Re per una notte (1982): il flop di Scorsese che ha ispirato Joker

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Re per una notte

Titolo originale: The king of comedy

Anno: 1982

Paese: Stati Uniti

Genere: Commedia nera, satira

Casa di produzione: Embassy International Pictures, 20th Century Fox Film Corporation

Distribuzione: CIDIF (1983) – Videopiù Entertainment, Multivision

Durata: 109 min.

Regia: Martin Scorsese

Sceneggiatura: Paul D. Zimmerman

Montaggio: Thelma Schoonmaker

Musiche: Robbie Robertson

Attori: Robert De Niro, Jerry Lewis, Diahnne Abbott, Sandra Bernhard, Ed Herlihy, Tony Randall, Shelley Hack

Trailer di Re per una notte

La coppia Scorsese-De Niro non ha bisogno di presentazione, così come i capolavori a cui questi due immensi talenti hanno lavorato assieme. Eppure, assieme agli arcinoti Taxi driver, Toro scatenato, fino al più recente The irishman (solo per citarne alcuni), c’è pure un titolo finito nel dimenticatoio. Diretto nel 1982, Re per una notte fu il più grande flop di questa collaudatissima coppia di artisti .

Trama di Re per una notte

Rupert Pumpkin è un aspirante comico col sogno di affermarsi e sfondare nello show condotto dal suo idolo Jerry Langford, ma quest’ultimo è un presentatore troppo famoso e troppo impegnato per perdere tempo dietro ai capricci dei suoi fan. Dopo una breve e fuggente chiacchierata col suo mito e avergli strappato la promessa di ricontattarlo, Rupert si convince di essere uno dei prossimi comici che Jerry Langford ospiterà nel suo show. Ma dopo svariati giorni passati ad attendere Langford fuori dal suo ufficio e una volta appreso che il presentatore americano non ha nessuna intenzione di tener fede alla parola data all’uomo di cui nemmeno ricorda il nome, Rupert Pumpkin passa alle maniere forti.

Insieme all’amica Marsha, anch’ella ossessionata da Langford, Rupert decide quindi di rapire Jerry con la promessa di rilasciarlo solo in cambio di qualche minuto nel suo show, i famosi 15 minuti di celebrità da sfruttare per mostrare in diretta nazionale le sue capacità da comico e presentare così i suoi sketch.

Recensione di Re per una notte

Quando uscì nelle sale Re per una notte fu talmente un fiasco da costringere il regista Martin Scorsese a ricorrere a una produzione indipendente per le sue pellicole successive. Oggi, a distanza di quasi 40 anni, Re per una notte ha riacquistato la risonanza che merita grazie a Todd Philips, regista di Joker, che ha ammesso esplicitamente di essersi ispirato alla commedia di Scorsese per la sceneggiatura del suo film pluripremiato. A cavallo tra l’intento di far ridere lo spettatore e quello di metterlo a disagio, Re per una notte è una tragicommedia che ruota attorno alla ottima performance di un grandissimo Robert De Niro. L’attore italo americano non solo interpreta un personaggio a tratti goffo e a tratti spigliato, ma è anche colui che ne ha fortemente voluto la messa in scena, convincendo l’amico Scorsese a dirigere quella commedia di cui non era troppo convinto. E se all’inizio la critica e gli incassi dettero ragione al regista, oggi dobbiamo sicuramente ringraziare De Niro per aver fortemente creduto in questo progetto, anche solo per la performance di cui ci ha deliziato.

L’idolo di Rupert, Jerry Langford, viene interpretato da Jerry Lewis, uno dei comici americani di maggior successo: il suo personaggio omonimo è invece una figura apatica, quasi insofferente e scocciata dalle non poche seccature che il suo successo gli provoca. Se alla fine dei conti Rupert è un personaggio che ispira pena e spesso ridicolo, la partner in crime Marsha è esattamente l’opposto. Sandra Bernhard crea una donna ossessionata dal suo divo: è lei la mente cattiva e perversa del duo.

Molte delle scene recitate dagli attori sono improvvisate e molte delle battute non sono scritte nel copione: l’intera scena in cui Rupert Pumpkin piomba a casa di Jerry Langford assieme all’amica Rita (l’attrice Diahnne Abbott, moglie di De Niro nella realtà) è stata interamente improvvisata da De Niro. Allo stesso modo sono improvvisate molte delle battute pronunciate da Marsha proprio secondo il volere di Scorsese affinché il personaggio interpretato da Sandra Bernhard fosse il più reale e credibile possibile.

Proprio come in ogni film infatti ciò a cui puntava Scorsese in Re per una notte era garantire la massima credibilità dei personaggi e la veridicità dei fatti raccontati. Quello del protagonista è un personaggio inventato, puro frutto della fantasia dello sceneggiatore e ispirato a nessun uomo in particolare. Assunto vero solo in parte dato che in realtà sono tantissimi i Pumpkin nel mondo, tantissimi aspiranti artisti che sperano nella gloria e di cavalcare l’onda del successo ma dei quali alla fine nessuno conosce o ricorda il nome.

“Non dobbiamo dimenticarci che stiamo barattando la vita di un uomo con dieci minuti di chiacchiere alla tv”

Citazione da Re per una notte

Questa battuta pronunciata da uno degli sceneggiatori del programma condotto da Jerry Langford è totalmente in linea con il pensiero del regista. Con Re per una notte infatti Martin Scorsese fa una critica al mondo dei mass media americani e a quello dello spettacolo in generale. Scorsese critica il mondo dello star system e quella smania di arrivare al successo, qualunque siano i mezzi per raggiungerlo. Con queste parole il personaggio vuole fare leva sulla moralità e sulla ragionevolezza degli altri autori, così come il regista intende recuperare un briciolo di umanità, quella caratteristica troppo spesso sacrificata in un mondo guidato dalla fama e dal denaro. Quell’umanità di cui anche i Joker si avverte la mancanza.

Da Re per una notte a Joker

Se avete visto Joker, la storia di Re per una notte non può suonarvi come nuova. I protagonisti delle due pellicole hanno molti punti in comune e la bravura degli attori che ricoprono il ruolo principale è forse il punto più importante. A dispetto del racconto narrativo infatti in cui il king of comedy del titolo è il presentatore Jerry Langford, lo one man show del film di Scorsese è proprio Robert De Niro: l’attore italo americano regge sulle sue spalle l’intera commedia, garantendone il successo. De Niro è davvero the king of comedy.

Non è un caso che sia proprio Robert De Niro a interpretare il presentatore idolo di Arthur Fleck in Joker, un aggancio evidente e ragionato. Il personaggio interpretato nel 2019 da Joaquin Phoenix è una evidente rivisitazione di quello interpretato da De Niro in Re per una notte: entrambi aspiranti comici, entrambi impacciati e sottomessi alla madre ed entrambi ossessionati dal sorriso (Arthur Fleck dal proprio, Rupert Pumpkin da quello altrui). Tutti e due idolatrano un presentatore e comico apparentemente amichevole e affettuoso e tutti e due, in seguito al menefreghismo e all’indifferenza della loro icona, saranno costretti a gesti estremi. Nonostante le somiglianze però i due personaggi sono due delinquenti di diverso stampo: Arthur Fleck è decisamente un uomo malato e problematico, talmente messo ai margini dalla società che l’unico modo che ha per farsi notare è trasformarsi in un assassino. Rupert Pumpkin, a differenza del suo discendente, non si macchia le mani di sangue e la sua voglia di fama non sfocia mai in una pazzia pericolosa. Pumpkin DICE di avere una pistola, Arthur Fleck HA una pistola e non si farà scrupoli a usarla.

NOTE POSITIVE

  • L’interpretazione di Robert De Niro è superlativa;
  • Zimmerman scrive una storia che allo stesso tempo riesce a far sorridere lo spettatore e a metterlo a disagio.

NOTE NEGATIVE

  • La prima metà del film può risultare noiosa a causa della ripetizione di alcune scene.
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