La nascita dell’industria del cinema: I Nickleoden

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Nel 1906 il cinematografo entrò in una profonda crisi da cui scaturi una profonda rivoluzione del sistema cinema così come era stato conosciuto fino ad allora, la miseria che avvolgeva sempre di più il mondo spazzo via tutti gli ambulanti e i loro tendoni dalle fiere popolari e dai café stessi in cui i primi film venivano mostrati. Questa crisi in America portò a una forte diminuzione del costo del biglietto che da 25 centesimi scese fino a 5 divenendo uno spettacolo maggiormente popolare e da questo periodo buio nasce un nuovo cinema con nuove pellicole e storie. La prima svolta di enorme importanza è la nascita dei Nickleoden ( un nickel era la moneta da 5 cent. ) che erano delle grandi sale in cui i film venivano proiettate e che divennero le prime vere e proprie sale cinematografiche. I Nickleoden si diffusero fortemente nel tessuto sociale e in genere non erano altro che ambienti di negozi, ristoranti o sale da ballo che venivano ristrutturate per ospitare questa nuova impresa imprenditoriale, ma va detto che le dimensioni del luogo erano piuttosto modeste (20-25×10 m) e conteneva al massimo duecento posti. I film non duravano mai più di mezz’ora e in questi luoghi venivano proiettate giornalmente una ventina di spettacoli.

In Europa e negli Stati Uniti avvenne un cambiamento del tessuto sociale di grande importanza poiché nacque una nuova classe di lavoratori che aspirava nel conquistarsi una vita decente fatta di lavoro, famiglia ma anche tempo libero. In un mondo in cui prendono vita le grandi fabbriche e le città diventano grandi metropoli, il teatro diviene accessibile al popolo e non più ai benestanti dando così nuova linfa vitale al cinema stesso e in base a loro cambiarono anche i gusti dell’intrattenimento verso generi più bassi come il varietà ( musica, ballerine e comici) o il melodramma francese con le sue tragedie ambientate in luoghi tristi e modesti, che parlavano direttamente a loro con storie su di loro. All’epoca dei Nickleoden i giornali riportavano che il 78% degli spettatori del primo cinema erano i lavoratori, la classe media e facoltosa dell’epoca raramente si recava nei luoghi di proiezione. Ben presto si inizio a vedere queste primissime sale come un luogo di educazione sopratutto per i bambini e per i ragazzi. Importante asserire che non erano solo gli uomini ad andare al Nickleoden ma era frequentato anche dalle donne che qui potevano per la prima volta sognare nel vedere sullo schermo le prime eroine del cinema.

Nei Nickleoden era sempre presente la figura dell’imbonitore, inoltre l’operatore doveva girare sempre la manovella del proiettore con un certo ritmo per mostrare al pubblico le immagini. Se il ritmo cambiava, la pellicola mutava velocità.

Il cinema per rimanere vivo si dovette adattare alle nuove esigenze rinnovando la propria produzione cinematografica legata ancora ai paesaggi, alle vedute e ai giochi e trucchi di Méliès. Il cinema sembrava già un arte vecchia e passata di moda e per ritornare in auge doveva creare nuove storie che però all’epoca nessuno era in grado di attuarle, poiché il linguaggio cinematografico era appena nato e nessuno lo sapeva ancora maneggiarlo nei migliori dei modi, così si comprese che per sopravvivere doveva riprendere e copiare in parte le altre arti, rielaborando i concetti narrativi e i modelli di questo all’interno di una veste innovativa. Non per caso viene chiamata la settima arte: poiché è quella che prende spunti dalla letteratura, dalla pittura, dalla musica, dalla fotografia e dal teatro per creare qualcosa che non c’era ancora con elementi che però erano già presenti nella cultura stessa. In questi anni in Europa si pensò a creare grandi scenografie, catastrofi o scene di masse, oppure nel riprendere battaglie epiche o si andava ad arruolare i circensi o attori provenienti dal mondo teatrali che ben volentieri entravano a far parte della macchina cinematografica, in cui c’erano più possibilità di guadagno.

Il cinema come produzione cinematografica e di business trova la sua rivoluzione con un impresario, Charles Pathé, proprietario di una famosa casa discografica, che andò a intravedere nel cinema un reale guadagno economico, così creò il primo circuito di sale divenendo il primo caso di distribuzione cinematografica: lui non produceva niente ma comprava le pellicole incentivando la produzione stessa dei film; il simbolo della casa di distribuzione era un gallo. Dal 1906 le pellicole non venivano più vendute ma si iniziò a effettuare un noleggio, in cui non assistiamo più ai viaggi degli operatori da fiera a fiere ma sono le sole pellicole che viaggiano all’interno di piccole sale cinematografiche, dove per vederle si doveva pagare un biglietto. Il cinema divenne un’istituzione sociale con le sue regole, le sue sale e i suoi orari.

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