Un altro giro (2020): Filosofia della sbornia

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Vincitore ai Premi Oscar come miglior film in lingua straniera per la Danimarca, Un altro giro è un film scritto e diretto da Thomas Vinterberg del 2020, distribuito in Italia – nelle sale finalmente – a partire dal 20 maggio 2021.

Il suo debutto era previsto nella 73ª edizione del Festival di Cannes nel 2020, concorso annullato a causa della pandemia da Covid19. Successivamente è stato presentato al Toronto International Film Festival a settembre 2020 e alla Festa del Cinema di Roma ad ottobre dello stesso anno.

Un altro giro coniuga bellezza visiva ad una profondità inaspettata – data la premessa della trama – portando l’attenzione su temi importanti, creando un prodotto filmico davvero notevole.

Trama di Un altro giro

È stata elaborata dallo psicologo norvegese Finn Skårderud una teoria secondo cui nel sangue umano vi è una piccola percentuale di alcool e che, se alimentata, aiuta a vivere la propria esistenza più serenamente e a sviluppare al meglio le proprie capacità. Quattro insegnanti di un liceo in Danimarca, dopo una cena goliardica, decidono di intraprendere un esperimento su loro stessi: rimanere in un perpetuo stato di leggera ebrezza per capire se la loro vita di tutti quotidiana effettivamente migliora, scrivendo una relazione dettagliata di ciò che avviene giorno per giorno.

I protagonisti intraprendono un viaggio attraverso la loro vita, fatta di successi e fallimenti, affrontando le persone più difficili da fronteggiare: sé stessi.

Un altro giro (2020)
Un altro giro (2020)

Recensione di Un altro giro

Leggendo banalmente la sinossi di Un altro giro si ha l’idea di un film sciocco, spensierato, senza troppe pretese. L’approccio alla visione a questo punto risulta semplice: appare un prodotto da vedere in compagnia per farsi due risate e passare una piacevole serata. Ed inizia proprio così, in maniera lineare, raccontando le bravate di giovani studenti che per divertirsi organizzano giochi che hanno il mero scopo di far ubriacare i partecipanti.

Un film che incoraggia un continuo consumo di alcool e che ne esalta solo i lati positivi. Bisogna anche contestualizzare ciò che vediamo: Un altro giro è stato girato in Danimarca, scritto e diretto da autori danesi con attori della stessa nazionalità. In Danimarca l’alcool è un qualcosa che ha un suo peso nella vita quotidiana dei suoi abitanti, negli ambienti sociali come in quelli politici. Costruire una sceneggiatura che abbia al centro dell’attenzione l’alcool in un Paese del genere è semplice.

Un altro giro (2020)
Un altro giro (2020)

Vinterberg lo fa – però – in maniera sublime, lasciando il giusto spazio al pathos creato dai suoi interpreti ed utilizzando una squadra ben consolidata nel tempo: Mads Mikkelsen nel ruolo di Martin, Thomas Bo Larsen nei panni di Tommy, Magnus Millang che impersonifica Nikolaje Lars Ranthe per il personaggio di Peter. Quattro uomini con una vita molto diversa tra loro ma con una stima reciproca e un’amicizia che va oltre ogni cosa (ci torneremo più tardi). La scrittura di Tobias Lindholmdelicata e allo stesso tempo irruenta, puntuale a tratti scorretta rende il film una perla rara in un mare di prodotti mediocri.

Effettivamente questo 0,5% di alcool nel sangue dei quattro protagonisti ha una sua incidenza nella loro vita: riescono a coinvolgere di più i propri studenti, ne giovano le loro relazioni interpersonali e li fanno sentire bene.  C’è però un labile confine da non dover superare e che inevitabilmente si sorpassa senza rendersene conto.

Un altro giro (2020)
Un altro giro (2020)

Inizia così un’avventura attraverso la mente di persone che sostanzialmente non sono capaci di intendere e di volere del tutto, inebriati in questo stato di costante euforia. Una condizione che vacilla tra piacere e dolore, tra volontà e dipendenza.

Il titolo originale dell’opera è Druk, parola che anche a chi non conosce il danese evoca una sensazione ben precisa di sregolatezza. Ciò a cui assistiamo è, però, molto di più.

Un altro giro è uscito al cinema il 20 maggio – fa così strano poterlo scrivere – e la visione nel buio della sala rende giustizia ad un film davvero imperdibile.

Note positive

  • Sceneggiatura
  • Interpretazioni
  • Regia
  • Profondità della storia

Note negative

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