Presence (2024). Prospettive invisibili

Recensione, trama e cast di Presence (2024), il film di Steven Soderbergh che tratta il paranormale da una prospettiva diversa.

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Presence (2024) – Lucy Liu nel ruolo di Rebekah – Regia di Steven Soderbergh – Fotografia: Peter Andrews – © The Spectral Spirit Company – Immagine concessa per uso editoriale.
Presence (2024) – Lucy Liu nel ruolo di Rebekah – Regia di Steven Soderbergh – Fotografia: Peter Andrews – © The Spectral Spirit Company – Immagine concessa per uso editoriale.

Presence

Titolo originale: Presence

Anno: 2024

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: horror, thriller

Casa di produzione: Extension 765, The Spectral Spirit Company, Sugar 23

Distribuzione italiana: Lucky Red

Durata: 85 minuti

Regia: Steven Soderbergh

Sceneggiatura: David Koepp

Fotografia: Steven Soderbergh

Montaggio: Steven Soderbergh

Musiche: Zack Ryan

Attori: Lucy Liu, Chris Sullivan, Callina Liang, Eddie Maday

Trailer di “Presence”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

L’acclamato regista Steven Soderbergh torna nel 2024 con un film horror che si distingue per modalità di regia e composizione della storia. Proiettato in anteprima al Sundance Film Festival nel 2024, e successivamente al Toronto International Film Festival nel settembre dello stesso anno, Presence ha già ricevuto una calorosa accoglienza dalla critica, specialmente da parte di alcuni siti famosi del settore. Il cast è composto da nomi molto famosi come Lucy Liu (Kill Bill: Volume 1, Pallottole cinesi), Chris Sullivan (This is Us), ma anche da attori e attrici meno conosciuti come Callina Liang ed Eddie Maday.

Il film è distribuito nelle sale italiane grazie a Lucky Red a partire dal 24 luglio 2025.

Trama di “Presence”

Rebekah e Chris si trasferiscono in una nuova casa insieme alla loro figlia Chloe e al loro figlio Tyler. Ognuno di loro prova dei sentimenti diversi nei confronti della nuova sistemazione, ma presto si verificano degli strani eventi provocati da una presenza paranormale che creano disagio a tutti. L’unica che abbraccia questa presenza è Chloe, convinta che si tratti di una sua amica deceduta di recente.

Recensione di “Presence”

Nel panorama dell’horror sono diversi i film che parlano di paranormale, non è facile trovare una trama che possa invogliare il pubblico. Steven Soderbergh riesce a creare un film dalle idee fresche, specialmente grazie a una regia che valorizza il punto di vista del protagonista: lo spirito. Per tutto il film, lo spettatore si sostituisce alla presenza e può analizzare la situazione presente nella casa, dalle manie di controllo di Rebekah per il figlio, fino alle cure amorevoli di Chris verso sua figlia. Nel mezzo ci sono diverse scene interessanti che trattano il tema della droga nel contesto giovanile e del senso della morte per i giovani. Mentre si guarda il film, ci si rende conto che per molti giovani non esiste un valore assoluto riguardo la morte, non viene considerata come la fine di tutto, ma come un evento che accade e basta. Il regista pone l’accento su questa dinamica grazie ad alcune scelte narrative che vengono esplorate specialmente sul finale. Ma non è tutto sulle spalle dei giovani, perché c’è anche una critica velata a quel tipo di modello genitoriale che non bada alle reali condizioni dei figli. È il caso di Rebekah, perché mentre è impegnata a cercare soluzioni educative per il figlio, si dimentica delle condizioni di salute di Chloe, lasciando che le cose facciano il loro corso, nel bene o nel male.

Il film si presenta come un horror, ma la realtà è che non ha molti elementi che permettano allo spettatore di avere dei sobbalzi, è un horror elegante che premia la costruttività della trama. A parte qualche piccolo jumpscare, il film risulta sobrio nella realizzazione, andando a valorizzare il percorso del fantasma e della sua missione. Infatti, questo percorso è composto da sguardi e osservazione, la presenza non agisce mai per spaventare, ma solo per avvertire i membri della famiglia di qualcosa, senza ferire o danneggiare la famiglia. È una protagonista silenziosa che ribalta il ruolo classico della presenza paranormale. Così facendo, il regista dona umanità ad un’entità che non ha più nulla di umano. Soderbergh premia quel tipo di horror che non si agita, non sbraita e non ha bisogno di fragore, realizza un film delicato che ha bisogno di pazienza per essere capito.

Come anticipato, Presence non è un horror come gli altri, la differenza è data soprattutto dai reparti tecnici: l’idea registica è sublime, perché tutto ciò che avviene è visto attraverso gli occhi del fantasma, quindi in prima persona. Lo spettatore non ha accesso ad altre informazioni se non a quelle che vuole vedere la presenza. La macchina da presa si sostituisce al suo sguardo e va su e giù per le scale, avanti e indietro per le diverse stanze, il tutto avviene attraverso diversi piani sequenza che eliminano molti stacchi di montaggio. L’idea di riprese continue per raccontare il film rispecchia pienamente l’intento di valorizzare lo sguardo, la camera sostituisce integralmente l’occhio di chi guarda e circola per la casa proprio come farebbe chiunque. I pochi stacchi rendono questa tecnica di regia ancora più lineare, perché eliminano altri punti di vista, valorizzando un’idea coerente fino in fondo. Inoltre, aiutano lo spettatore a orientarsi sulla linea temporale: ogni stacco rappresenta la fine di un giorno o di un momento della giornata e il prossimo evento viene introdotto direttamente dallo stacco successivo. Soderbergh cura anche la fotografia, questo dimostra come abbia lavorato a vari reparti perché crede fermamente in questo progetto e soprattutto crede in una buona riuscita.

Nonostante un finale un po’ confusionario, dove non si capisce bene che cosa significhino determinate scelte narrative, Presence ha la capacità di distinguersi nel panorama dell’horror, valorizzando la figura della presenza paranormale rispetto ai classici film dove lo spirito è cattivo e cerca di fare del male a chiunque.

In conclusione

Steven Soderbergh rinuncia ai classici stratagemmi del cinema horror per creare un film diverso, sia in senso tecnico che di scrittura. Con Presence, il regista valorizza la figura paranormale, la rende protagonista delle azioni, indagando anche su alcune tematiche che fanno parte della sfera familiare dell’essere umano.

Note positive

  • Regia
  • Trama
  • Sceneggiatura

Note negative

  • Finale poco chiaro

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazioni
Emozione
SUMMARY
3.8
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Francesco Lesti
Francesco Lesti

Laureato presso il DAMS di Roma Tre. Sono appassionato di cinema da quando ne ho memoria, ma non smetto mai di cercare nuovi film e nuove storie da amare.