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La forma dell’acqua
Titolo originale: The Shape of Water
Paese: Stati Uniti
Lingua: Inglese
Anno 2017
Genere: Drammatico, fantastico
Casa di Produzione: Bull Productions, Double Dare You (DDY), Fox Searchlight Pictures, TSG Entertainment
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 2h 03m
Regia Guillermo del Toro
Sceneggiatura Guillermo del Toro, Vanessa Taylor
Montaggio Sidney Wolinsky
Dop Dan Laustsen
Musica: Alexandre Desplat
Attori: Sally Hawkins, Octavia Spencer, Michael Shannon, Richard Jenkins, Doug Jones
Trama de La forma dell’acqua
La pellicola è ambientata durante la Guerra fredda, e racconta l’improbabile storia d’amore tra Elisa, una donna delle pulizie affetta da mutismo (interpretata da Sally Hawkins) e una creatura anfibia trovata nei fiumi dell’Amazzonia.
Quando i militari del laboratorio governativo, dove è ambientata gran parte della storia, decidono di vivisezionare la creatura, Elisa escogita un piano per salvarla, coinvolgendo l’amico e vicino di casa Giles (Richard Jenkins) che, come lei, vive una vita solitaria in un appartamento sopra a un grande cinema privo di spettatori.

Recensione de La forma dell’acqua
Se vi parlassi di questo, che cosa vi direi? Vi metterei solo in guardia su una storia di amore e perdita. E sul mostro che voleva distruggere ogni cosa.
(cit. La forma dell’acqua)
La forma dell’acqua (The Shape of Water) un film fantastico – sentimentale diretto da Guillermo del Toro, regista messicano famoso per il Labirinto del fauno (2006), uscito vincitore al Leone D’oro alla 74essima Mostra internazionale d’arte cinematografica, dove è stato presentato in anteprima mondiale, ed ha ottenuto l’oscar 2018 al miglior film e alla miglior regia, oltre a essere stato nominato in varie categorie dall’Academy.
Uno dei protagonisti dei film è la creatura, magistralmente interpretata da Doug Jones, che appare in quasi 160 titoli ma risultando totalmente Irriconoscibile essendo specializzato in raffigurare mostri, che lo costringono a subire lunghe ore di make-up. Questa sua capacità di esprimersi con la mimica corporea risalta particolarmente ne La forma dell’acqua poiché, insieme alla Hawkins, riesce a trasmettere allo spettatore l’attrazione che i due protagonisti provano fin da subito l’uno per l’altra senza l’uso di qualsiasi tipo di dialogo. La mancanza di voce dei due personaggi principali potrebbe essere considerata ardita, ma il linguaggio dei segni e la gestualità riescono a colmare in pieno questa assenza.
Elisa Esposito e la creatura hanno molto in comune: nessuno dei due è in grado di farsi comprendere appieno dal mondo esterno e tutti e due sono completamente soli e hanno bisogno di un ancora di salvezza che li porti via da quella triste realtà che li circonda. Entrambi provengono dall’acqua: Elisa è stata trovata neonata sulle sponde di una palude vicino al fiume e al collo a degli strani graffi che neanche lei sa da cosa siano causati che assomigliano molto a delle branchie. Che sia solo una coincidenza che si innamorerà di un essere proveniente da un fiume?

Fin dall’inizio del film Elisa viene mostrata allo spettatore come una dolce ragazza, piena di stranezze, di romanticismo e alla ricerca di una magia che il mondo non possiede. Logico che si innamori di un essere che non ha niente in comune con il mondo intorno a lei. La loro storia d’amore e le loro solitudini sono il tema del film.
Cosa sono io? Muovo la bocca come lui, non emetto nessun suono, quindi io cosa sono? Tutto ciò che sono, tutto ciò che sono mai stata, mi ha portata qui da lui. Quando mi guarda, il modo in cui mi guarda…lui non sa cosa mi manca, nè che sono incompleta. Lui mi vede per ciò che sono, come sono ed è felice di vedermi, ogni volta. Ed io adesso posso salvarlo o lasciarlo morire.
(ci.La forma dell’acqua)
Molto classica la parte riguardante lo spionaggio sovietico, certamente utile ai fini della trama ma facilmente sostituibile con altri espedienti. Il personaggio che fa il doppio – gioco è utile alla protagonista in un paio di scene, ma non avrebbe fatto differenza ambientare la storia ai giorni nostri e mettere al suo posto un personaggio di pari carriera e semplicemente impietosito dalle condizioni barbare in cui era tenuta la creatura.
La colonna sonora, composta da Alexandre Desplat (già premio Oscar per Gran Budapest Hotel) è emozionante e intensa, adeguata alle scene e al periodo storico in cui il film è ambientato. In una pellicola in cui la storia d’amore non si basa sul dialogo, le musiche coinvolgenti trasportano lo spettatore nell’azione, aiutandolo a condividere il momento con i personaggi. Delle tredici, meritatissime, candidature alla notte degli Oscar, tre riguardano appunto il sonoro (miglio colonna sonora, miglior sonoro e miglio montaggio sonoro) e ben tre a Guillermo del Toro, in veste di regista, sceneggiatore e produttore.
L’unica cosa che mi viene in mente e’ una poesia, sussurrata da un innamorato centinaia di anni fa: “Incapace di percepire la tua forma ti ritrovo tutto intorno a me. La tua presenza mi riempie gli occhi del tuo amore, onora il mio cuore… perché’ sei ovunque. La Forma dell’Acqua”
Note positive
- Non lascia interrogativi aperti, seppur non spiegando la natura della creatura
- Il trucco realizzato su Doug Jones, che fa apprezzare la scelta di non essere ricorsi all’ormai classico CGI.
Note negative
- Il legame d’affetto tra i due personaggi principali si crea troppo in fretta, non è molto realistico data la natura inconsueta della creatura.
- Alcune scene nella seconda metà del film potrebbero infastidire gli spettatori impressionabili.