Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 (2024). Un viaggio negli anni ’90 tra sogni e amicizie

Recensione della serie tv Hanno ucciso l’Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883 (2024), dove si racconta l’ascesa degli 883, partendo dall’amicizia tra Max Pezzali e Mauro Repetto.

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Hanno ucciso l'uomo ragno (2024) locandina

Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883

Titolo Originale: Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883

Anno2024

Paese di Produzione: Italia

Generecommedia, drammatico, musicale

ProduzioneSKY Studios, Groenlandia

Distribuzione: SKY Studios, SKY Serie, NOW

IdeatoreFrancesco Agostini, Chiara Laudani, Giorgio Nerone, Sydney Sibilia

Stagione: 1

Puntate: 8

Durata: 50min

Regia: Sydney Sibilia, Alice Filippi, Francesco Capaldo

Sceneggiatura: Francesco Agostini, Chiara Laudani, Giorgio Nerone, Sydney Sibilia

AttoriElia Nuzzolo, Matteo Oscar Giuggioli, Ludovica Barbarito, Davide Calgaro, Roberto Zibetti, Edoardo Ferrario

Trailer della serie Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 (2024)

Informazioni sulla serie tv e dove vederla in streaming

Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 è una serie tv ideata, scritta e diretta dal talentuoso regista italiano Sidney Sibilla. La serie racconta di una storia di musica e di grande amicizia sullo sfondo dei mitici anni ’90. La storia di un successo travolgente, imprevisto e imprevedibile: quello di due ragazzi di Pavia, Max e Mauro, che in pochi anni diedero vita a una delle band più amate e iconiche della storia della musica italiana. Nel cast vediamo Elia Nuzzolo (Max) e Matteo Oscar Giuggioli (Repetto) che insieme hanno dato una grandissima prova di loro interpretando al meglio la coppia di amici pavesi.

Trama di Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883

Pavia, fine degli anni Ottanta, Max è un giovane appassionato di fumetti e musica americana, con uno spirito ribelle che mal si adatta a una città priva di grandi slanci o motivi per ribellarsi. Dopo aver trascurato gli studi del liceo in favore di nuove amicizie e serate punk, la bocciatura arriva inevitabile. Quello che sembra un fallimento si rivela invece un’occasione decisiva. Nel nuovo liceo, Max conosce Mauro, un compagno di banco con cui condivide l’amore per la musica. Da quel momento, la loro amicizia diventa indissolubile. Compongono le prime canzoni che segneranno la storia degli 883.

Silvia - Hanno ucciso l'uomo ragno (2024)
Silvia – Hanno ucciso l’uomo ragno (2024)

Recensione di Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883

Dopo il grandissimo successo del film Mixed by Erry (2023), Sidney Sibilla (uno dei registi più talentuosi in circolazione) torna con un’idea, quella di raccontare la vita di una delle band italiane che hanno segnato una generazione intera. La serie divisa in otto episodi esplora la storia della formazione musicale degli 883 e, più ampiamente, uno spaccato della vita negli anni ’90. Partendo dalla provincia pavese e dalle aspirazioni adolescenziali di Max Pezzali e Mauro Repetto, la serie diventa un viaggio nostalgico che celebra i sogni, le amicizie, e il valore delle esperienze giovanili in un’Italia lontana dalla frenesia tecnologica moderna.

La serie non vuole essere una semplice biografia sulla vita di Max Pezzali e la formazione degli 883, ma vuole essere un racconto universale che attraversa temi eterni come la ricerca dell’identità e il valore dell’amicizia, in un contesto che parla a spettatori di tutte le generazioni.

Noia e amicizia negli anni ’90

La serie fa rivivere il mondo degli anni ’90 con autenticità, senza forzature. Pavia e i luoghi di provincia diventano un microcosmo in cui l’aspirazione e la noia (da pavese confermo che ancora ad oggi in agosto a Pavia non c’è niente da fare) convivono e spingono i protagonisti verso la musica. Non ci sono smartphone o social network che distraggono e occupano le giornate, e questo permette agli spettatori di immergersi pienamente in un’epoca più semplice e diretta, dove il tempo era scandito da motorini, telefonate a casa delle ragazze sperando non rispondesse il padre, vinili e cassette musicali. Questa attenzione ai dettagli delle ambientazioni, degli oggetti e del comparto estetico, rende la narrazione fresca e accessibile anche alle nuove generazioni, che possono così avere uno spaccato del contesto culturale che ha reso gli 883 un fenomeno.

Fenomeno che senza il racconto di questa stramba e straripante amicizia non ci sarebbe mai stato. La serie mette al centro del racconto l’amicizia tra Max e Mauro, interpretati da due bravissimi Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, che vanno oltre i cliché dei rapporti tra adolescenti, mostrando una connessione profonda e complessa e dimostrando una interpretazione non macchiettistica ma che ha una sua dimensione. Max è un sognatore introverso che nonostante tutto vuole rimanere con i piedi per terra, mentre Mauro è un sognatore estroverso e affamato di attenzione; insieme creano una dinamica unica, fatta di divergenze ma anche di supporto reciproco. La serie riesce a raccontare questa amicizia e la loro passione come una sorta di superpotere, che permette loro di sognare in grande e di affrontare le sfide della vita. È questo legame, più che la carriera musicale stessa, a rendere la storia degli 883 così speciale, toccante ma soprattutto accessibile a tutti.

Gli 883 sono come noi

Hanno Ucciso l’Uomo Ragno non è solo una serie sugli 883 o sugli anni ’90: è un inno all’importanza dei sogni e delle passioni. La storia di Max e Mauro invita lo spettatore a ricordare che, anche se la fama e il successo possono sfumare, i momenti vissuti insieme e le persone che incontriamo lungo il cammino rimangono indelebili. Con una narrazione autentica e un tono leggero ma profondo, la serie riesce a parlare a tutti, dagli adulti che ritrovano un pezzo della loro gioventù ai ragazzi che si affacciano ora al mondo delle grandi passioni. L’importanza dei sogni e di inseguirli è un elemento chiave di questa storia, la stessa canzone che porta il nome della serie ne parla. Il bello di questa storia è proprio che Max Pezzali e Mauro Repetto erano due semplici ragazzi di provincia come ce ne sono migliaia solo in italia, ma con una passione e un sogno in comune.

Gli 883 sono fondamentalmente questo, due ragazzi che ce l’hanno fatta. Due ragazzi come noi che hanno inseguito il loro sogno in barba alle difficoltà della vita e delle persone che continuavano a dirgli che non ce l’avrebbero fatta. La serie si concentra molto su questo e ne fa il messaggio cardine della narrazione rendendo quasi “secondarie” le vicende puramente storiche della band.

Colonna sonora e regia da musica pop

La colonna sonora è ovviamente uno dei punti salienti della serie, che si avvale delle hit degli 883 per accompagnare i momenti più importanti della storia. Le canzoni sono inserite in modo intelligente, rafforzando le emozioni e facendo rivivere allo spettatore l’energia di quei pezzi intramontabili. Anche la regia di Sibilia, insieme a quella di Alice Filippi e Francesco Capaldo, contribuisce a mantenere alto il ritmo narrativo, utilizzando un linguaggio visivo vivace e alcune scelte di montaggio che richiamano il cinema degli anni ’80 e ’90. Questo stile è perfettamente in linea con il tono della serie, che non si prende mai troppo sul serio ma riesce comunque a commuovere.

Max e Mauro - Hanno ucciso l'uomo ragno (2024)
Max e Mauro – Hanno ucciso l’uomo ragno (2024)

In conclusione

Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 (2024) si afferma come un’opera che va oltre la pura biografia musicale diventando anche e soprattutto un racconto di amicizia, speranza e resilienza, che ricorda quanto sia importante continuare a sognare e non abbandonare mai le proprie passioni.

Note Positive:

  • La scrittura brillante degli sceneggiatori
  • La messa in scena tra ambientazioni e costumi realistici degli anni ‘90
  • La bravura dei protagonisti Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli che danno un’interpretazione vera e non macchiettistica
  • La colonna sonora che “rilancia” i successi degli 883 ma riesce anche a discostarsi inserendo dei brani coerenti con la narrazione
  • L’accessibilità della storia che diventa un inno per i sognatori sia del passato che dei giorni nostri

Note Negative:

  • ./
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Stefano Rocca
Stefano Rocca

"Lei non crede che i sogni e internet siano abbastanza simili?
Sono luoghi in cui si esprimono desideri repressi" Sono un semplice appassionato di cinema, che ama raccontare le emozioni che i film sanno trasmettere. Ogni storia può evocare sensazioni diverse, e sono grato a chi sceglie di leggere i miei pensieri.