I contenuti dell'articolo:
Love Is Just a Death Away
Titolo originale: Jsme si o smrt bliž
Anno: 2020
Paese: Repubblica Ceca
Genere: cortometraggio, animazione
Produzione: FAMU
Durata: 11 min
Regia: Bára Anna Stejskolová
Sceneggiatura: Bára Anna Stejskolová
Trama
Un’animazione coprodotta dalla FAMU di Praga, una storia delicata sulla ricerca dell’amore anche in mezzo al degrado più totale.
MyMovies
Recensione
In questo interessantissimo cortometraggio d’animazione, firmato dall’esordiente ceca Bára Anna Stejskolová, il tema centrale è quello oggi attualissimo – e onnipresente nei festival cinematografici – della devastazione ambientale. Lo scenario del film è infatti una discarica in cui vivono pochi animali superstiti, segni della regressione allo stato brado dell’umanità in un futuro in cui la civiltà è implosa nei suoi stessi rifiuti: il protagonista è un innocuo verme che vive rifugiato nel cranio di un cane, che manovra come fosse un’armatura robotica, sì protettiva ma a sua volta estremamente fragile e vittima dell’istinto di sopravvivenza degli altri animali, con cui il verme spera invano di poter instaurare una relazione “civile” per fuggire alla propria solitudine.
Il finale del film, che mostra come l’amore sia l’unico modo per il verme di trasformarsi in farfalla e volare lontano dalla discarica, è sicuramente semplice e poco originale, ma non risulta stucchevole all’interno di un cortometraggio di per sé molto semplice e riesce a commuovere lo spettatore, che metaforicamente si allontana dal degrado espresso sia dal riferimento reale dell’ambientazione del film sia dall’estetica delle animazioni. Se il confronto con Wall-E della Pixar (e superficialmente anche con Ratatouille) appare inevitabile e ovviamente sfavorevole per il corto ceco, il lato visivo riesce comunque a trovare una propria personalità ricorrendo a un’estetica che, mischiando tratti da un lato infantili (gli animali sembrano giocattoli e in generale l’animazione richiama spontaneamente l’infanzia) e dell’altro truculenti e al limite del disturbante, si collega alla poetica dell’Abject Art e comunica allo spettatore una sensazione perturbante, senza comunque arrivare al voluto senso di ribrezzo suscitato dall’Abject, che è stato uno dei primi movimenti artistici a esprimere il disagio dell’uomo sempre più smarrito in un mondo talmente artificiale e alienante da sfociare nell’uncanny e nel disgustoso. Questo disagio, come già rilevato, è a oggi attualissimo e mostrato in modo semplice, godibile ma comunque molto suggestivo dal corto di Stejskolová.
Note positive
- Estetica semplice e ma ricercata
- Trama a sua volta molto semplice ma efficace nel comunicare con lo spettatore
Note negative
- Animazioni a tratti non convincenti, anche se nel complesso interessanti e riuscite