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Il caso Belle Steiner
Titolo originale: Belle
Anno: 2024
Nazione: Francia
Genere: thriller, poliziesco, drammatico
Casa di produzione: Ciné, Macassar Productions
Distribuzione italiana: Europictures
Durata: 100 minuti
Regia: Benoît Jacquot
Sceneggiatura: Benoit Jacquot, Julien Boivent
Fotografia: Caroline Champetier
Montaggio: Julia Grégory
Musiche: Bruno Coulais
Attori: Guillaume Canet,
Charlotte Gainsbourg, Kamel Laadaili
Trailer di “Il caso Belle Steiner”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
Il caso Belle Steiner è un film diretto da Benoît Jacquot, tratto dal romanzo La morte di Belle di Georges Simenon, celebre scrittore belga e maestro del giallo, tradotto in 47 lingue con oltre 550 milioni di copie vendute in tutto il mondo.
La pellicola vede protagonisti Guillaume Canet (Sette uomini a mollo, Asterix e Obelix – Il Regno di Mezzo, Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, Le occasioni dell’amore) e Charlotte Gainsbourg (Nuovomondo, L’arte del sogno, Antichrist, Melancholia, Nymphomaniac), nei panni di Pierre e Cléa, una coppia sposata che vive in una piccola città di provincia.
Distribuito in Italia da Europictures, Il caso Belle Steiner arriva nelle sale il 13 marzo 2025.
Trama di “Il caso Belle Steiner”
Pierre e sua moglie Cléa conducono un’esistenza tranquilla in una piccola città di provincia. Lui è un insegnante, mentre lei gestisce un negozio di ottica. La coppia ospita Belle, la figlia di un’amica. La loro vita viene completamente stravolta quando la ragazza viene trovata morta nella loro casa. Poiché Pierre era l’unico presente nell’abitazione al momento della tragedia, diventa l’unico sospettato. Subisce interrogatori umilianti dalla polizia, l’ostracismo dei colleghi e l’ostilità dei residenti della cittadina, dove tutti sanno tutto. Perché la domanda sulla bocca di tutti è la stessa: chi ha ucciso belle?

Recensione di “Il caso Belle Steiner”
Un omicidio brutale, un sospettato che potrebbe essere l’unico testimone. “Il caso Belle Steiner“, diretto da Benoît Jacquot ci immerge in un’atmosfera inquietante, esplorando il labile confine tra colpa e innocenza. Il film si addentra nelle dinamiche psicologiche dei personaggi, mettendo in discussione la fragilità delle percezioni e l’impatto dei pregiudizi. Jacquot analizza come la società tenda a emettere giudizi affrettati, basandosi su sospetti piuttosto che su prove, e come tali giudizi possano distruggere una vita. Inoltre, la pellicola indaga la tensione all’interno della coppia protagonista, mettendo alla prova la loro fiducia reciproca sotto il peso della pressione esterna.
La regia di Jacquot è cupa e costante, creando un’atmosfera di tensione palpabile. Tuttavia, la sceneggiatura presenta alti e bassi. La prima parte del film, giocata sulla sottrazione e sull’ambiguità, è particolarmente efficace, lasciando lo spettatore nel dubbio sulla colpevolezza del protagonista. La seconda parte, invece, si dilunga eccessivamente, perdendo di intensità e non riuscendo a raggiungere un vero climax. Il finale, aperto e ambiguo, lascia più domande che risposte.
A livello attoriale Guillaume Canet offre un’interpretazione convincente di Pierre, un uomo stratificato che passa dall’incredulità iniziale alla consapevolezza, mantenendo un atteggiamento sprezzante. Meno approfondito, ma comunque interessante, il personaggio di Cléa, interpretato da Charlotte Gainsbourg, personaggio tratteggiato in maniera maggiormente superficiale dinanzi alla sua controparte maschile.

Georges Simenon non ha mai smesso di esplorare il tema della “colpa contro l’innocenza” e il mondo che lo circonda. Questo, senza dubbio, spiega almeno in parte perché così tanti dei suoi romanzi siano stati adattati per il grande schermo, come se il potere del cinema potesse agevolare l’oscillazione quasi meccanica tra l’ordinario e lo straordinario, il peculiare e il banale. Penso in particolare a La notte dell’incrocio di Jean Renoir, tratto da un romanzo di Simenon.
La colpa è la forza motrice di molti film, a partire dal celebre Il ladro di Hitchcock, così come della maggior parte delle sue opere. Restando in questo genere, mi viene subito in mente Oltre ogni ragionevole dubbio di Fritz Lang, con la sua serie di colpi di scena che impediscono allo spettatore di comprendere pienamente il protagonista, dall’inizio alla fine.
Il caso Belle Steiner spinge questo concetto ancora oltre: è possibile che l’irreparabile venga commesso? E, se sì, potrebbe trattarsi di un crimine ricorrente, perpetrato dalla stessa persona? Voglio che l’ambiguità del protagonista, Pierre Constant, riecheggi l’enigmaticità delle opere di Simenon e dei grandi cineasti citati in precedenza.
Ho scelto di ambientare la narrazione di questo adattamento nella Francia contemporanea, a differenza del romanzo di Simenon, che si svolgeva negli Stati Uniti degli anni ’60. La forza di Simenon risiede nella sua attualità, poiché molti dei suoi temi restano profondamente rilevanti anche nella società moderna.
Sto già lavorando con la direttrice della fotografia Caroline Champetier per creare un’atmosfera autunnale, sia per rendere omaggio all’autore del romanzo sia per soddisfare un mio desiderio personale come regista.
Cit. Il regista Benoît Jacquot
In conclusione
“Il caso Belle Steiner” è un noir psicologico che affronta temi attuali con una regia efficace. Nonostante alcune debolezze nella sceneggiatura, il film offre una riflessione interessante sulla natura umana e sulla giustizia, lasciando lo il pubblico con interrogativi inquietanti, anche se alcuni spettatori potrebbero trovarlo lento o poco coinvolgente.
Note positive
- Cast
- Regia
Note negative
- Sceneggiatura altalenante
- Lentezza narrativa nella seconda parte della pellicola