Rebecca (2020): Rivisitazione di Netflix del romanzo di Daphne Du Maurier

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rebecca 2020 locandina

Rebecca

Titolo originale: Rebecca

Anno: 2020

Paese: Gran Bretagna

Genere: Sentimentale, Thriller

Produzione: Netflix, Working Title Films

Distribuzione: Netflix

Durata:  2h 1min 

Regia: Ben Wheatley

Sceneggiatura: Jane Goldman

Fotografia: Laurie Rose

Montaggio: Jonathan Amos

Musiche: Clint Mansell

Attori: Lily James, Armie Hammer, Keeley Hawes, Kristin Scott Thomas, Ann Dowd, Sam Riley, Bill Paterson, Tom Goodman-Hill, Mark Lewis Jones, Ben Crompton, Jane Lapotaire, Jeff Rawle

Trailer di Rebecca

Trama di Rebecca

Anni ’30. Una ricca signora inglese va in vacanza a Monte Carlo con la sua giovane dama di compagnia appassionata di disegno e con la testa fra le nuvole. Durante il soggiorno e grazie alla sua padrona fa la conoscenza dell’illustre aristocratico Maxim de Winter, rimasto vedovo da circa un anno dopo la morte della prima moglie Rebecca.

Fin dal principio la giovane ragazza si sente attratta dal nobile, stesso discorso vale per Maxim de Winter che trova in quella dama di compagnia il giusto mix di simpatia, spontaneità e infantilità che la rende ai suoi occhi incantevole e piacevole. Approfittando di un periodo di malattia della nobile per cui la ragazza lavora, i due incominciano a incontrarsi di nascosto compiendo lunghe giornate estive insieme tra le costiere di Monte Carlo. Tra i due ben presto nasce una storia di passione e romanticismo che li conduce a un rapido matrimonio.

Terminato il viaggio di nozze, Mr. de Winter e la nuova Mrs. de Winter giungono nella sfarzosa villa di famiglia a Manderley, ma in questo luogo è fortemente presente, in maniera decisamente invadente, lo spirito della ormai deceduta ex padrona di casa Rebecca, che sembra venire idolatrata da tutti, soprattutto dalla governante Mrs. Danvers, che maltratterà fin da subito la giovane sposa.

Nel cuore della villa e dell’aristocratico Maxim si racchiude però un pericoloso segreto che rischia di schiacciare la nuova Mrs. de Winter.

Fotogramma di Rebecca
Fotogramma di Rebecca

Recensione di Rebecca

Tratto dal romanzo del 1938 Rebecca, la prima moglie della scrittrice londinese Daphne du Maurier, che ha visto la prima e più famosa trasposizione cinematografica per mano del genio del giallo Alfred Hitchcock, che affidò i ruoli dei protagonisti a Laurence Olivier e Joan Fontaine, Rebecca (2020) si dimostra una pellicola figlia dei suoi tempi che non ricerca tanto di andare a ricalcare l’opera hitchcockiana del 1940 ma tenta di riattualizzare la storia in chiave prettamente moderna sia dal punto di vista visivo che di sceneggiatura. Dove il film del regista di Psyco aveva una struttura figlia degli anni ’40 con un linguaggio prettamente poetico e romantico, ecco che la nuova trasposizione del cineasta Ben Wheatley gioca maggiormente sul genere cinematografico andando a impiantare fin dal primo istante la storia su elementi visivi che riconducono l’opera immediatamente all’interno dei canoni di un thriller psicologico, quasi di fantasmi, contrariamente all’introduzione di Alfred Hitchcock più semplice visivamente ma che giocava fin dall’inizio con una verve di mistero assente nella pellicola del 2020 di Netflx.

Se la storia mostrata è la medesima e perfino le tematiche trattate sono le medesime, le versioni cinematografiche di Wheatley e Hitchcock sono piuttosto divergenti, dove la seconda giocava e si reggeva su un perfetto mix di romanticismo e thriller con uno stile prettamente autoriale, ecco che Rebecca (2020) risulta prevalentemente un film commerciale che convince essenzialmente nell’apparato più sentimentale e romantico della narrazione, perdendo quello spessore che avrebbe dovuto possedere all’interno della seconda parte narrativa incentrata maggiormente sulle indagini e sul mistero di Rebecca. Ciò è dovuto anche a causa di una fotografia e di una scenografia che mal si presta a un timbro di maggior suspense, ma la colpa è anche della regia che predilige seguire da vicino i suoi personaggi e da una musica che incide poco all’interno del lungometraggio.

La nuova rivisitazione del romanzo di Daphne du Maurier si dimostra piuttosto elegante visivamente, giocando con un ottimo montaggio sonoro e musicale che risulta ben riuscito nella prima parte sentimentale dell’opera, in cui va a presentare al pubblico la protagonista (senza nome come vuole la tradizione letteraria) in maniera decisa e interessante aggiungendo elementi del personaggio che non vengono del tutto rispettati nella seconda parte, come la sua passione maniacale per il disegno che sembra scomparire quasi del tutto da quando arriva nel maniero Manderley. La stessa interpretazione dell’attrice (Lily James) risulta particolare, se nella prima parte mostra un personaggio timido e alquanto ingenuo nella seconda parte assume un aspetto di postura eccessivamente chiuso marcando un eccessiva paura e timore, elemento che può starci seppur non è supportato dalla sceneggiatura che immette nel personaggio questo stato di spavento in maniera troppo repentina.

scena del film Rebecca 2020
Scena del film Rebecca 2020

La pellicola dimostra, come l’originale testo, una natura altamente femminista mostrando l’evoluzione della protagonista ma doveva e poteva approfondire alcune tematiche narrative come la divisione di classe, immessa in maniera superficiale e solo a tratti, e si sente la mancanza di conoscenza del personaggio di Rebecca, onnipresente all’interno della storia ma invisibile, tanto che all’interno del lungometraggio non vedremo mai bene il volto della donna. Il personaggio maschile inoltre non possiede quel carisma che poteva e doveva avere nella seconda parte ma si dimostra un carattere bidimensionale e di cui sappiamo in fin de conti veramente poco e che sembra dipendere interamente dalla donna che ha accanto.

In conclusione Rebecca (2020) è una storia semplice e un film godibile per una serata tra amici e per un pubblico altamente omogeneo, non mancando il mistero e il romanticismo, ma si dimostra lontano dal capolavoro del 1940.

Note positive

  • Eleganza visiva
  • Parte sentimentale

Note negative

  • Personaggio maschile
  • Assenza di suspense
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