Il cinema con Hitchcock: qual è la differenza fra sorpresa e suspense?

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La vita del maestro ‘Mac Guffiniano’

Probabilmente il nome Alfred Hitchcock non è estraneo a nessuno ma contrariamente a ciò che si potrebbe credere, tutti conoscono Hitchcock ma nessuno lo conosce per davvero. Nasce a Leytonstone nel 1899 da una famiglia di commercianti cattolici, dei primi 14 anni della sua vita non si conosce molto, unicamente i tre istituti scolastici frequentati. Appena ventenne, nel 1919 vi è la prima vera svolta nella sua vita: scrive Gas, un racconto per la rivista settimanale dell’azienda per cui lavorava e da lì, dapprima viene trasferito al reparto pubblicitario, a seguire piomba alla Famous Players-Lasky dove si occuperà del disegno di titoli per film cinematografici, didascalie e occasionalmente otterrà l’incarico di regista in situazioni di emergenza. Negli anni a venire prenderà parte un po’ a tutti i ruoli fondamentali nel campo cinematografico passando da sceneggiatore a scenografo a responsabile del montaggio arrivando a realizzare il suo primo film, guarnito del suo inconfondibile stile nel 1926 (Il pensionante). E dopo aver sposato Alma Reville, divenuta la fidatissima segretaria di edizione, da quel momento in poi la sua vita professionale otterrà un crescendo costante realizzando tutti i capolavori dei quali noi tutti oggi siamo a conoscenza, anche se bisogna ricordare che inizialmente la sua terra madre, l’Inghilterra, non gli riserverà molte soddisfazioni, al contrario di ciò che accadde negli States dove verrà consacrato come un vero e proprio maestro rivoluzionario del cinema. In seguito nei periodi in cui tornerà in Europa, i primi che gli riservarono una considerazione a dovere furono i francesi, influenzando poi i restanti Paesi.

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Hitchcock e la sua perenne suspense

Anticipando il discorso, occorre capire quale sia la vera origine della suspense hitchcockiana; difatti sin da adolescente il maestro è sempre stato un tipo piuttosto solitario, contrario alle instaurazioni di molteplici relazioni amichevoli, vivendo per una ragione o un’altra molte condizioni di ansia e paranoia che con ogni probabilità hanno agevolato ciò che dopo qualche decennio sarebbe stata definita come una delle sue migliori abilità in campo cinematografico. Nella celebre intervista con Truffaut, i due affrontano l’argomento ed Hitchcock per esibire nel miglior modo possibile, sia in termini di significato che in termini di esempio pratico il concetto di suspense, propone un confronto con la sorpresa cinematografica.

Truffaut: Ci sono molti malintesi intorno alla parola suspense. Lei ha spiegato nelle sue interviste che non bisogna confonderla con sorpresa e suspense, comunque la gente crede che si sia suspense quando si prova un sentimento di paura

Hitchock: Certo che non è così. Ritorniamo alla telefonista di Easy Virtue; sta ascoltando il giovane e la ragazza, che non sono mai stati mostrati sullo scherme, mentre parlano di matrimonio. In questo momento la centralinista è piena di suspense, ne è carica: la donna che si trova a un capo della linea accetterà di sposare l’uomo a cui telefona? La centralinista ha provato come un senso di sollievo quando la donna ha risposto sì e il suo suspense è terminato. Ecco dunque un esempio di suspense non legato alla paura

Il cinema secondo Hitchcock

Ne risultarono due concetti banali, che tuttavia molto spesso si confondono: un esempio di sorpresa può essere rappresentato da un dialogo tenuto da due persone, una di fronte all’altra seduti un sedia con un tavolo nel mezzo e all’improvviso esplode un bomba che si trovava sotto di esso, la suspense può essere creata comunicando al pubblico già qualche minuto prima che sotto il tavolo c’è una bomba, ad esempio mostrando colui che l’ha innescata. In quel caso il pubblico sa che sotto al tavolo c’è una bomba come sa che fra poco la bomba esploderà. Lo spettatore in quegli istanti vorrebbe entrare nello schermo per informare i personaggi in scena, ma non può e questa mancanza di accesso crea suspense. Dunque in conclusione, nel primo caso si offrono 15 secondi di sorpresa al pubblico, nel secondo 15 minuti di tensione e attenzione. Tutto ciò ha un solo significato ovvero che bisogna informare il pubblico ogni volta che la narrazione lo concede mentre la sorpresa deve essere inserita nel caso in cui solo attraverso quella tecnica sia contenuto il succo della storia.

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