Joker (2019): Un sorriso di dolore

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joker recensione locandina

Joker

Anno:2019

Paese:Usa

Lingua: Inglese

Genere: Drammatico

Case di produzione: DC Comics,DC Entertainment, Joint Effort

Distribuzione in italiano: Warner Bros. Italia

Durata: 2 hr 2m

Regia:Todd Phillips

Sceneggiatura:Todd Phillips, Scott Silver

Fotografia:Lawrence Sher

Montaggio: Steve Mirkovich, Annamaria Szanto

Musiche: Hildur Guðnadóttir

Attori: Joaquin PhoenixRobert De Niro, Bill Camp, Zazie Beetz, Brett Cullen, Frances Conroy, Glenn Fleshler, Marc Maron, Douglas Hodge, Josh Pais, Shea Whigham

Trailer italiano di Joker

Trama di Joker

In una Gotham City oscura e brulicante di povertà, divisioni sociali e ratti giganti, vive un esistenza disgraziata e solitaria Arthur Fleck, affetto da alcune malattie celebrali tra cui uno strano disturbo certificato dai dottori che gli causano eccessi di una risata stridula e inquietante a lui incontrollabile.

L’uomo vive con l’anziana madre, la sua unica amica al mondo, che lo ha soprannominato fin dalla sua infanzia con il nomignolo di Happy, facendogli credere di essere in grado di portare un pizzico di gioia e umorismo nel cuore delle persone che ogni giorno hanno una vita tormentata e faticosa.

Mia madre mi diceva sempre di sorridere e di fare un bel sorriso

Joker

A causa di queste parole, Arthur ha un sogno nel cassetto, diventare un grande cabarettista per poi poter partecipare allo show di Murray Franklin (Robert De Niro), lo spettacolo maggiormente amato da sua madre.  Nell’attesa di realizzare il suo sogno vive lavorando come pagliaccio, dove però viene maltrattato dai colleghi e picchiato per divertimento da dei ragazzi. 

Nel frattempo la società va sempre più in crisi, Thomas Wayne si candida alle elezioni, ad Arthur viene tolto il diritto, a causa di tagli finanziari decisi dalla stato, ad avere l’assistenza sociale per i suoi disturbi mentali rendendogli impossibile parlare con uno psichiatra o procurarsi le medicine fondamentali per la sua sanità mentale.

Piano pian piano il suo lato nascosto dietro a un sorriso finto che nasconde il suo estremo malessere interiore e la sua disperazione per un mondo che non lo vuole e non lo considera verrà sempre più fuori fino a trasformarlo nell’egocentrico e folle Joker, eliminando per sempre ciò che era stato fino ad allora Arthur Fleck.

Joaquin Phoenix e Frances Conroy in Joker (2019)
Joaquin Phoenix e Frances Conroy in Joker (2019)

Recensione di Joker

Siamo a Gotham City, in viaggio con il criminale più malvagio dell’universo dei fumetti della Dc Comics e della letteratura mondiale: il Joker o meglio dire Arthur Fleck, l’uomo che tra follia e disperazione darà libero sfogo a tutte le sue potenzialità trasformandosi in un terrificante clown con quel suo ghigno e quell’enorme sorriso rosso sangue. Al regista Todd Philips non interessava mostrare il mondo dei supereroi ma desiderava andare a scavare nelle profondità psicologiche di uno dei personaggi nato dalla mente di Bob Kane nel 1940 ponendo al pubblico una domanda ben precisa:  come fa una persona all’interno della società a trasformarsi in un criminale?

Adoro la complessità del Joker, e ho pensato che sarebbe valsa la pena esplorare le sue origini nel cinema […] Scott Silver ed io abbiamo scritto una versione di un personaggio complesso e complicato, e di come potrebbe evolversi … e poi devolvere.

cit. Todd Philips

Joker è il primo superhero movie ad aver vinto il leone d’oro al festival di Venezia 2019, ma questa pellicola seppur ispirata al mondo dei fumetti né estranea del tutto spostandosi maggiormente su un Thriller drammatico. Oltre al Leone d’Oro il lungometraggio è stato nominato a ben undici oscar, vincendone solo due nella categoria miglior attore e colonna musicale, oltre ad aver vinto due Golden Globe per Il Miglior attore protagonista e per la migliore colonna sonora.  

Non siamo davanti ad una storia d’amore strappalacrime, né a grandi scene d’azioni e battute ironiche che servono per smorzare la drammaticità degli eventi, né siamo invasi in scenografie e ambientazioni futuristiche tipiche dei blockbuster Marvel e Dc Comic.

Joker è una storia semplice che va ad analizzare l’essenza stessa di un essere umano concentrando ogni istante visivo sul volto di Joaquin Phoenix, attore fortemente voluto dal regista  che ha dovuto scontrarsi con la Warner che gli aveva chiesto d’ingaggiare Leonardo DiCaprio.

joker
Joaquin Phoenix è Joker

Analisi di Joker

La risata è l’elemento onnipresente per tutto il film, dalla scena iniziale fino a quella finale.  Vediamo Arthur nella prima sequenza narrativa davanti a uno specchio in cui muove con le mani le sue labbra portandole prima a un espressione di felicità e poi di tristezza mentre sotto sentiamo le notizie su Gotham, presentata come una città in una profonda crisi sociale dove la povertà e la cattiveria stanno prendendo sempre più il sopravvento. Tutto ciò che udiamo verrà palesato nella scena successiva in cui troviamo una Gotham City dei giorni nostri mostrata con una fotografia alquanto realistica e atipica a un film di fumetti.

In questa scena  il nostro protagonista è a lavoro come pagliaccio e alcuni ragazzi gli rubano il cartello che utilizzare per lavorare. L’uomo inizierà a  rincorrere malamente i ragazzi che alla fine andranno a pestarlo per strada. Alcuni passanti lo notano ma nessuno andrà in suo soccorso.  Durante il pestaggio la musica di violino alimenta la potenza dello stato d’animo del futuro Joker, mostrando il clown a terra immobile con la scritta in giallo che riempie lo schermo con il titolo del film: JOKER.  

Immediatamente, senza dare un vero respiro, si passa a un primissimo piano di Joaquin Phoenix intento in una lunga risata triste di malessere, causatagli da una misteriosa malattia mentale celebrale di cui avremo pochissime notizie all’interno del film. Qui è davanti a una dottoressa che controlla il suo stato d’animo fino a leggere il diario che tiene l’uomo pieno di scritte e scarabocchi segno di una instabilità e confusione mentale.

Joaquin Phoenix
Fotogramma del film Joker

Arthur Fleck attraverso una rapida successione d’eventi viene presentato allo spettatore come uno sconfitto dal sistema, un emarginato con non ha posto per quel mondo in cui non è in grado di difendersi. Lui è un inadatto per Gotham City e la stessa società non è interessata a offrirgli un reale aiuto umanitario per alleviare i suoi problemi sociali e mentali a eccezione di una terapia psichiatrica tenuta da una donna che lo ascolta a malapena. Lui è l’ultimo degli ultimi.  

Gotham City ha l’aspetto di una moderna New York, un luogo in cui la gente viene abbandonata a sé stessa, un immenso mattatoio di disgraziati a cui nessuno sembra voler porgere una mano, periferie prive di controlli della polizia e un luogo in cui la criminalità e la maleducazione civile sono sempre maggiori e in cui ogni individuo se ne approfitta dell’altro.

Spesso troviamo il povero Arthur Fleck malvisto, maltrattato e picchiato all’interno del lungometraggio solo per il fatto di avere una malattia mentale, ovvero per essere un diverso. Il protagonista però non viene deriso da tutti, poiché lui riesce a far divertire i bambini.

Nel film si nota la differenza del modo in cui i bambini e gli adulti reagiscono ad Arthur, perché i bambini vedono il mondo senza filtri; non vedono i ricchi contro i poveri oppure non considerano un individuo emarginato come fanno gli adulti. Vedono Arthur semplicemente come qualcuno che cerca di farli sorridere. Non è una cosa innata, impariamo col tempo a non accettare gli altri e, sfortunatamente, di solito lo facciamo

cit. Todd Phillips

Arthur è essenzialmente un buono, un sognatore che vive nel suo mondo immaginario cercando di portare la gioia ed educazione nel mondo ed è questo che gli fa più male: il non riuscire a ricevere ciò che lui spera di dare. L’uomo non riesce minimamente a creare un vero contatto umano ma viene picchiato, deriso, guardato male solo per essere semplicemente ciò che è. Arthur è considerato un mostro senza esserlo e quando lo diventerà verrà esaltato dalla società come un rivoluzionario.

La malattia, l’abbandono da parte sociale, la malignità dei potenti e la rivincita degli ultimi sono alcuni dei temi che vanno e vengono incontinuamente all’interno del lungometraggio che ha molti, moltissimi piani di lettura dove emerge soprattutto quello del disagio sociale oltre che a una parabola psicologica di martirio e di vendetta dove colui sembra al mondo inesistente inizialmente e alla fine diverrà un simbolo di rivoluzione sociale, trascinando definitivamente la città in un caos totale.

Tra Regia e sceneggiatura

La regia si concentra essenzialmente sul volto del protagonista, con un ottimo Joaquin Phoenix che ha retto da solo un film in piedi essendo quasi del tutto assenti ogni altro personaggio secondario ben sviluppato all’intero della vicenda, perché se proprio vogliamo trovare un difetto al film lo possiamo trovare nell’assenza di altri personaggi interessanti, poiché gli amici del lavoro, la vicina di casa per cui Arthur si innamora sono tutti caratteri che non aggiungono niente alla vicenda. 

Il regista è supportato anche da un ottimo direttore della fotografia e un grande costumista poiché rendono insieme ogni inquadratura un piccolo capolavoro visivo, ogni frame è in sé un piccolo quadro dalle tonalità oscure e colori che donano al lungometraggio una grande similitudine alla realtà.

La forza narrativa della visione è l’aver reso ogni dialogo ogni scena sia dal punto di vista di scelta delle inquadrature che da quello scenografico il più minimale possibile. Non abbiamo molti stacchi e totali ma il tutto è molto controllato e curato nei minimi dettagli. Il regista ha fatto esattamente il contrario di quello che i  cinecomics fanno, ovvero spettacolarizzare visivamente l’evento.

Il film è dunque un capolavoro?

Poteva esserlo, se non cadeva in alcuni piccoli errori. Non comprendiamo realmente il momento in cui avviene la distruzione mentale definitiva di Arthur a favore di Joker e soprattutto se fino agli ultimi dieci minuti lo spettatore poteva immedesimarsi realmente con il personaggio nel suo ultimo dialogo troviamo troppo follia e confusione mentale. Ciò che sta facendo Joker è un atto di reale rivoluzione o è solo un atto da folle?

Questa domanda mi resta priva di risposta, poiché assistiamo a un dialogo con De Niro in cui Joker parla sia di tematiche fondamentali per il film ma sopratutto che lui sta facendo ciò che trova realmente comico, e tale risposta è un controsenso con l’intera opera. La sua sofferenza, la sua solitudine sono oggetti che lo portano ad agire in questo modo o agisce così solo per pura malattia mentale?

Altro elemento di sceneggiatura poco riuscito sono le indagini dei due poliziotti. Loro sanno che Arthur ha commesso degli omicidi, allora perché non lo arrestano? Ma passano settimane prima che vengano a ricercarlo? Questo è un escamotage solo per dare ritmo alla parte finale.

Ultima pecca è la scena finale, che onestamente è completamente inutile alla storia, non aggiungendo nulla.

Note positive

  • Scenografia
  • Attore: Joaquin Phoenix ha svolto una prova da oscar
  • Regia
  • Dialoghi
  • Fotografia pazzesca.

Note negative

  • Alcuni problemi di sceneggiatura nella parte finale
  • Età del Joker poco coerente con la saga di Batman
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