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Libro di Giona
Titolo originale: Libro di Giona
Paese di Produzione: Italia – Bulgaria
Anno: 2020
Genere: Documentario
Produttori: Gianluca De Serio e Massimiliano De Serio
Durata: 71 minuti
Regia: Zlatolin Donchev
Montaggio: Zlatolin Donchev
Attori: Massimiliano Piccardo, Elena Carta
Trama di Libro di Giona
In una piccola automobile colma di oggetti, Massimiliano è immerso nella lettura di un libro. Nella vettura lui mangia, dorme, sogna e scatta una gran quantità di fotografie con un vecchio cellulare. Queste oltre a documentare i posti visitati, restituiscono anche uno spaccato della propria quotidianità
Massimiliano Piccardo ed Elena Carta
Recensione di Libro di Giona
In concorso al Premio Salani 2020 del Trieste Film Festival è stato presente anche Libro di Giona, docufilm diretto dal regista Zlatolin Donchev e prodotto dai fratelli De Serio. La storia narra la quotidianità di Massimiliano Piccardo, un uomo che si ritrova a vivere all’interno della propria autovettura, leggendo un libro che lo porterà ad esplorare nuovi mondi attraverso l’immaginazione.
Nella scena iniziale ci vengono presentati subito i due personaggi principali della pellicola all’interno della fatidica automobile ( Massimiliano ed Elena), che discutono relativamente allo stile di vita sempre più stancante a cui l’uomo da troppi anni è sottoposto, accompagnati da un rumore stradale in sottofondo, volto quasi a voler rendere anche con il sonoro la difficoltà provata da entrambi nel trovare un punto di comune accordo.
Il regista in seguito ci mostra la routine del nostro protagonista, il quale si rivela simpatico e socievole con gli altri abitanti della zona, nonostante una vita spartana ed una solitudine continua, Massimiliano si interfaccia all’altro non in modo rude, bensì in maniera cordiale e curiosa come dimostra la scena dal barbiere.
Donchev ci documenta la precaria sopravvivenza di una persona, cercando anche di darci qualche significato allegorico, sia nelle foto scattate da Massimiliano, sia nel parallelismo tra la vita del senzatetto nella propria macchina e quella dell’eroe biblico Giona all’interno delle fauci della balena
Nel complesso Libro di Giona si rivela una pellicola diretta con passione dal cineasta bulgaro, il quale però nell’ora e dieci trascorsa non riesce quasi mai a portare momenti di coinvolgimento o di particolare pathos narrativo, rendendo la vita del nostro protagonista eccessivamente schematica e monotona, concludendo il tutto con un finale commovente nonostante la propria prevedibilità.
La voglia del giovane regista di costruire uno storytelling con le semplici riprese della quotidianità e di cercare allegorie in oggetti o strumenti inanimati viene percepita dallo spettatore, peccato però rimanga un desiderio che abbia un assoluto bisogno di miglioramenti, che potrebbero iniziare già con l’ideazione di una cornice narrativa, in cui il tutto si intrecci e si sciolga nel migliore dei modi, rispetto alla ricerca forsennata e ahimè nella gran parte dei casi fallita, di simbolismi fotografici o di rimandi superficiali al testo biblico.
Per concludere quindi Il film seppur abbia una costruzione scenica ricca di lacune, possiede comunque il coraggio e la passione di portarci un racconto di strada ed un personaggio simpatico ed eccentrico come Massimiliano, anche lui ( come il cineasta nella direzione) volenteroso di “interpretare” questo ruolo con la massima determinazione possibile
NOTE POSITIVE
- Finale commovente
- Interesse nel racconto del quotidiano
- Personalità di Massimiliano Piccardo
- Messa in scena del dialogo iniziale
NOTE NEGATIVE
- Riferimenti simbolico-allegorici superficiali
- Mancanza di coinvolgimento e pathos
- Narrazione monotona e prevedibile