Laurent Garnier: Off the Record (2021): un viaggio nella musica techno

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Laurent Garnier Off The Record  locandina

Laurent Garnier: Off the Record

Titolo originale: Laurent Garnier: Off the Record

Anno: 2021

Paese: Francia

Genere: Documentario

Casa di produzione: Featuristic Films, Anton, Agent Double Productions Sprl

Distribuzione: Nexo Digital

Durata: 1h 30m

Regia: Gabin Rivoire

Montaggio: Antoine Gazaniol

Trailer idi Laurent Garnier: Off the Record

Laurent vuole farti piangere. È questo quello che vuole fare. Vuole davvero collegare le tue emozioni al suono.

Carl Cox in Laurent Garnier: Off the Record

Arriva, come evento speciale, dal 10 al 12 gennaio 2022 il nuovo docufilm musicale della Wanted Cinema, che ci catapulta all’interno della vita del musicista Laurent Garnier che ha fatto della techno il suo mondo. Alcune proiezioni del lungometraggio in Italia saranno accompagnate da concerti e live session, il tutto seguito dall’emittente radiofonica M2o.

Trama di Laurent Garnier: Off the Record

Attraverso esclusive immagini d’archivio e filmati del recente tour mondiale di Laurent Garnier, ripercorriamo la sua affermazione sulla scena musicale degli anni ’80 fino a oggi, oltre a ciò facciamo un viaggio all’interno della musica techno, fatta di appassionati di musica, che hanno dovuto lottare per dare il pregio, meritato, a questo genere musicale che fin troppe volte nel corso della storia è stato vittima di disprezzo da una cultura che non comprendeva questo movimento culturale. La techno, difatti, non è solo musica ma uno spirito di vita, come mostra il disc joker francese.

Il docu-film è impreziosito da varie interviste e testimonianze da illustri dj e conoscitori di Garnier, come Carl Cox, Jeff Mills, The Blessed Madonna (conosciuta precedentemente come The Black Madonna), Peggy Gou, Kerri Chandler, Manu Le Malin, Mr. Oizo, Pedro Winter, Derrick May, Lenny Dee, l’ex Ministro della Cultura Jack Lang, produttori musicali e giornalisti.

Laurent Garnier Off The Record
Laurent Garnier Off The Record

Recensione di Laurent Garnier: Off the Record

La domanda è: perché mi sono buttato nella musica house? Forse mi sbagliavo, ma penso davvero che sia perché ero un grande amante della musica. Amavo la disco, amavo il reggae, adoravo la new wave, amavo il punk, amavo il soul. L’house e la techno sono l’essenza di tutto messo insieme. La musica house era quella che stavo aspettando

L. Garnier in Laurent Garnier: Off the Record

Privo di una voce narrante il docu-film di Gabin Rivoire, al suo primo lungometraggio, si dimostra come un prodotto ambiguo nel suo intento perché se da un lato tenta di andare a trattare il musicista e uomo Laurent Garnier, dall’altra parte prova a trattare la nascita, l’evoluzione e la diffusione, specialmente in America e in Europa, del genere techno, non a caso il cineasta ha scelto di scandire la narrazione suddividendola, più o meno, in base geografica, concentrandosi, di fatto, esclusivamente su alcune cittadine che hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo di questo tipo di musica, ovvero Manchester, New York, Detroit, Chicago, Londra e Parigi. Questa dinamica però rende la pellicola a tratti fin troppo caotica, soprattutto per uno spettatore che conosce poco il mondo della techno e dei suoi musicisti, a causa di una mancanza di focus, ovvero di una scelta decisa in fase di scelta di sceneggiatura e dei documenti d’archivio.

Rivoire sembra non sapere bene su cosa concentrarsi e quindi crea un ibrido interessante ma con alcune pecche evidenti; Laurent Garnier: Off the Record è un film che vuole parlarci della carriera musicale di Lauren Garnier, del suo tour techno (che ha avuto inizio a Barcellona pressa il 25 Sonar Festival dove si è esibito davanti a 15.000 persone, in un tour che lo ha condotto poi nei Bassani in Georgia e nei club affollati di Tokyo), e dello sviluppo del genere mostrando anche altri DJ e produttori come Kerri Chandler, Derrick May e DJ Pierre, amici e collaborati di Garnier. Indubbiamente però se l’argomento è interessante il regista o ci parlava del Dj joker di Boulogne sur Seine oppure della diffusione del genere, una delle due, non entrambi.

Laurent Garnier in Laurent Garnier: Off the Record
Laurent Garnier in Laurent Garnier: Off the Record

Uno sguardo su Laurent Garnier

Un folle, un appassionato, un uomo con i piedi per terra, è questo lo sguardo che otteniamo su Garnier, una persona che vive per fare musica e per ascoltare musica, non a caso la prima parte della pellicola ci parla della sua “pazzia” nel creare una libreria in grado di contenere tutti i suoi cd e vinili, che devono essere suddivisi per generi. L’uomo studia con attenzione la dimensione degli scaffali che ogni genere musicale deve possedere. Tutto ciò marca evidentemente l’importanza che lui dà al mondo musicale nella sua totalità. Il Dj in primis si dimostra un grande appassionato di musica, difatti come viene ripetuto spesso nel lungometraggio, l’uomo passa gran parte del suo tempo a sentire musica, sia dei nuovi musicisti non ancora famosi che di quelli giunti al pubblico, il tutto per ricercare nuovi sound, nuovi varianti di techno e nuovi artisti a cui potersi ispirare.

In alcuni passaggi andiamo a conoscere anche le origini del musicista soprattutto legate al mondo delle fiere e dei luna park che ha frequentato con assiduità fin dalla tenera età dato che i suoi nonni erano dei giostrai, coloro che hanno portato in Francia le montagne russe. Interessante è scoprire che proprio la passione per la musica techno sia nata in questo mondo dove le casse pompavano continuamente musica nuova ad altissimo volume, così il bambino affascinato dai ritmi e da queste melodie incominciò ad avvicinarci a quel mondo, che a 18 anni lo portò dalla Francia a Londra, quella terra che lo trasformò in un vero e proprio DJ.

Nel narrare la sua storia Laurent Garnier rimarca l’importanza che ha avuto nella sua educazione/formazione l’ambiente scolastico dell’alberghiero, o di aver lavorato a diciotto anni all’interno dell’ambasciata francese di Londra, oppure dell’importanza che ha avuto il periodo militare. Tutto ciò a suo avviso l’hanno messo con i piedi per terra e gli hanno dato delle regole con cui riesce a far convivere bene la sua follia e la normalità mondo reale, privo di quel caos che vige nella techno. Come lui ammette senza la sua famiglia e quelle esperienze lui non sarebbe dove si trova. Peccato però che proprio riguardo alla sua intimità di uomo il documentario non riesca a far breccia, ma tratta solo l’aspetto musicale che purtroppo è privo della sua reale storia “musicale” e le sue canzoni e sonorità si odono solo brevemente, tanto che alla fine del lungometraggio lo spettatore può chiedersi: ma quali sono le melodie realizzate da Laurent Garnier?

Fotogramma di Laurent Garnier Off The Record
Fotogramma di Laurent Garnier Off The Record

La techno: tra poesia, caos e ostacoli nazionali

La techno non ebbe vita facile, ma fin dalla sua origine racchiuse in sé il senso di caos riuscendo a unire un gran mix di persone molto diverse tra loro, da prima c’erano soprattutto gli individui della comunità LGBT e di quella afroamericana che abbracciarono la novità musicale ma poco dopo sopraggiunsero anche i bianchi che però portarono all’interno di quel mondo l’extasy. Questi individui, che non volevano che la serata finisse solo alle due di notte, avendo la sostanza nel corpo, dettero una svolta importante al movimento della techno che iniziò a fuoriuscire dai club per giungere nei rave, luoghi folli in cui poter suonare e ballare senza limiti. Purtroppo però tal evento creo un collegamento nella massa in cui si connettevano i rave e la techno alla droga, elemento non del tutto vero e su cui ci concentra la narrazione che dichiara come i DJ siano gli opposti delle classiche rock star maledette.

Tale periodo è identificato come Summer of Love: un fenomeno sociale culturale avvenuto negli anni ’80 e che ha portato all’ascesa dell’acid house e del rave party senza licenza. Per molti tempi i rave techno furono bloccati dalla polizia, soprattutto in Francia, dove la techno era vista in maniera dannosa per le nuove generazione, dichiarandola quasi come musica negativa da non ascoltare.

Non sapevo nulla della techno. Avevo bisogno di entrare in questa musica. L’ingresso in questa musica per molte persone fu proprio la Love Parade

Marcel Dettmann in “Laurent Garnier – Off the Record”

La politica dunque vedeva nel rave party qualcosa di assolutamente negativo, etichettandola come dei droga party ma in verità la situazione era diversa, questi luoghi erano si pieni di caos e probabilmente anche di droga, ma in primis erano un luogo di libertà culturale, dove ognuno poteva essere se stesso e poteva sfogarsi al di fuori delle logiche del mondo. I rave party erano un pericolo per gli stati non tanto per ciò che erano ma per la loro natura di luoghi al di fuori delle regole sociali e prive di qualsiasi tipo di autorità.

I musicisti per far sentire la loro musica, soprattutto in Francia, crearono anche la cultura dei secret party, ma anche qui la polizia francese interveniva spesso andando a chiudere tali locali senza dare spiegazioni in merito. Per fortuna la situazione cambia quando fu usata per la pubblicità di Jens una melodica techno con la F Communication che propone il brano “Flat Beat” di Monsieur Oizo e successivamente si sarà l’esplosione in Francia, ma non solo, del fenomeno Daft Punk. L’evento che però sancirà la forza della cultura techno in Francia è la techno parade di Parigi a cui Laurent Garnier partecipò facendo una dichiarazione storica e piena di significato:

La musica techno ha preso la Place de la Bastille!

Laurent Garnier – Off the Record

Da questo momento tutto è cambiato in Francia per questi musicisti.

Note positive

  • La parte riguardante lo sviluppo della techno

Note negative

  • Mancanza di un focus del lungometraggio che appare voler trattare troppi argomenti
  • Si parla poco delle canzoni di L. Garnier
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