La Ruota Delle Meraviglie – Wonder Wheel (2017): scorci di luce su una buia quotidianità

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La Ruota Delle Meraviglie – Wonder Wheel

Titolo originale: Wonder Wheel

Anno: 2017

Paese: Stati Uniti d’America

Genere:  Drammatico

Produzione:

Distribuzione: Lucky Red

Durata:  101 min

Regia: Woody Allen

Sceneggiatura: Woody Allen

Fotografia: Vittorio Storaro

Montaggio: Alisa Lepselter

Attori: Kate Winslet, Justin Timberlake, Juno Temple, James Belushi, Max Casella, Tony Sirico, Steve Schirripa, Jack Gore, David Krumholtz, Robert C. Kirk, Tommy Nohilly, Tom Guiry, Bobby Slayton

Trailer italiano de La Ruota Delle Meraviglie – Wonder Wheel

Woody Allen ha sempre avuto una particolare passione per Coney Island, tanto da inserire proprio nel suo parco dei divertimenti, sotto le sferraglianti montagne russe conosciute come ‘Cyclone’, la memorabile casa dell’infanzia di Alvy Singer in Io e Annie.Allen ha molti ricordi felici legati ai momenti trascorsi in quel luogo da bambino. “I suoi giorni di gloria appartengono ad un’epoca molto precedente alla mia nascita, ma quando ci andavo era ancora molto emozionante”, racconta. “Mi ha sempre colpito molto. Lì c’era tanta gente pittoresca, e così tante attività complicate e contrastanti che l’atmosfera era particolarmente vitale. Ho pensato che sarebbe stato uno scenario molto stimolante in cui ambientare una storia drammatica”. Proprio guardando le sue origini decide nel 2017 d’immergerci dentro questo mondo con il suo film La Ruota Delle Meraviglie – Wonder Wheel, impreziosito dalla cinematografia del Premio Oscar® Vittorio Storaro.

Trama de La Ruota Delle Meraviglie – Wonder Wheel

Coney Island, anni cinquanta. Ginny è una ex attrice di trentanove anni che lavora come cameriera in un modesto ristorante presso il parco giochi situato vicino alla costa. La sua vita è tutt’altro che roseo ma si ritrova invischiata in un complesso rapporto con il marito Humpty tendente all’alcool e alla violenza sia sul figlio ( avuto dal primo matrimonio) che su di lei. La donna del resto vive in una sorta di tristezza interiore per ciò che ha avuto e perso nei suoi anni precedenti dal fallimento del primo matrimonio e di non essere riuscita a diventare un attrice.

Nel frattempo conosce un giovane bagnino sulla costa, Mickey, di cui si invaghisce immediatamente. Il ragazzo, più giovane di lei, è un aspirante commediografo e attraverso questa tematica dello spettacolo iniziano a conoscerci e ad avere una relazione pericolosa.

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Fotogramma de la ruota delle meraviglie

Recensione de La Ruota Delle Meraviglie – Wonder Wheel

Come ogni anno ormai Woody Allen, per far fronte al suo dichiarato bisogno di scrivere un film ogni 365 giorni per non pensare ai problemi della vita, torna con un dramma ambientato in una Brooklyn degli anni cinquanta. Più precisamente ci troviamo a sud di Brooklyn, a Coney Island, dove diverse vite si intrecciano tra loro fino a tessere la tela di una trama semplice nella sua apparenza ma intelligentemente usata dal regista per comporre un disegno più grande.I n questa sorta di apparente paese dei balocchi troviamo i nostri protagonisti: Ginny (Kate Winslet), una donna tormentata dal peso di un errore giovanile nei confronti dell’uomo amato; Humpty (Jim Belushi) un lupo di mare che ha aiutato Ginny a trovare un lavoro e di cui ora è il marito in una relazione fin troppo problematica che ha generato un figlio piromane; Mickey (Justin Timberlake) , il bagnino con la testa all’arte e alle donne, una sorta di dandy; e infine Carolina (Juno Temple) la figlia che Humpty ha avuto con la sua prima moglie e che, dopo aver sposato un malavitoso non facendosi vedere per anni, torna dal padre perché cercata dalla mafia.

I personaggi di questo film appaiono come delle maschere di cui Allen si serve per esprimere le sue ossessioni, quelle che chiunque segua la sua filmografia conosce, sono dei personaggi semplici, delle macchiette: l’alcolizzato, la casalinga disperata, la giovane impertinente e l’aspirante scrittore. Sono questi i personaggi attorno ai quali ruota il film, niente di eccezionale verrebbe da pensare, ma con questo film il regista mostra una svolta nella sua poetica. Certo I personaggi appaiono come maschere che ricordano tanto la più volte citata tragedia greca, il film ha dichiaratamente un’impostazione a tratti teatrale, ma nella loro semplicità essi vengono mossi da Allen ai fini di comporre quel puzzle che finora, nella sua mente, era spesso stato difficile da ricomporre.

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La luce de La ruota delle meraviglie

La particolarità de La ruota delle meraviglie sta nel fatto che non sono i personaggi a parlare ma le luci, i colori e i giochi di fotografia che notiamo evidentemente per tutta la durata del film. L’introspezione psicologica di Ginny, come quella degli altri personaggi, ci viene mostrata grazie ai giochi di luce, con un chiaro riferimento alle metodologie sceniche teatrali, e sono proprio quegli scorci di luce a permetterci di guardare con speranza la tragedia che questi personaggi, a seconda delle loro motivazioni, portano dentro.Intendiamoci, tale speranza risulterà pura illusione, una chimera, stiamo pur sempre parlando di Woody Allen. Tuttavia sta proprio qui la grande novità, quella che il regista ci mostra con una metafora fin troppo esplicita, ossia quella del luna Park e in particolare della ruota panoramica.

Se i migliori film di Allen, uno su tutti, per intenderci, Io e Annie, aveva dentro di sé tutti i temi della poetica di Allen: la socializzazione con l’altro sesso, la relazione di coppia, la relazione con il mondo esterno e il taedium vitae, tutto edulcorato con uno stile ironico e sprezzante che fanno spesso confondere il film con una semplice commedia, adesso tutto e più chiaro e Allen crea un film semplice, non imbottito di tematiche difficili da comprendere a occhio nudo come nei suoi precedenti capolavori, ma realizza un film assolutamente non ermetico ma eccessivamente chiaro.

Visto che hai sposato uno che ha fatto i soldi ficcando la gente nel cemento probabilmente non hai mai lavato i piatti!

cit. La ruota delle meraviglie

In conclusione

Il regista mostra come la sua convinzione che la tragedia della vita, ovvero il fallimento, sia ormai così intrinseca nell’animo umano da essersi trasformata in accettazione. È questa la parola chiave del film, L’ accettazione, quella che nonostante gli sgargianti colori del luna Park si nasconde nella profondità di una realtà spesso avara, una realtà che a volte per caso, a volte per una nostra colpa ci condanna al tormento, così come è successo a Ginny che come un moderno Edipo paga una vecchia colpa la cui consapevolezza verrà a bussare alle porte della sua vita troppo tardi. Ma nonostante questo, la ruota continua a girare, tutto ciclicamente si ripete e l’accettazione la leggiamo nello sguardo spento di Kate Winslet nella sua ultima scena, prima che suo figlio, nell’ultima scena del film, accenda un fuoco bruciando i suoi sogni di speranza.

Note positive

  • La fotografia capace di suggerire stati d’animo
  • Una sceneggiatura quasi teatrale
  • L’ennesima grande prova di Kate Winslet.

Note negative

  • In alcune scene tra la Winslet e Timberlake, specie nel piano sequenza sul finire del film, si sente a pelle il divario tra i due attori. Io avrei scelto un attore più intenso.
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