La Diseducazione di Cameron Post (2018): l’omosessualità negli anni Novanta

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La Diseducazione di Cameron Post

Titolo originale: The Miseducation of Cameron Post

Anno: 2018

Paese: Stati Uniti

Genere: Drammatico, Teen

Produzione: Beachside Films, Parkville Pictures

Distribuzione: Teodora Film

Durata: 91 min.

Regia: Desiree Akhavan

Sceneggiatura: Desiree Akhavan, Cecilia Frugiuele

Fotografia: Ashley Connor

Montaggio: Sara Shaw

Musiche: Julian Wass

Attori: Chloë Grace MoretzJohn Gallagher Jr., Sasha LaneForrest GoodluckJennifer EhleMarin IrelandQuinn Shephard

Trailer italiano de La Diseducazione di Cameron Post

Presentato al Sundance Film Festival 2018 e vincitore del Grand Jury Prize nella sezione Dramatic, La Diseducazione di Cameron Post è un film di denuncia che rivela l’esistenza di alcune terapie di riorientamento sessuale tollerate negli Stati Uniti. La pellicola è disponibile gratuitamente su Prime Video.

Trama de La Diseducazione di Cameron Post

Primi anni 90, Montana: la quattordicenne Cameron Post viene beccata dal fidanzato durante un rapporto sessuale con un’altra ragazza, l’amica Coley. Sua zia, fervente cristiana e tutrice di Cameron dopo la morte dei genitori, la spedisce nella comunità di recupero cristiana della dottoressa Lydia Marsh per diseducarla all’omosessualità, il centro religioso God’s promise che si occupa della conversione dei giovani che come Cameron peccano agli occhi di Dio amando una persona dello stesso sesso. Nell’istituto la ragazza farà nuove amicizie, ma arriverà anche a dubitare di sé stessa, della sua identità di genere e della veridicità di quel sentimento provato nei confronti dell’amica. Ma quanto c’è di sano in una comunità che spinge i ragazzi all’odio verso sé stessi? Cameron lo scoprirà sulla propria pelle, quando gli effetti collaterali di quel metodo insensato metteranno definitivamente in discussione l’efficacia della terapia.

Recensione de La Diseducazione di Cameron Post

Tratto dall’omonimo best-seller di Emily Danforth, La diseducazione di Cameron Post funziona perché affronta un tema importante con toni leggeri e a tratti ironici. La regista Desiree Akhavan dirige una pellicola densa di momenti di riflessione, efficaci proprio perché resi con l’ironia dei personaggi che, nonostante una società che li vuole cambiare, non si buttano giù d’animo e riescono a sdrammatizzare sorridendo della loro situazione. Il merito di ciò va senz’altro alla sceneggiatura, che molto poggia sul libro, e agli attori perfettamente calati nei loro ruoli. La protagonista Cameron è la ventitreenne Chloë Grace Moretz, (Hugo Cabret, Suspiria): sostenitrice dei diritti della comunità LGBT, la Moretz riesce a mostrare le mille sfaccettature del suo personaggio, intrappolata tra ciò che è e ciò che invece secondo gli altri dovrebbe essere. I suoi compagni di avventura (o di sventura) sono Jane Fonda (interpretata da Sasha Lane, vista in Utopia), ragazza lesbica cresciuta in una comunità hippie, alla quale la direttrice imputa l’omosessualità della ragazza, e Adam Red Eagle (Forrest Goodluck, il figlio di Di Caprio in Revenant), nativo americano diventato gay, sempre secondo la direttrice, a causa dello stretto rapporto con la madre.

“Cameron è già un nome maschile, abbreviarlo in qualcosa di ancora meno femminile non fa che esasperare la tua confusione di genere”

Direttrice Lydia Marsh

Con questa diretta affermazione entra in scena la direttrice, interpretata da una gelida Jennifer Ehle (Contagion, Cinquanta sfumature di grigio), fiera della sua missione e dell’efficacia del suo istituto dimostrata proprio dalla diseducazione del fratello Rick (John Gallagher Jr), sua prima cavia ed ex omosessuale, ora reverendo che guida i ragazzi verso la conversione.

Qualunque siano la loro provenienza e il tipo di rapporto coi genitori, è qua che vanno riscontrate le motivazioni che hanno portato gli adolescenti a deviare dal volere di Dio: alcun rapporto coi genitori portano il ragazzo o la ragazza a provare un sentimento per persone dello stesso sesso (SS), così come un fortissimo legame familiare.

La Diseducazione di Cameron Post è per molti tratti la versione moderna di Qualcuno volò sul nido del cuculo: la direttrice Marsh che accoglie i ragazzi con una dolcezza quasi diabetica e un sorriso paretico somiglia molto all’infermiera Mildred che nasconde la propria indole perfida dietro una calma apparente e una finta gentilezza. Cameron è la nuova arrivata che non scombina gli equilibri alla pari di Randle ma che fatica a integrarsi in una comunità in cui tutto è già prestabilito e in cui le singole personalità si appiattiscono e svaniscono, finendo per confondersi e omologarsi l’una con l’altra. Il lavaggio del cervello che viene fatto ai discepoli del God’s promise non è meno violento o radicale di quello praticato nel manicomio del film di Forman.

I tentativi messi in atto dai ragazzi membri del centro per ribellarsi alle regole che impongono loro di comportarsi come Dio comanda daranno vita a dei momenti simpatici ma che si impongono allo spettatore anche come occasioni per riflettere su una società che ci vuole omogenei ma non omosessuali, eterosessuali ma non eterogenei.

NOTE POSITIVE

  • Sceneggiatura e regia creano un film che con leggerezza riesce a parlare di temi importanti;
  • La caratterizzazione dei personaggi grazie all’ottimo lavoro degli attori;
  • L’attualità del problema nonostante la storia sia ambientata una trentina d’anni fa.

NOTE NEGATIVE

  • Le peculiarità di alcuni personaggi potevano essere maggiormente approfondite.
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