Hong Kong Express (1994): Trasognati ad Hong Kong

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Hong Kong Express

Titolo originale: ChungKing Express

Anno: 1994

Paese: Hong Kong

Genere: sentimentale, drammatico

Produzione: Jet Tone Production

Distribuzione: Ocean Shores Video

Durata: 98 minuti

Regia: Wong Kar-wai

Sceneggiatura: Wong Kar-Wai

Fotografia: Christopher Doyle , Andrew Lau

Montaggio: William Chang, Kai Kit-wai, Kwong Chi-Leung

Musiche: Frankie Chan, Roel. A Garcia

Attori: Brigitte Lin, Takeshi Kaneshiro , Tony Leung Chiu-Wai ,Faye Wong

Trailer Hong Kong Express

Dopo il travolgente successo di “In the mood for love” (2000), l’occidente si accorse di quel gioiello splendente che era il cinema di Wong Kar Wai, anima pulsante della cinematografia di Hong Kong. Fu in questo contesto che i più scoprirono “Hong Kong Express“, film del 1995,  eretto a cult da centinaia di cinefili in tutto il mondo.

Trama di Hong Kong Express

La pellicola segue le vicende di due poliziotti  identificati tramite il numero di matricola. Il primo, 223 (Takeshi Kaneshiro) dopo aver subito una delusione amorosa si infatua di una misteriosa donna con una parrucca bionda (Brigitte Lin). Il secondo, 663 (Tony Leung) si reca quotidianamente ad un bar ad acquistare la cena per la fidanzata. Faye, la cameriera del posto (Faye Wong), attratta da 663, cerca in ogni modo di attirare la sua attenzione.

Faye Wong in Hong Kong Express

Recensione di Hong Kong Express

Chungking Express, questo il titolo originale dell’opera. Il riferimento è alla Chungking Mansions, complesso architettonico incastonato nel cuore di Hong Kong. Crocevia di culture diverse, minoranze etniche, hotel a basso prezzo, mercati che vendono la qualunque, la Chungking Mansions è una “zona franca” ad Hong Kong quasi inimmaginabile per noi occidentali, abituati al rigore delle nostre città. Un pò come il cinema di Wong Kar Wai, forse è per questo che ci affascina tanto: è difficile trovare qualcosa del genere nel panorama filmico a noi più vicino (quello hollywoodiano in testa). La storia di ChungKing Express sulla carta in fondo potrebbe sembrare simile a quella di mille altri film,  una storia di delusioni amorose e rinascite. Invece la scrittura e in particolare la regia del maestro cantonese conferiscono al film la poesia dell’attimo, quell’attimo in cui sfioriamo uno sconosciuto in mezzo alla strada e ce ne innamoriamo.

Brigitte Lin interpreta la misteriosa donna bionda

L’apatica frenesia dell’alienante vita urbana fa da contraltare a una continua ricerca del dettaglio: il fumo di una sigaretta, una canzone cantata a ripetizione, un impermeabile indossato senza una ragione. Gli stessi dettagli che riempiono di vita le nostre giornate e a cui molti non fanno caso, per Wong Kar Wai diventano motivo di sublimazione delle ferite passate, ossessione da cui ripartire. Così 223 ritrova l’amore per la vita tra gli occhiali scuri di una sconosciuta al bar, Faye si innamora ogni giorno di nuovo di 663 che arriva al bar e richiede puntualmente lo stesso piatto.

Tony Leung è il poliziotto 663

“Sei sicuro che le piace davvero la chef salad? Non è che forse ci è solamente abituata?”

Hong Kong Express

Così gli dira un giorno il proprietario del locale. Quale frase meglio descrive i rapporti umani? La rassegnazione all’abitudine, la stessa che poi non ci fa notare un uragano impazzito, un’eterea presenza che , sulle note di “California Dreaming”, non fa che scongiurarci di concederle un secondo di attenzione.

Wong Kar Wai racconta i tormenti di una nazione che , così come 223, è ossessionata dalla data di scadenza (il Primo Maggio di tre anni dopo Hong Kong sarà “restituita” alla Cina) ma il commento sociale resta sullo sfondo. Ciò che conta sono gli amanti che si inseguono e (forse) non si trovano, le camere d’albergo che potrebbero diventare sogni di grande speranze o di notti passate ad aspettare, gli sguardi lanciati nella babele dei mercati all’aperto, il piatto che continuiamo a ordinare ogni sera perché ci siamo abituati, il sogno, l’attimo.

Faye Wong e Tony Leung

Ciò che conta è il cinema, un cinema puro, dove lo stile si fa forma, dove ogni immagine racchiude una storia e le ossessioni si fanno bellezza. Un cinema privo di schemi narrativi o estetici, che si rifà ad Antonioni e all’action cantonese nello stesso momento. Un cinema che ci fa credere di essere anche noi lì: trasognati ad Hong Kong

Note positive

  • La regia di Wong Kar Wai è stupenda, viva e ci immerge nella storia.
  • Le interpretazioni sono d’immenso valore, dal gigante Tony Leung passando alla folgorazione di Faye Wong sino all’iconica Brigitte Lin.
  • La storia riesce a essere universale e a coinvolgere ogni spettatore.

Note negative

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