La donna che visse due volte (Vertigo): Suspense e inganno in un gioco di contrapposizioni

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la donna che visse due volte locandina film

La donna che visse due volte

Titolo originale Vertigo

Anno: 1958

Paese: USA

Genere: Thriller

Produzione: Paramount

Distribuzione: Paramount

Durata: 128 minuti

Regia: Alfred Hitchcock

Sceneggiatura Samuel Taylor

Fotografia: Robert Burks

Musiche: Bernard Herrmann

Attori James Stewart; Kim Novak; Barbara Bel Geddes; Tom Helmore; Raymond Bailey

Trailer sub ita del film Vertigo- La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock

Trama di Vertigo- La donna che visse due volte

In seguito a un incidente durante un inseguimento, il poliziotto John Ferguson (detto “Scottie”) inizia a soffrire di vertigini e decide di lasciare la polizia. Accetta allora la richiesta di un suo ex compagno di college di sorvegliare sua moglie Madeleine Elster, che sembra avere una strana ossessione per la sua bisnonna, morta suicida.

Quando un pomeriggio la donna si getta in mare, Scottie la salva e tra i due nasce una storia d’amore. Non molto tempo dopo però la donna decide di togliersi la vita gettandosi dalla cima di un campanile e nulla può fare l’uomo, paralizzato dalle vertigini, per salvarla.

Un anno dopo la tragedia, Scottie incontra in un negozio Judy Barton, una commessa incredibilmente simile alla defunta Madeleine.

Recensione di Vertigo- La donna che visse due volte

Capolavoro del “maestro del brivido” Alfred Hitchcock, il film Vertigo (titolo italiano La donna che visse due volte) è la trasposizione del romanzo francese D’entre les morts scritto nel 1954 da Pierre Boileau e Thomas Narcejac. Della storia originale il regista mantiene solo la struttura narrativa, cambiandone l’ambientazione e diversi dei momenti principali della vicenda.

Accolto inizialmente freddamente dalla critica, che lo definì un melodramma lungo e lento, pochi anni dopo il film fu rivalutato e acclamato, quando il regista venne consacrato come autore. Oggi è considerata la pellicola che aprì la fase più matura del lavoro di Hitchcock.

Due le caratteristiche principali del film: il sentimento di vertigine, mostrato fin dalla scena dei titoli di testa dalle spirali geometriche delle animazioni grafiche di Saul Bass, dalla fotografia e dai repentini cambi di luce e abbinamenti di colori ipnotici (come il verde e il rosso, che rappresentano la passione e la morte e che ritornano come un ritornello per tutta la durata del film); e il “gioco di contrapposizione” che troviamo tra i diversi personaggi.

Prima tra tutte quella tra Judy e Madeleine, che si risolve nel tentativo disperato del protagonista di trasformare Judy nella sua amata costringendola a vestirsi, pettinarsi e atteggiarsi come lei. La differenza è sottolineata anche da altri aspetti, come la differenza di status sociale (una di alta classe l’altra una commessa). Altra contrapposizione quella tra Madeleine e la bisnonna Carlotta; la prima indelebile nella memoria di Scottie, la seconda invece sulla tela del quadro, e sottolineata dal dettaglio della collana.

L’ultima degna di nota che ci viene sottoposta è quella tra la figura di Midge mostrataci come simbolo della donna materna, affidabile e lavoratrice (in cui lo stesso regista si riconosce) legata a scene d’interni (rimando all’intimità familiare) e quella della femme fatale sofisticata, algida e indipendente (personaggio tipico in quasi tutti i film dell’autore come ad esempio Uccelli o La finestra sul cortile), legata alle scene di esterni.

Forte è la presenza del concetto di psicanalisi, anche se non si sa con esattezza quanto Hitchcock potesse conoscere del lavoro di Freud.  All’inizio del film sembra essere Madeleine ad aver bisogno di cure vista la sua ossessione per la bisnonna (lo stesso Scottie suggerisce all’amico di rivolgersi a uno specialista), è invece poi proprio il protagonista a finire ricoverato in una casa psichiatrica per uscire dalla depressione.

E legato alla psicoanalisi è il concetto di ipnosi, collegato alla vertigine del titolo, allo spaesamento e alla sospensione, che troviamo ripetutamente negli aspetti tecnici, scenografici e fotografici come la presenza in molte scene di specchi che permettono di creare rimandi e giochi di sguardi, nella colonna sonora che si ripete e ritorna come una melodia ipnotica, ma soprattutto dai movimenti della macchina da presa, uno su tutti il carrello zoom nella sequenza del bacio in camera da letto tra Scottie e Judy/Madeleine, in cui la cinepresa ruota in senso opposto rispetto a quello in cui ruotano i personaggi, o anche nella scena a fine film in cui il protagonista sale le scale del campanile.

Si può parlare di una vertigine interpretativa a tutto tondo, che riflette negli aspetti visivi i disturbi interni personali dei singoli personaggi.

Uno dei più importanti tra questi elementi messi in gioco da Hitchcock è il flashback, espediente a lui caro che infatti utilizza spesso nei suoi lavori), che decide qui di utilizzare per sciogliere la matassa mostrando la verità prima allo spettatore. In questo caso il rimando è una lettera, in cui la protagonista dichiara la sua colpevolezza.

Per concludere, Vertigo è un thriller senza tempo che qualcuno potrebbe definire il miglior film di Hitchcock. Perfettamente calibrato e con il giusto ritmo, guida lo spettatore fino alla rivelazione finale in un crescendo di mistero.

Note positive

  • L’uso dei colori
  • Il gioco di contrapposizioni
  • La suspense

Note negative

  • Il titolo della versione italiana
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Un commento

  1. Tuttavia non mi è chiaro come finisce il film; la ragazza che si è trasformata in Judy si getta dal campanile o viene spinta?

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