Le mage du Kremlin (2025). Assayas realizza un film che non graffia – Venezia 82

Recensione, trama e cast del film Le Mage du Kremlin (2025). Olivier Assayas racconta la Russia di Putin attraverso il consigliere Vadim Baranov, ma senza mordente.

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Le Mage du Kremlin (2025). Actor Paul Dano - Credits Carole Bethuel
Le Mage du Kremlin (2025). Actor Paul Dano – Credits Carole Bethuel

Trailer di “Le mage du Kremlin”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Giuliano da Empoli mi ha inviato il suo manoscritto all’inizio del 2022, prima che venisse pubblicato da Gallimard, e l’ho messo da parte per leggerlo quanto prima. Conosco Giuliano di persona, siamo vicini di casa in una remota località della Toscana. Quella stessa estate mi ha chiamato un produttore per consigliarmi la lettura di un romanzo che secondo lui poteva diventare un bellissimo film: Il mago del Cremlino! Gli ho risposto che il libro era proprio lì, davanti a me, e che dalla mia finestra, riuscivo anche a vedere la casa dell’autore. A quel punto, incuriosito, l’ho letto subito. Oltre a uno stile impeccabile, il romanzo sfoggia un’acuta comprensione delle dinamiche di potere contemporanee. Pur trattando di eventi che conoscevo poco, mi ha sorpreso per l’originalità e la competenza con cui approfondisce tematiche politiche complesse. Tuttavia, non ero certo che potesse diventare un film. Mi sembrava troppo astratto, troppo intriso di dialoghi. Tutti quegli elementi che nel romanzo fluiscono in modo naturale, come ad esempio la riflessione sul potere e la storia della Russia moderna, mi apparivano troppo spinosi per il grande schermo. Ricordo di averci pensato a lungo, poi ho richiamato il produttore per spiegargli il motivo per cui, a mio avviso, l’adattamento de Il mago del Cremlino presentava delle difficoltà insormontabili che non sapevo come risolvere.

Qualche giorno più tardi, il mio agente e amico François Samuelson mi ha chiamato per parlarmi ancora del libro: “Conosci Il mago del Cremlino? Sia Emmanuel Carrère che sua madre, Hélène Carrère-d’Encausse, ne sono entusiasti. Che ne pensi?” Anche a lui ho risposto che pur condividendo questo entusiasmo, non avrei saputo come adattarlo per il grande schermo. Il mio produttore Olivier Delbosc – con cui stavo lavorando nel film Il tempo sospeso – mi ha incoraggiato a pensarci meglio. Da quel momento, abbiamo iniziato a parlarne anche con François Samuelson ed Emmanuel Carrère. Ho riletto il romanzo e ho iniziato a capire che forse c’era una possibilità di adattamento e che la collaborazione con Emmanuel avrebbe potuto offrire il giusto approccio. Ci conosciamo da molto tempo, abbiamo esordito entrambi come critici cinematografici in un ambiente in cui si conoscono tutti. L’idea di collaborare ad un progetto ambizioso era molto stimolante. Emmanuel conosce la storia della Russia per via del suo background familiare, parla il russo, ed è molto più ferrato di me sulle vicende della Russia contemporanea; inoltre ha condotto un’inchiesta sulla Russia post sovietica. Quindi mi sono convinto che Il mago del Cremlino possedesse tutti gli ingredienti per poter realizzare un film importante, il cui sviluppo sarebbe stato più chiaro nel corso del tempo.

Dichiarazione del regista

Il mago del Cremlino, conosciuto in francese come Le Mage du Kremlin, è un romanzo storico-politico che segna il debutto narrativo di Giuliano da Empoli, già noto come docente di politica comparata e autore di saggi. Pubblicato nel 2022 da Éditions Gallimard, il libro è stato successivamente tradotto in italiano da Mondadori. L’opera ha ottenuto un importante riconoscimento, il Grand prix du roman de l’Académie française, e si è classificata al secondo posto al Prix Goncourt dello stesso anno, vinto da Brigitte Giraud.

Nel 2025, il romanzo ha ispirato un adattamento cinematografico diretto da Olivier Assayas, che porta lo stesso titolo. Il film racconta l’ascesa al potere di Vladimir Putin attraverso gli occhi del suo immaginario consigliere strategico, Vadim Baranov. Il cast vede Paul Dano e Alicia Vikander nei ruoli principali, con Jude Law nei panni di Putin. Presentato in anteprima il 31 agosto 2025 alla 82ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il film è stato selezionato in concorso e sarà distribuito nelle sale italiane da 01 Distribution, in collaborazione esclusiva con I Wonder Pictures e Italian International Film.

Trama di “Le mage du Kremlin”

Russia, primi anni ’90: l’Unione Sovietica è appena crollata e il Paese si trova immerso in un caos di transizione e ricostruzione. In questo clima instabile, Vadim Baranov — mente brillante e figura enigmatica — inizia a emergere. Ex artista d’avanguardia e produttore televisivo, Baranov abbandona il mondo dello spettacolo per diventare il consigliere più fidato di un ex agente del KGB destinato a dominare la scena politica: Vladimir Putin, soprannominato “lo zar”.

Dotato di un’intelligenza strategica e di una profonda conoscenza dei meccanismi del potere, Baranov si trasforma nel regista invisibile della nuova Russia. Scrive discorsi, costruisce narrazioni, manipola l’immaginario collettivo. Ma c’è una figura che resiste al suo controllo: Ksenia, donna libera e refrattaria alle logiche del potere, che rappresenta l’unico punto di rottura nel suo sistema perfetto.

Dopo quindici anni di silenzio, Baranov decide di raccontare la sua versione dei fatti. Le sue parole, ambigue e taglienti, dissolvono il confine tra verità e finzione, tra cronaca e costruzione. Questo racconto svela i retroscena di un potere che si nutre di linguaggio, percezione e strategia, dove ogni parola è una mossa e ogni silenzio, una scelta.

Recensione di “Le mage du Kremlin”

Una tendenza sviluppata di recente è quella di esplorare le figure politiche di spicco. Ci ricordiamo di Vice – L’uomo nell’ombra (Adam McKay, 2018), dove viene esplorato il vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney, oppure il più recente The Apprentice di Ali Abbasi, dove si ripercorrono le orme di Donald Trump assieme alle sue malefatte. A Venezia sbarca Le Mage du Kremlin, un ritratto, almeno si pensava fosse così, di Vadim Baranov, uno dei principali consiglieri politici di Vladimir Putin, di cui non servono presentazioni, dato che gli eventi politici più recenti parlano da soli. Com’è questo mago? È davvero abile in politica? Ma, soprattutto, fa magie?

Partiamo dal principio? No, non è un mago. Viene chiamato il “nuovo Rasputin”, ma di miracoli non ne fa. L’intento di Assayas è chiaro fin dall’inizio: raccontare come una Russia finalmente libera dalla dittatura e aperta a nuovi orizzonti sia caduta nuovamente in un regime totalitario. Una mossa astuta veicolata dalla figura di Vadim, ex regista teatrale d’avanguardia che si fa strada nella politica russa fino a diventare il braccio destro del presidente Putin. Ma si conosce questo personaggio? In che modo uno spettatore può trovarlo interessante se quello che passa sul grande schermo è un elenco dei fatti ripresi totalmente da un libro di storia contemporanea?

La superficialità del regista lo si vede attraverso il suo protagonista, privo di motivazioni e di conflitti inferiori, un disegno anonimo che nemmeno l’interpretazione di Paul Dano può salvare. Tutti si aspettavano una figura che avrebbe smosso l’ex mondo sovietico per il proprio potere, ma non compie nulla di interessante per definirsi tale. La perfetta pedina del regime russo, ma di cui non si vede una complessità tale da incidere sullo schermo.

Attraverso Baranov si assiste alla nascita della nuova politica russa. Ci si addentra per quanto basta nelle vicende politiche intestine della nuova Russia come se fosse una lista della spesa, senza pathos, senza volontà di essere più critici e crudeli. Un libro di storia fatto a film, il quale si limita a raccontare in quasi 160 minuti le motivazioni che hanno dato vita alla Russia che tutti conosciamo.

Una pellicola senz’anima e priva di mordente, che per fortuna riesce a regalare delle buone interpretazioni da parte di Paul Dano e Jude Law. Soprattutto quest’ultimo riesce ad essere un Putin veramente convincente, riuscendo in certi momenti a far trasparire la paranoia che caratterizza il leader russo. Un’occasione sprecata che non aggiunge nulla, un biopic dallo stile molto classico che difficilmente rimarrà impresso nello spettatore.

In conclusione

Le Mage du Kremlin si presenta come un’opera ambiziosa, ma finisce per essere un ritratto opaco e privo di tensione. Olivier Assayas, pur partendo da una figura potenzialmente affascinante come Vadim Baranov, non riesce a costruire un personaggio memorabile né a offrire una lettura incisiva della Russia contemporanea. Il film si limita a illustrare, senza scavare, senza provocare, senza emozionare. Nonostante le buone prove attoriali di Paul Dano e Jude Law, il risultato è un biopic convenzionale, che manca di mordente e che difficilmente lascerà il segno nel panorama cinematografico o nella memoria dello spettatore.

Note positive

  • Ricostruzione storica accurata

Note negative

  • Protagonista privo di profondità psicologica
  • Narrazione piatta e priva di pathos
  • Ritmo eccessivamente dilatato
  • Mancanza di una visione critica o provocatoria
  • Stile troppo classico e poco incisivo

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazione
Emozione
SUMMARY
2.4
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Gianluca Zanni
Gianluca Zanni