Omicidio all’italiana (2017): una parodia sul turismo nero

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Omicidio all’italiana

Titolo originale: Omicidio all’italiana

Anno: 2017

Paese: Italia

Genere: commedia, grottesco

Produzione: Lotus Production, Leone Film Group

Distribuzione: Medusa Film

Durata: 99 min.

Regia: Maccio Capatonda

Sceneggiatura: Maccio Capatonda, Gianluca Ansanelli, Sergio Spaccavento

Fotografia: Massimo Schiavon

Montaggio: Giogiò Franchini, Maccio Capatonda

Musiche: Lorenzo Tomio

Attori: Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Sabrina Ferilli, Roberta Mattei, Gigio Morra, Lorenza Guerrieri, Ivo Avido

Omicidio all’italiana, trailer ufficiale

Da poco reduce dell’esperienza in Lol 3, Maccio Capatonda ci aveva fatto conoscere la sua ironia grottesca e pungente già 5 anni fa con Omicidio all’italiana, disponibile su Tim Vision. Con questa commedia del 2017 (di cui Capatonda è regista, sceneggiatore, montatore e attore), il comico abruzzese ha ridicolizzato il fenomeno del turismo nero in Italia, facendo riflettere lo spettatore con una comicità solo apparentemente demenziale.

Trama di Omicidio all’italiana

Piero Peluria (di nome e di fatto) è il sindaco di Acitrullo, un piccolo paesino nell’entroterra abruzzese che conta appena 16 abitanti, destinati a ridursi sempre di più per via della mancanza di servizi e opportunità. Incapace di porre un freno alla fuga di cervelli che colpisce il suo paese, il primo cittadino coglie la palla al balzo quando la contessa Ugalda Martirio in Cazzati muore soffocata per un boccone rimastole di traverso. Quale miglior occasione per mettere Acitrullo sotto i riflettori di tutta Italia? Trasformando il salotto della contessa in una perfetta scena del crimine, sindaco e vicesindaco riusciranno così ad attirare telecamere, giornalisti e turisti da ogni angolo della Penisola.

Recensione di Omicidio all’italiana

Chi conosce Maccio Capatonda, in Omicidio all’italiana ritroverà senz’altro molte delle sue peculiarità: una comicità basata principalmente sulla parodia di comuni errori della lingua italiana e personaggi che parlano come goffi analfabeti che creano inconsapevolmente numerosi neologismi per potersi esprimere. È questo il caso del sindaco Piero Peluria, incapace di pronunciare le “O” alla fine delle parole e che quindi trasforma suo fratello Marino in Marina.

Gli improbabili nomi dei luoghi (come Acitrullo), dei personaggi (Piero Peluria, appunto, e il Commissario Fiutozzi, solo per citarne due) e la ridicolizzazione di una particolare trasmissione televisiva (sono le telecamere di “Chi l’acciso?” A giungere per prime ad Acitrullo dopo l’omicidio) fanno il resto, rendendo Omicidio all’italiana una perfetta carta d’identità del suo autore. Certamente un’arma a doppio taglio, considerando che il film ruota tutto attorno alla figura istrionica del suo autore: chi non ama il suo stile, difficilmente apprezzerà questa commedia.

Ma dietro al vasto panorama di parodie e di risate strappate da questa comicità grottesca e quasi demenziale, Omicidio all’italiana nasconde molto di più: la commedia è, infatti, una rappresentazione (portata agli estremi, ma comunque veritiera) del fenomeno del turismo nero, quello generato da flussi di turisti spinti dal desiderio di visitare luoghi legati alla sofferenza o in cui si sono consumati disastri naturali o sanguinolenti. Ma se l’allusione a Chi l’ha visto?, seppur chiara, rimane implicita, il riferimento a episodi reali di turismo nero è esplicitato subito dopo il ritrovamento del cadavere della contessa. Grazie al piano del sindaco, Acitrullo, da cui tutti sono sempre scappati, si trasforma in meta di attrazione e diventa, finalmente, moderna e conosciuta. Moderna a tal punto da organizzare, addirittura, l’apericena (come fanno nella venerata Campobasso).

“Se facciamo finta che è un omicidio Acitrullo diventa famosa. Cogne, Avetrana, Novi Ligure: che c’hanno più di noi?”

Piero Peluria al fratello Marino dopo il ritrovamento del cadavere

L’episodio che racconta Capatonda in Omicidio all’italiana ci riporta alla mente fatti realmente e tragicamente accaduti. Chi in Italia non conosce Cogne, Avetrana e Novi Ligure? Lista a cui potremmo aggiungere Erba, Garlasco, Santa Croce Camerina e altri ancora: paesini poco conosciuti che dall’oggi al domani si sono ritrovati sulla bocca di tutti. I loro nomi sono indissolubilmente legati a degli omicidi che hanno scosso l’opinione pubblica e dominato per molto tempo le pagine della cronaca nera. Luoghi che, anche se per mala fama, hanno goduto di una risonanza mediatica non indifferente. Gite organizzate, flussi di turisti, collegamenti in diretta giorno e notte: purtroppo, Maccio Capatonda non ci racconta niente di nuovo. E come si suol dire, la cosa fa ridere ma fa anche riflettere.

La recitazione è, allo stesso modo della sceneggiatura, il punto forte di Omicidio all’italiana: non interpretazioni da premio Oscar, eppure ogni attore ci mette del suo per far funzionare la commedia, calandosi perfettamente in un ruolo che sembra cucitogli addosso. Maccio Capatonda e Herbert Ballerina interpretano i due fratelli Peluria, rispettivamente sindaco e vicesindaco, la mente e il braccio dell’omicidio. Con la loro tipica comicità, i due attori fanno quello che riesce loro meglio: fanno ridere il pubblico, il che basta. Come faceva Carlo Verdone ai tempi d’oro, Capatonda si cala anche nei panni di altri personaggi, totalmente diversi da quelli del sindaco Piero Peluria: un po’ come per voler far vedere che è in grado di interpretare anche altri ruoli. Tranquillo Maccio, non hai nulla da dimostrare.

Sabrina Ferilli, con l’interpretazione della conduttrice di “Chi l’acciso?”, un personaggio a metà tra Federica Sciarelli e Barbara D’Urso, si porta a casa il nastro d’argento per la miglior attrice non protagonista. Senza nulla togliere agli altri interpreti, non è azzardato ipotizzare che molto probabilmente senza questo trio di attori Omicidio all’italiana avrebbe perso molta della sua verve. Menzione d’onore va a Christian Iansante, che nella commedia presta il volto al dottor Squartati, il medico legale chiamato a eseguire l’autopsia sul cadavere della contessa: i più attenti riconosceranno in lui una delle voci più famose di Hollywood.

In conclusione

Omicidio all’italiana sdrammatizza un fenomeno macabro, quello del turismo nero, ponendo l’attenzione anche sullo spopolamento di tanti piccoli borghi italiani incapaci di stare al passo con lo sviluppo economico e tecnologico. Ma la riflessione su questi due aspetti del nostro tempo che Capatonda promuove negli spettatori è per nulla forzata, ma anzi facilitata dal suo modo unico di raccontare le cose. Peccato che non sia per tutti.

NOTE POSITIVE

  • Sceneggiatura;
  • Il tono parodico con cui si affronta un argomento delicato;
  • Le interpretazioni di Maccio Capatonda e Sabrina Ferilli.

NOTE NEGATIVE

  • Chi non ama la comicità grottesca di Maccio rischia di non apprezzare il film.
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