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Scary Stories to Tell in the Dark
Anno: 2019
Paese di produzione: Stati Uniti d’America
Genere:Horror
Casa di Produzione: 1212 Entertainment, CBS Films, Double Dare You (DDY)
Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 108 min
Regista: André Øvredal
Sceneggiatura: Dan Hageman, Kevin Hageman, John August, Guillermo del Toro, Marcus Dunstan, Patrick Melton
Montaggio:Patrick Larsgaard
Fotografia: Roman Osin
Montaggio: Patrick Larsgaard
Musiche:Marco Beltrami
Attori: Zoe Margaret Colletti, Austin Abrams, Gabriel Rush, Michael Garza
Trama di Scary Stories to Tell in the Dark
Notte di Halloween del 1968 in una piccola cittadina della Pennsylvania, Mill Town, tre adolescenti, Stella, aspirante scrittrice e ossessionata dall’orrore, e Chuck e Auggie, compiono uno scherzo al bullo della loro scuola Tommy Milner. Tommy ricerca però subito vendetta e i tre ragazzi sono costretti a scappare venendo salvati da un vagabondo di nome Ramón. Il gruppo per ringraziarlo lo conducono in una casa stregata appartenuta ai Bellows, i fondatori stessi della cittadina. All’interno dell’abitazione, in una stanza segreta, rintracciano un libro pieno di storie spaventose di Sarah Bellows, che però è stata eliminata da tutte le foto di famiglia.
Zoe Margaret Colletti, Gabriel Rush, e Austin Zajur in Scary Stories to Tell in the Dark (2019) Mark Steger in Scary Stories to Tell in the Dark (2019)
Recensione di Scary Stories to Tell in the Dark
Dopo la realizzazione dell’horror movie Autopsy del 2016 il regista norvegese realizza Scary Stories to Tell in the Dark, tratto dall’omonima serie di libri per ragazzi scritta da Alvin Schwartz, composta da tre volumi pubblicati tra il 1981 e il 1991. Il testo letterario andava a racchiudere varie leggende da incubo tratte da antiche antologie e racconti popolari. Questo romanzo ottenne un ampio consenso durante gli anni ’90 da parte di molti ragazzi americani, tanto che le istituzioni e le biblioteche presero in considerazione di vietarli nelle biblioteche scolastiche venendo etichettate come favole non adatte ai più piccoli per il loro carattere orrorifico.
Il primo ideatore della proposizione cinematografica dei testi di Alvin Schwartz è Del Toro, che ha fatto dei mostri il perno centrale della sua filmografia. In Scary Stories to Tell in the Dark l’autore è andato a realizzare il soggetto filmico. Il film venne prodotto dal cineasta e da J. Miles Dale che aveva prodotto due anni prima il di Del Toro La Forma dell’acqua, vincitore all’oscar nel 2018.
Questa è stata l’occasione per rendere omaggio al libro, raccontando una storia più
Guillermo Del Toro
grande, molto spaventosa ma anche piena di quello spirito giocoso tipico della
giovinezza
Scary Stories to Tell in the Dark è stato presentato nel nostro paese alla festa del cinema di Roma nel 2019. In America è stato vietato ai minori di tredici anni.
Fin dall’incipit del film horror, che più che spaventoso è inquietante, risulta fin dal principio una storia di Halloween per i ragazzi come lo è la saga stessa. Ambientato in una cittadina cupa, con inquadrature d’effetto, tipiche del montaggio invisibile, come i raccordi di movimento, quasi monotoni, i vari campo e controcampo e i raccordi sonori, il film mostra fin dall’inizio una bella trama, ma che si perde nei momenti che sarebbero dovuti essere di maggior tensione sopratutto dove compaiono i mostri che vengono creati dal libro di Sarah Bellows, eccessivamente pulp, e inverosimili per un film horror, anche per una scelta prettamente stilistica da parte degli adetti ai lavori che hanno preferito sfruttare tecniche artigianali piuttosto che usufruire della CGI. Nonostante ciò Scary Stories to Tell in the Dark è ben fatto, grazie all’evidente mano del cineasta Guillermo Del Toro, sopratutto nell’aspetto visivo e del design stesso delle creature.
Qualcuno crede che se ripetiamo le storie tante volte diventano reali
Scary Stories to Tell in the Dark
Gli attori sono principalmente ragazzi, di nicchia, che però riescono in ogni caso a dimostrare grandi doti recitative, nonostante l’età giovane e l’inesperienza sul campo. Il finale è aperto, ciò fa prevedere un sequel, che a mio parere ha bisogno di esistere per poter concludere al meglio questa storia (anche se sono quasi convinto che ci sarà un 3° film, per riuscire a non tralasciare nessun dettaglio dei tre libri da cui è tratta la storia). Vorrei sottolineare il tema del razzismo, che viene affrontato in maniera superficiale, anche perché non è il tema principale del film, ma comunque è presente e descrive molto bene l’atteggiamento della gente negli anni ’70, nei confronti del ragazzo Ramón e nei confronti della stessa Sarah Bellows.
Note positive
- La storia
- Gli attori
Note negative
- Il make-up dei mostri