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Flashback
Titolo originale: Flashback
Anno: 2020
Paese: Canada
Genere: Fantascienza, thriller, horror
Produzione: Resolute Film, Addictive Pictures
Distribuzione: Lionsgate
Durata: 97 minuti
Regia: Christopher MacBride
Sceneggiatura: Cristopher MacBride
Fotografia: Brendan Steacy
Montaggio: Matt Lyon
Musiche: Pilotpriest
Attori: Dylan O’Brien, Maika Monroe, Hannah Gross
Presentato alla 21° edizione del Trieste Science + Fiction Festival, Flashback (denominato anche The Education of Fredrick Fitzell) è il secondo film indipendente del regista canadese Christoper MacBride, il quale aveva realizzato nel 2012 il lungometraggio The Conspiracy. Il progetto riguardante Flashback ha avuto una lunga gestazione, passato di mano in mano tra vari produttori, ha visto la luce solo nel 2020.
Trama di Flashback
Le improvvise e orrorifiche visioni di Cindy, una ragazza scomparsa ai tempi della scuola, spingono Fred Fitzell a contattare i vecchi amici con i quali prendeva una droga misteriosa chiamata Mercury.

Recensione di Flashback
Sin dall’inizio Christopher MacBride rende evidente la domanda che terrà banco per tutta la durata della pellicola: e se il tempo non scorresse linearmente come invece lo percepiamo? (Appaiono evidenti i richiami filosofeggianti al primo Matrix).
Fred (Dylan O’Brien) ha delle visioni in cui vede Cindy: una donna sepolta nel suo passato, un’ombra della sua gioventù con cui non ha contatti da tredici anni. Il ricordo di Cindy (Maika Monroe) si fa strada in Fred, confondendone la quotianità. Così inizia a cercarla attraverso vecchi amici comuni (insieme a cui assumevano la droga “Mercury”), nessuno però sembra sapere che fine abbia fatto la ragazza. Passato, presente e futuro iniziano a confondersi.

MacBride riesce molto bene a raccontare questo viaggio allucinato: il montaggio è aggressivo, la musica è ipnotica e le scelte cromatiche e di messa in scena confondono allineando situazioni distanti anni. Questa grande perizia tecnica conferisce al film un ritmo frenetico che propone continuamente parallelismi fra le diverse epoche, persino tramite il “blocking” degli attori in scena (ovvero il modo in cui vengono posizionati nell’inquadratura) che spesso coincide nei continui salti fra passato e presente.
Immagine Promozionale Flashback
È proprio l’abilità registica il grande merito di Flashback: la sceneggiatura non viene mai “spiegata” (cadendo nella mera esposizione) bensì raccontata visualmente tramite espedienti registici che ci guidano abilmente attraverso la pellicola. Notevole l’equilibrio mostrato in fase di scrittura: Non si cade mai nell’eccesso, nel ridondante, la confusione risulta sempre “appropriata” e mai di troppo. Il montaggio frenetico visualizza il “trip” del protagonista causato dalla Mercury (rifacendosi stilisticamente a “Requiem for a Dream” di Aronofsky che in questo ha fatto scuola).
Dylan O’Brien
L’apice emotivo viene raggiunto sul finale in cui la vicenda troverà la sua naturale conclusione, concedendosi ritmi più rilassati che tirano dolcemente le fila di una pellicola che fino a quel momento non ha lasciato un attimo di respiro allo spettatore, avvolto a pieno nel “mood” costruito dal regista. Flashback è fantascienza nella sua accezione migliore: una metafora sull’uomo e il suo viaggio. Un viaggio dentro se stesso e dentro il tempo.
Note positive
- La regia riesce a rendere visualmente l’idea di confusione ricercata dal regista
- La vicenda coinvolge
- Vengono posti una serie di interrogativi che rendono la pellicola tematicamente interessante.
Note negative
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