori qualitativamente all’opera cinematografia del regista messicano, se non dal punto di vista degli effetti speciali dal quello della sceneggiatura. Il film non risulta innovativo per un fattore: la banalità, ovvero è per gran parte estremamente banale. (spoiler)

L’astronauta ha il presentimento che deve accadere qualcosa di tremendamente brutto ed è ciò che avviene, i due che restano in vita si aiutano a vicenda fino a quando ovviamente uno si sacrifica per salvare l’altro, che ovviamente si salverà all’ultimo secondo.

Cuarón è riuscito a trasmettere un immagine estremamente poetica dell’universo. La bellezza delle luci, dei pianeti, dell’aurora boreale inviano allo spettatore un enorme senso di tranquillità, di pace, quasi a sentirsi un tutt’uno con la natura.

Oh mio dio wow! Ehi Ryan dovresti vedere il sole sul Gange è pazzesco

KowalskyGravity

Applausi meritati vanno anche a Steven Price. per la colonna sonora più che azzeccata, la quale funziona perfettamente insieme alle immagini.

In conclusione

La pellicola tecnicamente è ineccepibile dalla fotografia di Emmanuel Lubezki fino alla colonna sonora di Price, il problema effettivo è che il tutto risulta fin troppo buonista tanto che lo spettatore dopo mezzora di film sa già come la storia andrà a terminare. Dunque si poteva osare di più lato scrittura, rendendo il tutto più complesso e meno prestabilito.

Nota positiva

  • La tensione rimane dall’inzio alla fine, senza scendere mai.
  • Lo spettatore si immedesima con i personaggi tifando per loro
  • La scenografia è ben fatta
  • Non si sente la mancanza di altri personaggi 

Nota negativa

  • Il finale è un po troppo scontato
  • Il ritorno del fantasma Kowalsky era evitabile

3 commenti

  1. Sicuramente dopo 2001 è difficile immaginare un nuovo Capolavoro di fantascienza (anche se non sono per niente d’accordo di associarli a questo genere dato il fattore realismo che non viene mai oltrepassato).

    Sinceramente l’ho trovato molto piacevole e molto più profondo di quanto possa sembrare, per cui se non va elevato a Capolavoro credo comunque che debba esser visto almeno una volta.

    Bella recensione!

  2. forse l’ho visto, ma non ricordo bene.
    ad ogni modo sono felice d’avere tra i miei seguaci un appassionato di film, sono sempre alla ricerca di consigli 🙂
    ti seguo e…(ri) guarderò Gravity!
    – l’idea di trovarsi nello spazio immenso senza alcuna base di ancoraggio mi suscita una grand’ansia 😀

  3. Buongiorno,

    Le scrivo per conto di Paperblog Italia. Non ci è stato possibile rintracciare la sua mail, le lascio dunque un post. 

    La nostra équipe editoriale ha notato il suo blog e poiché la qualità dei suoi articoli e l’originialità dei contenuti ci sono apparsi degni di nota, volevamo proporle di entrar a far parte della piattaforma Paperblog (http://it.paperblog.com/). 

    Se fosse interessata, o volesse ricevere più informazioni a rigurado, la prego di contattarmi all’indirizzo silvia@paperblog.com.

    Grazie dell’attenzione,
    Silvia

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