Norah (2023). La recensione del dramma saudita presentato al Lucca Film Festival

Recensione, trama e cast del film Norah (2023), il primo film saudita a essere stato selezionato al Festival di Cannes

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Trailer di “Norah”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Norah è un film scritto e diretto dal cineasta saudita Tawfik Alzaidi, uscito nel 2023. Presentato in anteprima mondiale alla terza edizione del Red Sea International Film Festival nel dicembre dello stesso anno, è successivamente approdato in concorso al Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard, dove è stato proiettato il 23 maggio 2024. Questa pellicola rappresenta la prima opera saudita ad essere selezionata al Festival di Cannes. In Italia, Norah viene presentato in concorso al Lucca Film Festival 2024, presso il Cinema Centrale.

Trama di “Norah”

Nader arriva in un piccolo villaggio saudita come nuovo insegnante. Nello stesso villaggio, qualche casa più avanti, vive Norah, una ragazza che ama segretamente la lettura e desidera poter studiare come suo fratello minore. Quando Norah scopre che Nader, oltre che insegnante, è anche un’artista capace di ritrarre i volti, decide di farsi dipingere. Il suo desiderio si scontra però con le norme sociali del villaggio, che le impediscono di mostrarsi scoperta in pubblico.

Immagine del film Norah
Immagine del film Norah

Recensione di “Norah”

Le storie di due personaggi apparentemente distanti si intrecciano, facendo leva su un comune senso di oppressione. Norah è contesa tra le sue ambizioni e i doveri imposti dalla società, mentre Nader desidera portare la sua passione per l’arte in un sistema scolastico chiuso e stantio. I due personaggi seguono un percorso simile, cercando di imporre le loro aspirazioni su un tessuto sociale avverso. Tuttavia l’evoluzione di Nader non è all’altezza di quella della controparte femminile, decisamente più articolata. Norah cova un profondo desiderio di emancipazione e vede in Nader la chiave per ottenerla. La ragazza arriva a odiare i suoi sogni, per via della consapevolezza di non poterli realizzare.

La scrittura di Nader è più piatta e meno introspettiva. Il dolore per la repressione della sua arte lo caratterizza fin dall’inizio e l’uomo cerca di superarlo dipingendo Norah. Un carisma inferiore a quello della co-protagonista ci rende meno vicini all’emotività di Nader. La sua presenza rimane più un contorno per il più interessante sviluppo di Norah.

Due outsiders che non riescono a tirar fuori il loro mondo interiore a causa delle costrizioni della realtà in cui vivono e che trovano una speranza nell’arte. La pittura non offre una concreta soluzione dei problemi, ma allevia le sofferenze dei protagonisti.

Una durata forse leggermente eccessiva, un protagonista maschile non sempre a fuoco, ma nel complesso una storia tanto semplice quanto efficace.

Lato tecnico

Soprattutto nella prima parte, il regista lascia molto spazio al paesaggio. Le inquadrature a campo largo mettono in risalto la solitudine degli abitanti, dispersi in un deserto che non sembra aver niente da offrire loro. Andando avanti con la pellicola, l’attenzione sui volti e sui dettagli cresce. I volti dei nostri sono ripresi più da vicino e risalta il contrasto tra la libertà di Nader e l’obbligo del burka per Norah. Molto buona la fotografia sia nei colori chiari degli esterni che nelle riprese più buie degli interni.

Interessante invece risulta la regia. I dialoghi rispecchiano la società patriarcale saudita, anche se in questo senso il lavoro più sostanzioso lo fa la regia. Le inquadrature di Norah dietro le sbarre della sua finestra o le lente carrellate sui banchi di scuola vuoti riempiono i silenzi più delle parole.

In conclusione

Un film che mette in risalto l’importanza dell’arte e della libertà d’insegnamento. Uno spaccato sociale che viene comunicato con genuinità. Non siamo dalle parti del capolavoro, ma Norah è un’opera che ha tanto da dire e non si affida a modi scontati per farlo.

Note positive

  • Spaccato sociale
  • Fotografia
  • Delicatezza nella narrazione

Note negative

  • Scrittura di Nader
  • Durata forse leggermente eccessiva

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Federico Manghesi
Federico Manghesi

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