La coppia quasi perfetta – Prima stagione (2021): il prezzo di trovare l’anima gemella

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Traile della serie TV La coppia quasi perfetta

La coppia quasi perfetta è una serie TV tratta dal romanzo omonimo (The One in inglese) del giornalista e scrittore britannico John Marrs, pubblicato in Italia nel 2018.

Questo nuovo prodotto targato Netflix è creato e scritto dallo sceneggiatore britannico Howard Overman, ideatore di serie tv come Misfits (vincitrice di un BAFTA), Vexed e Future Man. La sua società di produzione Urban Myth Films, in associazione con Studio Canal, sono le responsabili della produzione di La coppia quasi perfetta che debutterà sul gigante dello streaming il 12 marzo 2021.

“Quando avevo un compagno, e non ne ho avuto tanti, mi domandavo se ci fosse qualcun altro, là fuori, di migliore, di più adatto a me. Iniziavo una storia e mi sembrava di tirare un dado. Usciva… un tre. A volte un quattro, se ero fortunata.  Meritiamo un sei, no? Meritiamo la favola. Nessuno deve più accontentarsi. Ho lanciato il dado. Tutti meritiamo un sei.”

Rebecca Webb (Hannah Ware) Cit. La coppia quasi perfetta

Trama di La coppia quasi perfetta

La coppia quasi perfetta è ambientata cinque minuti nel futuro, in un mondo in cui un test del DNA è in grado di trovare il partner perfetto, l’unica persona di cui ci si può innamorare perdutamente grazie a una predisposizione genetica.

Anche se le persone sono felici in amore, chi tra noi può affermare con onestà di non aver mai pensato alla possibilità di trovare di meglio? E se bastasse un campione di capelli per farlo? L’idea è semplice, ma le implicazioni sono esplosive. Il modo in cui si pensa all’amore e alle relazioni cambierà per sempre.

Recensione di La coppia quasi perfetta

“L’istinto di sopravvivenza è molto forte. Messi alle strette, facciamo di tutto per sopravvivere.”

Rebecca Webb (Hannah Ware) Cit. La coppia quasi perfetta

L’amore è uno dei tanti temi ricorrenti in film e serie tv, al punto che ormai bisogna essere veramente creativi al momento di riproporlo con una trama interessante, ma soprattutto con un buon sviluppo dettato da un genere determinato (e poco usato per questo tipo di storie). Su questa scia si trova La coppia quasi perfetta, serie tv basata sul bestseller di John Marss e creata dal britannico Howard Overman, conosciuto soprattutto per ideare il prodotto seriale Misfits (vincitore di un BAFTA).

The One (come viene chiamata in inglese) parte da una premessa intrigante che nella sua “originalità” è un po’ legata ad altre serie tv recenti come la francese Osmosis (pure di Netflix) e la statunitense Soulmates (della AMC): se si potesse trovare il partner ideale facendo un test del DNA? Già da qui si potrebbe intuire che si tratta di una serie di fantascienza, ed è vero, ma il genere viene usato più come cornice del conflitto centrale che è prevalentemente drammatico e segue una struttura narrativa più da crime.

Tutti e tre i generi vengono combinati per raccontare la complessità dell’amore e le sue sfumature, i rapporti di coppia, ma soprattutto l’avidità e l’ambizione sfrenate incarnate dal personaggio di Rebecca Webb (interpretata da Hannah Ware: The First, Betrayal, Boss) che, paradossalmente, risultano più forte dello stesso “amore”.

Rebecca è l’ambiziosa fondatrice e impulsiva CEO di The One, un’azienda scientifica e tecnologica che ha elaborato un test del DNA che permette alle persone d’identificare chi è la loro vera “anima gemella”, quell’unico individuo di cui si possono innamorare. Basta soltanto una ciocca di capelli per avviare la ricerca del partner perfetto, ridefinendo così la concezione dell’amore come un fattore di natura legato alla genetica, calcolato, logico e ben delimitato.

Ambientata nella Londra del futuro, questa serie tv va oltre il funzionamento e le conseguenze sociali e di coppia che originano questi abbinamenti di DNA che fungono come filoni narrativi secondari. Il conflitto centrale di questa storia risiede nella misteriosa origine del business che Rebecca sembra proteggere a tutti i costi, sia dal governo come dai suoi colleghi di lavoro e dalla stessa polizia. È qui che entrano in gioco altri personaggi importanti della trama come il co-fondatore di The One, James Whiting (Dimitri Leonidas: Riviera, Centurion, The Monuments Men), l’amico “innamorato” di Rebecca, Ben Naser (Amir El-Masry: Star Wars: Episode IX – The Rise of Skywalker, Jack Ryan, The night manager) e l’ispettrice Kate Saunders (Zoë Tapper: Mr. Selfridge, Survivors, Twenty Thousand Streets Under the Sky), chiara antagonista di Rebecca.

È così come questo test del DNA creato da The One (ovvero il “Cupido” di questa storia) è il filo conduttore de La coppia quasi perfetta, un intento altruista di offrire una soluzione alle sofferenze del cuore e alla perdita di tempo con la “persona sbagliata”, ma che porta con sé un grande scompiglio nella società (da relazioni in crisi a migliaia di divorzi) e a sua volta diventa una macchina per soddisfare l’ambizione e l’avidità di Rebecca, tornandosi poi nel suo peggior incubo.

Anche se alla base di questo prodotto Netflix c’è un nuovo punto di vista da cui considerare l’amore, ossia quello genetico, la serie mette in confronto le diverse sfumature dell’amore incarnate nei rapporti dei personaggi, aprendo un dibattito su cosa sia veramente il sentimento che tutti desideriamo provare e di cui abbiamo irrimediabilmente bisogno.

Il “match” narrativo a volte deludente

A differenza dell’amore folle, cieco e automatico che sentono le “anime gemelle” sin dal primo incontro, non succede lo stesso con lo spettatore e La coppia quasi perfetta. Anzi, la serie potrebbe essere paragonata a quell’amore di coppia più realistico in cui non tutto è perfetto, ma comunque ci sono delle cose positive che forse hanno più peso nella scelta del restare insieme. In questo senso, la nuova serie britannica di Netflix riesce a mantenere lo spettatore attaccato allo schermo senza però avere troppe pretese a livello di storia.

Da una parte, c’è il traguardo di Howard Overman nell’adattamento del romanzo attraverso una sceneggiatura caratterizzata dal mix tra dramma, fantascienza e crime e dal suo ottimo e intenso ritmo narrativo, dettato principalmente da un conflitto centrale arricchito con varie sottotrame (legate più alla tematica fantascientifica del test del DNA), e dalle scene sempre ben delimitate in quanto a tempo e argomento trattato in funzione della storia. Gli snodi narrativi ben collegati fanno parte di questo “match” narrativo che riesce a intrattenere ma non a stupire abbastanza chi la vede.

A questo si aggiunge la diversità di personaggi che, con le loro personalità e obiettivi, si intrecciano in una successione di rivelazioni che dotano la serie di un’atmosfera di tensione. Ma sicuramente questo non sarebbe possibile senza un buon cast che, in questo caso, non manca e di cui si distingue, tra altri, la fortissima interpretazione della britannica Hannah Ware che dà vita all’astuta, manipolatrice e ambiziosa Rebecca Webb.

Da sottolineare anche che la regia non è molto sofisticata in quanto a movimenti di macchina e inquadrature, ma nella sua coesione tra gli episodi riesce a rafforzare il ritmo già concepito in fase di scrittura, come lo fa pure la fotografia funzionale dai colori all’illuminazione. Sia la regia che la fotografia vengono abbinate alla musica tesa e drammatica, risultando tutti e tre un altro elemento importante nel coinvolgimento dello spettatore, che cerca di mettere in risalto i momenti di suspense e commozione di questa produzione.

Nonostante tutto ciò, la serie fa onore al suo nome: “quasi perfetta”. Tutto quel fascino che la trama porta con sé viene un po’ oscurato dalla presenza di azioni narrativamente deboli, riviste e poco convincenti, e da dialoghi abbastanza scontati che non rovinano la serie, ma senza dubbio gli impediscono di raggiungere la qualità creativa che si potrebbe aspettare da una premessa che incuriosisce molto (soprattutto a chi piace il genere di fantascienza), oltre a non soddisfare a pieno gli spettatori più esigenti della media.

Se si continua a essere esigenti, La coppia quasi perfetta tralascia pure questioni come il passato di Rebecca molto prima di fondare The One, fondamentale per capire una donna di una corazza impenetrabile come lei, che ama più se stessa che gli altri a livelli mortali. L’inizio un po’ scontato e l’andamento prevedibile del conflitto principale (almeno dal quarto episodio in poi) sono altri aspetti di questa produzione che probabilmente poteva essere migliore.

Con una chiusura tipica di una struttura narrativa circolare (finisce con l’inizio), l’ultimo episodio della serie lascia il conflitto principale e alcune sottotrame (come quella di Mark e Hannah, e Kate e Sophia) abbastanza aperte. Anche se non è ancora confermata una seconda stagione, lo spunto per farla c’è sicuramente.

È così come lo spettatore può vivere con La coppia quasi perfetta una relazione di amore e odio. Non rimane una serie indimenticabile, ma conta con una trama interessante e una sceneggiatura con buon ritmo e personaggi che va bene per chi non ha troppe pretese e cerca una storia che garantisce otto episodi (circa 40 minuti ciascuno) di vero intrattenimento. Questo è un aspetto da considerare e per cui vale la pena dargli il “voto di fiducia” alla serie, nonostante i dettagli a sfavore che possa avere, ricordando che neanche le “anime gemelle” scappano dai difetti.

“Incontri la tua anima gemella e ti sembra di conoscerla di già. La voce, il portamento, l’odore, il sapore dei suoi baci. L’unico vero amore.”

Rebecca Webb (Hannah Ware) Cit. La coppia quasi perfetta

NOTE POSITIVE

● Regia.

● Fotografia.

● Sviluppo della storia tramite una sceneggiatura movimentata che mantiene un ritmo costante, dettato da scene ben delimitate in quanto a tempo e argomento legato al conflitto principale della serie.

● Cast, soprattutto Hannah Ware nei panni di Rebecca Webb.

NOTE NEGATIVE

● Alcune situazioni poco credibili e narrativamente deboli che anche se non rovinano la serie, gli restano sicuramente un po’ del fascino che ha in essenza.

● Il passato di Rebecca Webb non viene molto sviluppato, il che rende impossibile comprendere il perché lei sia diventata una donna così ambiziosa ed egoista.

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