Mr Bachman e la sua classe (2021): dichiarazione d’amore per l’empatia

Mr Bachman e la sua classe è un docufilm diretto dalla regista di "Madonnas", Maria Speth. E' uscito nelle sale per celebrare la figura dei docenti il 5 ottobre 2022.
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Mr Bachman e la sua classe

Titolo originale: Mr. Bachmann and His Class

Anno: 2021

Nazione: Germania

Genere: Documentario

Casa di produzione: Madonnen Film

Distribuzione italiana: Wanted cinema

Durata: 3h 37min

Regia: Maria Speth

Sceneggiatura: Maria speth, Reinhold Vorschneider

Fotografia: Reinhold Vorschneider

Montaggio: Maria Sperth

Musiche:

Attori: Dieter Bachman, Aynur Bal, Onder cavdal

Il trailer ufficiale del docufilm “Mr Bachman e la sua classe”

In occasione della giornata mondiale degli insegnanti, il 5 ottobre 2022 è arrivato al cinema, quasi in punta di piedi “Mr Bachman e la sua classe”, documentario ben diretto da Maria Speth. “Mr Bachman e la sua classe” è stato presentato durante la 72° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino e si è aggiudicato ufficialmente il Premio della Giuria e del Pubblico, comunemente conosciuto come L’Orso d’argento. Maria Speth, regista dell’opera documentarista è stata precedentemente notata per i film “The Days Between“, “Madonnas“, entrambi di genere drammatico.

Mr Bachman e la sua classe
Fotogramma del film

Trama di Mr Bachman e la sua classe

Mr Bachman è un insegnante dall’aspetto apparentemente trasandato, indossa un cappellino dalla trama hippie e un look più che casual. Bachman è un insegnante all’interno di una scuola. Non si tratta di un istituto qualunque. Speth ci informa sin da subito che avremo il piacere di vedere e conoscere l’Istituto Comprensivo Georg Büchner di Stadtallendorf, in Nordhessen (Germania). Un paesaggio di circa 1.500 abitanti, per lo più agricoltori, un tempo chiamato “Allendorf” ed usato come centro segreto base di armi e munizioni durante la seconda guerra mondiale.

Mr Bachman protagonsita del docufilm diretto da Maria Speth
Mr Bachman protagonsita del docufilm diretto da Maria Speth

L’ambientazione è una cittadina industriale segnata storicamente da un importante flusso migratorio causato dal regime nazista. In questa piccola cittadina tedesca gran parte degli studenti sono figli di nuova generazione e soprattutto turchi.

Bachman ricorre a diversi espedienti comunicativi, pedagogici e didattici per insegnare ai più piccoli come affrontare il futuro e comprendere il presente. Il tutto all’interno di una cornice più ampia distesa nel tempo, nella routine quotidiana scolastica; divisa tra il rumore della campanella, l’uscita silenziosa dall’istituto, la merenda ed il confronto con l’altro, il diverso.

Come si insegna in una classe multietnica? Quali sono i metodi più efficaci in questi casi? Cosa dovrebbe fare un insegnante quasi perfetto? Queste sono solo alcune delle domande che la regista rivolge a un pubblico, non necessariamente d’insegnanti e/o educatori.

Fotogramma del docufilm di Maria Speth, "Mr Bachman e la sua classe", scena della didattica in classe
Fotogramma del docufilm di Maria Speth, “Mr Bachman e la sua classe”, scena della didattica in classe

“L’empatia racchiude un atto di autoconsapevolezza.”

Daniel Goleman

Recensione di Mr Bachman e la sua classe

Mr Bachman e la sua classe” promuove un cambiamento lento e progressivo basato sul concetto di empatia, intelligenza emotiva, ascolto, didattica di realtà, dialogo e tanto tanto altro. Una regia poetica caratterizzata dall’assenza di primi e primissimi piani, plana sulla vita di una classe multietnica e ci ricorda che “La fortuna si può calcolare“, o meglio che insegnando ai più giovani ad aprirsi a una visione critica delle cose, della storia e della diversità, sia possibile cambiare, trasformarsi, migliorare e trovare una strada di emancipazione rispetto al passato. Affinché questo sia possibile secondo Bachman, che diviene un po’ l’alter ego della regista, occorre sposare una causa precisa. Bachman è quindi l’insegnante delle emozioni per antonomasia, una sorta di Don Milani nord Europeo che accoglie gli studenti senza preconcetti. Una didattica priva di emozioni e passioni, non può strutturare pensieri e azioni, questo sembra trapelare dietro ogni azione del docente.

Mr Bachman protagonista del docufilm
Mr Bachman protagonista del docufilm

Ogni giorno non è mai uguale all’altro e allo stesso tempo ogni giorno sembra avere dei pattern che si ripetono: i sentimenti consapevoli. La scuola proposta all’interno della comunità di Stadtallendorf, è attiva sotto ogni punto di vista e prima di tutto promuove una didattica inclusiva più che integrata, o meglio un modo d’insegnare e imparare in cui il gruppo classe è il vero protagonista attivo nei processi di apprendimento. La didattica più teorica infatti è solitamente accompagnata dalla connessione al dato di realtà.

Mr Bachman include ogni singolo allievo all’interno dei processi di apprendimento creando un clima familiare, accogliente e potenzialmente aperto al dialogo e al confronto. Lo sviluppo del pensiero riflessivo, divergente, acuto, permette ai ragazzi di auto psicoanalizzare ogni piccola frattura nella loro routine.

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Fotogramma del film

Bachman non perde la pazienza, mantiene autorevolezza, coerenza e sa quando “smorzare/capire gli animi inquieti”. Affinché queste osservazioni siano possibili Speth dirige con estrema semplicità quasi sbirciando dietro la macchina da presa ogni piccolo gesto, movimento e cambio di espressione facciale dei protagonisti.

Una scena in particolare apre a molte riflessioni: si tratta della lezione di storia durante la visione di un documentario storico che racconta il massacro della popolazione durante l’epoca nazista. Poco dopo una dissolvenza ci riporta a quel paesaggio mutato nel tempo e ora apparentemente desolato e tranquillo.

In conclusione

Speth sembra suggerire una visione analitica e in dialogo tra la realtà, la relazione con gli altri e lo spazio che evolve inesorabilmente perché ciò che cambia l’uomo, sembra dirci, è l’esperienza, l’errore e il tempo stesso che conferisce un valore al legame. La scuola di Bachman non guarda ai voti come carte d’identità, ogni ragazzo è un essere fantastico e l’importante è finire il ciclo di studi felici, più consapevoli.

Un insegnante quasi perfetto è il risultato di un duro lavoro che dura anni, che sedimenta radici negli allievi e che quando giunge alla fine, si sente come svuotato da quel duro lavoro. Questo è ciò che conta e forse è ciò che dovrebbe contare nella scuola del futuro, preferibilmente non troppo lontano.

Note positive

  • Regia
  • Approccio visivo
  • Montaggio
  • Sceneggiatura aderente al piano di realtà

Note negative

  • Durata
  • Fotografia
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Silvia Pompi
Silvia Pompi
Articoli: 21

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