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L’orto americano
Titolo originale: L’orto americano
Anno: 2024
Nazione: Italia
Genere: Horror, Drammatico
Casa di produzione: DueA Film, Minerva Pictures Group, Rai Cinema
Distribuzione italiana: 01 Distribution
Durata: 107 minuti
Regia: Pupi Avati
Sceneggiatura: Pupi Avati, Tommaso Avati
Fotografia: Cesare Bastelli
Montaggio: Ivan Zuccon
Musiche: Pompeo Iaquone
Attori: Filippo Scotti, Rita Tushingham, Chiara Caselli, Roberto De Francesco, Armando De Ceccon, Massimo Bonetti, Morena Gentile, Mildred Gustafsson, Romano Reggiani
Trailer di “L’orto americano”
Informazioni sul film e dove vederlo in streaming
“L’orto americano” è un film horror diretto da Pupi Avati e tratto dal suo romanzo omonimo. La pellicola, scritta dallo stesso regista e dal figlio Tommaso, è prodotta da DueA Film, Minerva Pictures Group e Rai Cinema. Il cast è formato da Filippo Scotti, Rita Tushingham, Chiara Caselli, Roberto De Francesco, Armando De Ceccon, Massimo Bonetti, Morena Gentile, Mildred Gustafsson e Romano Reggiani. Il lungometraggio, dopo essere stato presentato al Festival di Venezia del 2024, è distribuito nei cinema dal 6 marzo 2025 da 01 Distribution.
Trama di “L’orto americano”
Lui, un giovane instabile, si innamora di Barbara, un’ausiliaria militare americana dopo un solo sguardo. Un anno dopo, si trasferisce nel Midwest americano per scrivere il suo romanzo, accanto alla casa dell’anziana madre dell’infermiera.

Recensione di “L’orto americano”
Nel desolato panorama dell’Italia post-bellica del 1945, Pupi e Tommaso Avati tentano di tessere una narrazione che oscilla tra romanticismo e orrore, ma finiscono per consegnarci un’opera dal potenziale inespresso. “L’orto americano” si apre a Bologna con un incontro casuale che cambierà il destino del protagonista. Barbara (interpretata dall’affascinante Mildred Gustafsson), un’ausiliaria americana, entra nella bottega di un barbiere cercando informazioni e cattura immediatamente l’attenzione di Lui (Filippo Scotti, la cui recitazione si riduce spesso a occhi spalancati), un aspirante scrittore psicologicamente instabile che se ne innamora istantaneamente.
La scena del colpo di fulmine è rappresentata con un rallentatore talmente prevedibile da risultare quasi imbarazzante. L’anno successivo, il giovane si trasferisce nel Midwest, negli Stati Uniti, alla ricerca d’ispirazione per il suo libro. Qui incontra Flora (una Rita Tushingham credibile), la cui figlia Barbara – inviata in Italia come infermiera durante la guerra – è scomparsa dopo aver comunicato l’intenzione di sposare un italiano.
Le case dei due vicini sono separate da un inquietante orto da cui, nel cuore della notte, provengono misteriosi lamenti. Il protagonista, convinto che la Barbara di Flora sia la stessa donna di cui si è innamorato, decide di tornare in Italia per rintracciarla. Inizia così ad imbattersi in situazioni sempre più perturbanti che coinvolgono un enigmatico contenitore di vetro, una donna di nome Arianna (Morena Gentile, penalizzata da un doppiaggio approssimativo) e due loschi fratelli: Glauco (un convincente Armando De Ceccon) ed Emilio (Roberto De Francesco).
Il problema fondamentale della pellicola risiede nella scrittura degli Avati, che abbandona progressivamente la trama sentimentale iniziale rendendo il film strutturalmente squilibrato. L’interesse del protagonista per Barbara sfuma incomprensibilmente, sostituito da sviluppi narrativi che non riescono a creare un insieme coerente. La scelta del bianco e nero, accompagnata da sonorità che richiamano il cinema muto horror degli anni ’20, conferisce all’opera un carattere didascalico che ne appesantisce la fruizione.
I dialoghi risultano spesso superflui, incapaci di apportare elementi significativi alla narrazione o di approfondire le dinamiche tra i personaggi. Gli effetti visivi artigianali rappresentano forse l’unico elemento davvero apprezzabile, capaci di creare atmosfere suggestive nonostante l’evidente budget limitato. Tuttavia, nemmeno questo aspetto riesce a salvare un finale che lascia l’amaro in bocca per la sua banalità.

In Conclusione
“L’orto americano” si presenta dunque come un’occasione mancata: premesse intriganti e alcuni spunti visivi interessanti vengono compromessi da una realizzazione complessiva che non riesce a decollare, rimanendo ancorata a cliché narrativi e stilistici già ampiamente esplorati nel cinema di genere.
Note Positive
- La storia interessante
Note Negative
- Scrittura
- Regia
- Recitazione