Sweet Home 3 (2024). Una piccola delusione!

Recensione, trama e cast della terza stagione di Sweet Home 3 (2024), che conclude l'arco narrativo drammaturgico della serie sulla corea del sud

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Trailer di “Sweet Home 3”

Informazioni sulla serie e dove vederlo in streaming

Nell’estate 2024, precisamente il 19 luglio, Netflix ha distribuito sulla sua piattaforma di streaming l’ultima stagione dell’acclamata serie horror postapocalittica coreana Sweet Home. Con la sua terza stagione, composta da otto episodi, si conclude la vicenda riguardante Cha Hyun-soo, Seo Yi-kyeong e i rifugiati protetti dal Crow Platoon. Questi individui devono difendersi da una misteriosa pandemia che trasforma le persone in mostri, esseri che attaccano gli stessi esseri umani, distruggendo la civiltà come era conosciuta fino ad allora. La pandemia conduce l’umanità nel caos generale, trasformando le persone in rifugiati e cambiando per sempre la loro vita, obbligandoli a lottare per la propria sopravvivenza e sfidare le loro paure più recondite. In questo nuovo ordine sociale, gli uomini non sono più i cacciatori ma le prede di una nuova specie superiore per forza fisica. L’umanità riuscirà a risorgere dalle proprie ceneri? Oppure è destinata a lasciare il mondo in mano a questi misteriosi mostri e neo-umani?

Dove eravamo rimasti?

I superstiti della Green Home, una volta privati del loro rifugio ormai in rovina, trovano aiuto nell’esercito, che li conduce, tra mille difficoltà come vediamo nella seconda stagione, allo stadio. Questo diventa il rifugio per ogni cittadino rimasto in vita durante il tracollo della società. Lo stadio, gestito e sorvegliato dal Crow Platoon, è l’unico rifugio governativo ancora in piedi e rappresenta l’unico baluardo di speranza per la sopravvivenza dell’umanità.

All’esterno dello stadio, Seo Yi-kyung, una donna incinta che faceva parte del Green Home, dà alla luce una bambina (Kim Si-a). Fin dalla nascita, la bambina si dimostra infetta, pur apparendo umana, e possiede enormi poteri: cresce molto più velocemente di un essere umano normale e, dopo solo un anno, appare già come una ragazzina, mostrando la capacità di trasformare rapidamente gli umani in mostri che seguono ogni suo comando. Proprio per queste sue caratteristiche sua madre ha paura di lei.

Nel frattempo, Cha Hyun-soo, divenuto un essere mostruoso ma mantenendo alcuni elementi umani, contrariamente ad altri che si trasformano in crudeli mostri, viene catturato dal malvagio Jung Ui-myeong, un misterioso mostro liquido capace di prendere il controllo degli altri corpi. Il mostro, ora nelle sembianze di Pyeon Sang-wook (Lee Jin-wook), un altro individuo che abbiamo conosciuto nella Green Home, affronta Hyun-soo in uno scontro. Hyun-soo riesce a prevalere e a sfuggire dalle grinfie di Pyeon Sang-wook, nonostante si ritrovi a subire anche svariati esperimenti per mano del Dr. Lim, da cui riesce nuovamente a sfuggire. Difatti il il Dr. Lim, che sta effettuando esperimenti sui mostri-umani, scopre che queste creature stanno iniziando a evolversi, passando dall’essere mostri a neo-umani, individui che fuoriescono da un bozzolo, apparendo immortali e privi di qualsiasi tipo di emozione.

Successivamente, nel suo vagare in un mondo in rovina, Cha Hyun-soo incontra Seo Yi-kyung e sua figlia, stringendo con loro un intenso legame. Nel frattempo, Eun-yu, altra residente della Green Home, dopo essere stata salvata da un mostro durante un’aggressione, decide di lasciare lo stadio per cercare suo fratello, forse tramutatosi in una creatura. Durante il viaggio, Eun-yu si imbatte in Seo Yi-kyung, sua figlia e il temerario Park Chan-young, un soldato del corpo di guardia uscito dallo stadio per cercarla. Il gruppo però si sfalda ulteriormente quando la figlia di Seo Yi-kyung, che odia sua madre, decide di trasformarla in un mostro e scappare, recandosi poi allo stadio nella speranza di trovare suo padre.

Trama di “Sweet Home 3”

Seo Yi-kyung viene trasformata in un mostro per mano della figlia per evitare la morte a causa di una grave ferita. Divenuta mostro, Yi-kyung attacca il gruppo con forza, ma Cha Hyun-soo riesce a fermarla, scoprendo nel processo un nuovo potere: la capacità di far ritornare i mostri in esseri umani, salvandoli. Tuttavia, l’azione di salvataggio di Yi-kyung consuma tutte le energie di Hyun-soo, facendolo cadere in un profondo sonno. Al suo risveglio, non è più lo stesso Cha Hyun-soo che il gruppo conosceva, ma una versione più crudele e rude, che però non riesce a far del male al gruppo, e in particolare a Eun-yu, a causa dei sentimenti che nutre per lei.

Durante il sonno di Hyun-soo, Yi-kyung decide di recarsi da sola verso lo stadio per ritrovare sua figlia e salvarla dalle grinfie del padre, che si rivela essere il malvagio Jung Ui-myeong. Successivamente, anche il gruppo di Eun-yu decide di raggiungere lo stadio per affrontare i malvagi mostri-umani, che nel frattempo si sono diretti lì, conquistandolo e cambiando per sempre la vita dei rifugiati.

L’obiettivo di Jung Ui-myeong è quello di trovare sua figlia e trasferirsi nel suo corpo per acquisire nuova forza e i poteri della bambina-mostro. Riuscirà nell’intento?

Fotogramma di Sweet Home 3 stagione
Fotogramma di Sweet Home 3 stagione

Recensione di “Sweet Home 3”

La prima stagione ci aveva immersi in un’atmosfera claustrofobica, ambientando la vicenda in un edificio e intessendo la narrazione in un genere marcatamente horror mostruoso, capace di suscitare forti emozioni nel cuore dello spettatore. Questo risultato è stato raggiunto attraverso la trattazione di tematiche importanti e interessanti, sfruttando un ritmo sostenuto e personaggi ben strutturati, con background definiti e caratteristiche comportamentali specifiche, permettendo così di empatizzare con le loro storie emotive e unendo saggiamente il dramma al gore.

La seconda stagione, invece, ha ampliato la narrazione sia in termini di ambientazione, spostandosi tra il rifugio (lo stadio) e il mondo esterno, sia in termini di numero di personaggi, introducendo nuovi membri dell’esercito e rifugiati che assumono un ruolo di primo piano nella vicenda. Questa espansione ha permesso di approfondire la storia della mostrificazione del genere umano e le sue origini. Tuttavia, la seconda stagione ha peccato nell’approfondimento dei nuovi personaggi, soprattutto i militari e i rifugiati, che non sono stati scritti con la stessa cura riservata ai residenti della Green Home. Molti di questi nuovi personaggi, con poche eccezioni, mancano di una vera caratterizzazione, diventando figure sfumate in una trama eccessivamente ricca di eventi. Le azioni avvengono in maniera sbrigativa, eliminando il gusto dell’attesa e indebolendo la drammaturgia nel suo complesso.

La terza stagione purtroppo non riesce a recuperare i punti di forza della prima stagione, risultando il perfetto continuo narrativo della seconda sia nel genere, marcatamente post-apocalittico e drammatico-fantastico più che horror, sia nelle pecche di sceneggiatura. I personaggi continuano a soffrire di una caratterizzazione carente, soprattutto i rifugiati, che possiedono un ruolo ancor più secondario, basti pensare alla figura del prete, denotando il problema principale di questa serie: aver voluto raccontare troppe storie, troppi personaggi e troppe situazioni in poche puntate. Nonostante un ritmo a tratti lento, la serie avrebbe dovuto prendersi più tempo per approfondire saggiamente i suoi personaggi, entrando nelle loro profondità e portando a galla i loro vissuti e background.

La serie riesce a raggiungere un buon livello di scrittura riferita all’interiorità dei personaggi sono in riferimento ad alcuni personaggi, in particolare:

  • Cha Hyun-soo: Continua la sua lotta per mantenere la propria umanità nonostante la sua trasformazione in un mostro, con il suo lato mostruoso che ci affascia al mondo. Il suo carattere si sviluppa ulteriormente attraverso il rapporto con Eun-yu.
  • Eun-yu: La sua determinazione e coraggio sono messi in evidenza, soprattutto nella sua ricerca del fratello perduto, nonostante questa storia non sia così ben trattata. La sua relazione con gli altri personaggi, come la sua relazione con Cha Hyun-soo, aggiunge un tocco emotivo e romatico alla serie, senza sfociare mai nel romanticismo vero e proprio.
  • Seo Yi-kyung: La sua maternità complessa e il rapporto con la figlia mostro sono centrali nella narrazione.
  • La bambina mostro: Rappresenta il conflitto tra umanità e mostruosità. La sua crescita accelerata e i poteri che sviluppa sono un elemento chiave della trama, mostrando come l’innocenza possa essere corrotta. Allo stesso tempo il personaggio indaga il rapporto tra madre e figlia, entro le dinamiche di non accettazione materna, di quando una madre non vuole bene al proprio figlio per ciò che effettivamente è.
  • Tak In-hwan: Come leader delle Forze Speciali, il suo personaggio è fondamentale per la dinamica di potere all’interno del rifugio. La sua leadership e decisioni morali influenzano profondamente il corso degli eventi. Il personaggio ci viene descritto nella sua forza interiore d’animo, ma anche attraverso la sua paura di diventare un pericolo per i rifugiati, essendo contagiato.

Nonostante questi punti di forza, la serie fatica a sviluppare tutti gli altri personaggi secondari con la stessa profondità, rendendo difficile per il pubblico empatizzare con loro. Questo squilibrio può far sì che alcune sventure dei personaggi secondari non abbiano lo stesso impatto emotivo, lasciando il pubblico meno coinvolto nelle loro storie, non riuscendo a soffrire per le loro sorti.

Tecnicamente, “Sweet Home 3” mantiene un elevato livello di qualità negli effetti speciali per la creazione dei mostri, così come nella regia e nella fotografia, al pari delle stagioni precedenti. Tuttavia, questa stagione finale si rivela una vera delusione a livello non tanto di sviluppo drammaturgico ma di resa della sceneggiatura. Sebbene la mia opinione possa essere soggettiva, ritengo che il finale avvenga in maniera eccessivamente sbrigativa, apparendo alla fine dei conti quasi insensato sotto molti punti di vista. La narrazione elimina dal finale tutto quel suo sapore epico e drammatico, non lasciando nello spettatore nessun tipo di emozione vera e propria, ma piuttosto perplessi e freddi.

La domanda che mi pongo è: perché? Perché gli sceneggiatori e lo showrunner non hanno voluto dare più respiro a una vicenda che aveva un potenziale notevole, ma che alla fine è rimasto inespresso? Nei finali otto episodi, vengono introdotti dettagli e informazioni interessanti sui personaggi che avrebbero dovuto essere trattati con maggiore attenzione e approfondimento, difatti gli elementi drammaturgici messi in atto e le scelte effettuate non sono totalmente sbagliate, se escludiamo le dinamiche narrative riferite a Eun-yu, ma piuttosto sono state sviluppate malamente, con grande ma veramente grande furia. La sensazione è che, alla fine, tutte le trame e sottotrame siano state concluse con una fretta eccessiva, compromettendo l’intera serie. Questo ritmo frenetico, a mio modo di vedere, ha minato lo sviluppo drammaturgico, nonostante le idee valide presenti.

Un esempio di questo è lo scontro finale, che appare ridicolo e insensato privo di epicità, lasciandomi perplesso riguardo a ciò che ho visto sullo schermo, trovandolo persino privo di logica. In definitiva, questa terza stagione è stata una grande delusione, una serie che meritava un destino migliore e, probabilmente, più stagioni. È come se “Stranger Things” fosse finito dopo sole tre stagioni: in tal caso, è logico che la trama sarebbe stata affrettata. Sarebbe interessante sapere se è stato Netflix a obbligare gli showrunner a concludere la storia dopo tre stagioni o se è stata una loro scelta. Se fosse stata una scelta volontaria, non riuscirei a comprenderne il motivo.

Sweet Home S3(L to R) Lee Do-hyun as Lee Eun-hyeok, Ko Min-si as Lee Eun-yu in Sweet Home S3. Cr. Kim Jeong WonNetflix ©
Sweet Home S3(L to R) Lee Do-hyun as Lee Eun-hyeok, Ko Min-si as Lee Eun-yu in Sweet Home S3. Cr. Kim Jeong WonNetflix ©

In conclusione

La terza stagione di “Sweet Home” si rivela una conclusione insoddisfacente per una serie che aveva inizialmente conquistato il pubblico con la sua tensione claustrofobica e i suoi personaggi ben sviluppati. Nonostante mantenga un’elevata qualità tecnica, questa stagione soffre di una sceneggiatura affrettata e di una caratterizzazione superficiale dei personaggi secondari. Sebbene alcuni protagonisti continuino a brillare, l’espansione della trama e l’introduzione di numerosi nuovi personaggi hanno diluito l’intensità emotiva e drammatica che aveva reso la prima stagione così avvincente. In definitiva, “Sweet Home 3” non riesce a raggiungere il livello delle aspettative, lasciando molti interrogativi sul motivo di una chiusura così frettolosa e poco soddisfacente.

Note positive

  • Qualità tecnica: Ottimi effetti speciali, regia e fotografia di alto livello.
  • Personaggi principali: Approfondimento efficace di personaggi come Cha Hyun-soo, Eun-yu, Seo Yi-kyung, la bambina mostro e Tak In-hwan.
  • Tematiche interessanti: Alcuni temi come la lotta tra umanità e mostruosità e le dinamiche familiari sono ben trattati.

Note negative

  • Caratterizzazione superficiale: Nuovi personaggi, soprattutto militari e rifugiati, non sono sviluppati adeguatamente.
  • Sbilanciamento emotivo: Difficoltà nel creare empatia con i personaggi secondari, riducendo l’impatto emotivo delle loro vicende.
  • Finale insoddisfacente: Conclusione frettolosa e poco logica, mancanza di epicità e drammaticità.
  • Scelte drammaturgiche discutibili: Alcuni elementi narrativi, come lo scontro finale, risultano ridicoli e insensati.
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Stefano Del Giudice
Stefano Del Giudice

Laureatosi alla triennale di Scienze umanistiche per la comunicazione e formatosi presso un accademia di Filmmaker a Roma, nel 2014 ha fondato la community di cinema L'occhio del cineasta per poter discutere in uno spazio fertile come il web sull'arte che ha sempre amato: la settima arte.