Inexorable (2021). Lo scrittore, la bambina e la sconosciuta 

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Locandina di Inexorable

Inexorable

Titolo originale: Inexorable 

Anno: 2021

Nazione: Belgio, Francia

Genere: thriller

Casa di produzione: Frakas Productions, The Jokers Films

Distribuzione italiana: Midnight Factory

Durata: 98 minuti

Regia: Fabrice Du Welz

Sceneggiatura: Joséphine Darcy Hopkins, Aurélien Molas, Fabrice Du Welz

Fotografia: Manuel Dacosse

Montaggio: Anne-Laure Guegan

Musiche: Vincent Cahay

Attori: Benoît Poelvoorde, Melanie Doutey, Alba Gaïa Kraghede Bellugi, Janaina Halloy, Jackie Berroyer, Catherine Salée

Trailer di Inexorable

Informazioni sul film e dove vederlo

Lo sceneggiatore e regista belga Fabrice Du Welz dopo aver diretto l’apprezzato thriller Calvaire, presentato al Festival di Cannes 2004, il dramma Vinyan, presentato fuori concorso alla 65ª Mostra del cinema di Venezia, l’oscuro Adorazione (2019), che ha ottenuto ben sei candidature ai premi Magritte 2022, tra cui miglior film e miglior regia, realizza Inexorable, un thriller – psicologico, presentato in anteprima mondiale, il 7 settembre 2021, al 47 ° Festival del cinema di Deauville, per poi venire distribuito in Francia il 6 aprile 2022. La pellicola in Italia non è giunta in sala cinematografica ma solamente in streaming, sul servizio on demand, Prime Video Premium, e in home video, da Aprile 2023, grazie a Midgnight Factory e Plaion Pictures. 

Trama di Inexorable

Marcel Bellmer è uno scrittore di fama mondiale, grazie al suo ultimo romanzo, Inexorable, divenuto, in breve tempo, un bestseller, ma dopo aver scritto questo libro ecco che lo coglie una crisi creativa. Alla ricerca di un po’ d’ispirazione per partorire una nuova opera letteraria, Marcel decide di trasferirsi insieme alla moglie Jeanne Drahi Bellmer, un editrice di fama internazionale, e la piccola figlia Lucie, in un immensa villa di proprietà della moglie, situata in aperta campagna. La quiete del posto, circondato da un immenso parco, sembrerebbe fornire all’uomo le condizioni ideali per tornare a scrivere, ma nella loro vita fa irruzione una ragazza misteriosa, Gloria, che la famiglia Bellmer conosce in maniera alquanto casuale.  La ragazza, ben presto, diverrà una figura fissa all’interno del nucleo familiare, prima come amica della loro figlia Lucie, una bambina solitaria, successivamente come domestica della casa, per volere di Jeanne. Con il passare dei giorni però Gloria diverrà sempre più una figura morbosa e invasiva, attuando una serie di stratagemmi per manipolare i componenti della famiglia. Qual’è però il suo scopo? Perché è andata dai Bellmer?

Alba Gaïa Bellugi in Inexorable
Alba Gaïa Bellugi in Inexorable

Recensione di Inexorable

Frabrice du Welz – Dichiarazione tratta dal libretto interno all’edizione Blu-ray di MidgNight Factory, redatto da Nocturno. 

La scintilla iniziale per mettere in piedi un film, è sempre la stessa. Non puoi mai dire esattamente da dove ti piomba addosso l’idea, Ma per quanto riguarda Inexorable, tutto è scaturito dalla volontà di strutturare un thriller un po’ più classico nella forma, rispetto ai miei ultimi lavori. Volevo creare un bel po’ di tensione e aprirmi a qualcosa di più ampiamente fruibile. Pensavo che il mio cinema precedente fosse un po’, non limitato, ma troppo difficile per alcune persone. Quindi volevo fare qualcosa di più diretto, con una forma classica, per giocare come un chirurgo con le mie preoccupazioni, come regista ma in un modo brutale e contorto. 

Il cineasta e sceneggiatore Belga in Inexorable cambia la sua estetica narrativa, reinventandosi a livello di linguaggio cinematografico, al fine di donarci una pellicola prettamente di genere come lo è Inexorable, una sorta di thriller – psicologico oscuro, che ci riconduce, però, entro un tema cardine della filmografia di du Welz: l’amoru fou, una passione folle, priva di ragionevolezza e basata su un forte senso di ostinazione. I personaggi creati dall’autore belga vivono entro questa dimensione amorosa che sfocia, più volta entro una dinamica di pazzia violenta, come è nel caso di questo lungometraggio, che ci presenta Gloria, una giovane donna spezzata, annientata da un passato a lei crudele, fatto di abbandono e di morte. La sceneggiatura, soprattutto nella prima metà del racconto, si muove sul filo dell’ironia drammatica, noi sappiamo bene, la natura pericolosa di Gloria, veniamo a conoscenza dei suoi problemi psicologici – comportamentali, denotabili sia dalla postura chiusa e spaventata della giovane sia da quella scena in cui la vediamo picchiarsi con una latina al fine di farsi delle lesioni (vistose) sul viso. Lo spettatore viene, subito, messo in avviso della pericolosità di quella ragazza, che pian piano, attraverso delle congetture e un attento lavoro d’isolamento dei Bellmer, entra a far parte del nucleo familiare, prima come amica e poi come dipendente. Man mano la storia procede, la sua natura malata e pericolosa farà sempre più breccia, sia a livello visivo che comportamentale. La sua psiche fatica a sopportare quella situazione familiare, volendo e desiderando altro, così, giorno dopo giorno, la sua vera essenza si farà sempre più evidente e la sua ossessione per lo scrittore di Inexorable diverrà sempre più morbosa e pericolosa, mettendo a rischio la sussistenza della stessa famiglia borghese. Gloria ci appare un personaggio subdolo, mossa da un profondo sentimento interiore, di una ricerca di affetto familiare, nato da un suo bisogno di non sentirsi abbandonata da coloro che ama. Il personaggio ci appare nella sua tridimensionalità grazie allo splendido lavoro compiuto da Alba Gaïa Bellugi, attrice classse 1995, che ha iniziato la sua carriera al Théâtre du Soleil con Ariane Mnouchkine. La giovane interprete riesce a mostrarci la debolezza, la forza e la pazza del suo personaggio, attraverso un ottima espressione facciale e attraverso il portamento fisico della giovane, da cui traspare la propria timidezza, la propria chiusura nei confronti degli altri e la propria caparbietà d’intenti. 

Alba Gaïa Bellugi

Il punto era come riuscire a esprimere la verità, come potersi insinuare nella sua follia. Perchè per me era importante arrivare a comprendere la logia di tutto questo, ciò che ha spinto Gloria fino a questo punto. 

Nei precedenti film di du Welz il mondo fuori ha fatto quasi sempre da sfondo alle sue narrazione. In Inexorable, invece, rimaniamo fossilizzati entro il medesimo ambiente narrativo per tutta la durata filmica. Il proscenio della vicenda è un luogo chiuso, una villa sul limitare della foresta con una sorta di campo di grano dinanzi. Il lungometraggio si muove, in maniera incessante, entro due dimensioni: gli interni della villa e l’esterno della villa. La macchina da presa narra in maniera intensa queste due dimensioni “chiuse”, soprattutto l’interno della villa, con i suoi lunghi corridoi e le sue stanze vuote in fase di ristrutturazione. La location interna possiede una sua vita drammaturgica, ergendosi a personaggio filmico. La nuova dimora della famiglia non ci appare mai come un luogo idilliaco, anzi, sembra possedere una sua oscurità, da un lato abbiamo Marcel Bellmer che non riesce a scrivere nella stanza – laboratorio che fu di suo cognato (un importante editore) dall’altro lato il luogo ci viene rappresentato con tonalità oscure o tendenti al rosso, il tutto prende una nota di maggior oscurità a causa delle problematiche connessi alla corrente, che più e più volte si stacca lasciando la famiglia al buio. La dimora, per certi versi, richiama alla nostra mente quelle location dei film gotici e di fantasmi, dimostrandosi uno spazio a tratti inquietante, anche se il regista non lo va mai a  mostrare attraverso un uso musicale e d’inquadrature tipiche dei film horror. Il racconto inoltre, possiede a livello narrativo, una maggior semplicità ed esplicita (per certi versi) difronte agli altri lungometraggi del medesimo regista. La struttura è lineare e tipica di questi film di genere, ma allo stesso tempo la storia, con i suoi simbolismo e trame secondarie, non appare poi così semplice, nonostante alcune banalità della sceneggiatura. Inexorable è una gotico alla Chabrol, cineasta follemente apprezzato da du Welz, non a caso nei primi trenta minuti della pellicola vengono inseriti svariati elementi tipicamente chabroliani come l’introduzione di una famiglia borghese, di cui esploriamo la vita di coppia, con Marcel che proviene da una classe inferiore, mentre Jeanne deriva da una classe borghese, figlia di un famoso editore. Una dinamica di livello economico e di forza e di potere che è molto forte all’interno della vicenda narrata. I personaggi della famiglia ci vengono descritti in maniera abbastanza tridimensionale (a eccezione della moglie Jeanne) ma allo stesso tempo la sceneggiatura non ci racconta pienamente la vicenda, lasciandoci delle zone d’ombra alquanto importanti, non permettendoci di comprendere, pienamente, Gloria e Marcel, connessi da un misterioso legame che viene fatto intuire ma non spiegato fino in fondo. 

Fotogramma di Inexorable

In conclusione

Il lungometraggio è in grado di trascinarci con forza nel suo mondo e nei suoi personaggi, il tutto grazie a delle intese recitazioni e a una fotografia di livello. Alcuni elementi di sceneggiatura possono apparire banali, ma il modo in cui sono stati raccontati appaiono interessanti. Indubbiamente, per gli amanti del genere, è una pellicola che vale visionare, anche se non è un capolavoro. 

Note positive

  • Interpretazioni
  • Regia
  • Scenografia
  • Fotografia

Note negative

  • Alcuni elementi sono di facile intuizione (come il rapporto tra Gloria e Marcel) magari si poteva optare per scelte meno convenzionale e tipiche del genere. 
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