The Erl-King (2024). La recensione del film in concorso al Lucca film festival

Recensione, trama e cast del film The Erl-King (Bauk) del 2024 per la regia di Goran Radovanović, presentato al Lucca Film Festival 2024.

Condividi su

Trailer di “The Erl-King”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Presentato in anteprima mondiale al Moscow International Film Festival, il 20 aprile 2024, “Bauk”, conosciuto con il titolo di The Erl-King, è un film diretto da Goran Radovanovic e interpretato da Jaksa Prpic e Sara Klimoska nel ruolo dei protagonisti. La pellicola è stata presentata in concorso al Lucca Film Festival 2024 al Cinema Astra alle ore 15 del 26 settembre.

Trama di “The Erl-King”

Il regista ci riporta agli anni Novanta, in una Belgrado sconvolta dai bombardamenti della NATO. Il tutto viene ricostruito dagli occhi di un bambino di nome Sava, costretto ad affrontare il dramma insieme alla madre.

Il prete della parrocchia prova ad aiutare la famiglia, finendo per essere visto da Sava come un rimpiazzo del padre assente per via della guerra.

Fotogramma di The Erl-King
Fotogramma di The Erl-King

Recensione di “The Erl-King”

The Erl-king è un film che gioca di simboli e di metafore, in cui l’ambiente circostante finisce per riflettere lo stato d’animo dei personaggi. La guerra viene mostrata da tre angolazioni. Quella esterna, mostrata dai telegiornali, racconta i fatti storici fino alla resa di Milosevic; quella vicina, dove le bombe esplodono vicino al piccolo protagonista e infine quella interna, dove il bambino sviluppa traumi che gli porteranno via per sempre la sua innocenza.

Tematiche e simbologie

Si avverte come l’inizio dei bombardamenti porti alla rottura di una quotidianità fatta di scuola, compiti per casa e prime cotte per le compagne di classe. Proprio quest’ultimo punto diventa cruciale: il piccolo Sava resta sempre legato al ricordo della bambina di cui si è innamorato.

Da una parte il ricordo del suo innamoramento infantile, dall’altro la speranza che il padre torni dal fronte. Col progredire della vicenda entrambe le cose finiscono per essere assorbite dalla brutalità della guerra.

Quando a seguito di un’esplosione Sava smette di parlare, capiamo che la sua alienazione dalla realtà ha raggiunto l’apice. La linea che lo collegava al mondo è stata spezzata dalla paura.

La paura irrompe sulla scena con le sembianze di un grande cane feroce, che insegue Sava senza nessun motivo apparente. Il bambino si trova davanti alla guerra come davanti a quel cane: indifeso e ignaro del perché sia proprio lui il bersaglio, conscio solo di dover scappare.

Lato tecnico

Radovanovic muove la macchina da presa lentamente, ricreando l’atmosfera onirica a metà tra il reale e il fantastico che vive il suo protagonista. La messa in scena è minimale e il regista si guarda bene dal dare alla guerra una dimensione spettacolare. L’attenzione verso i primi piani fa intendere quanto l’opera sia personale e necessita di una grande espressività da parte degli attori. I colori freddi e de-saturati decorano la maggioranza della pellicola, eccezion fatta per la Chiesa, dove domina un giallo acceso e il teatro della recita di fine anno scolastico, dove il rosso del sipario la fa da padrone. È chiaro il quadro di una guerra che ha portato via i colori dal mondo e ha devastato la vita dei civili.

In conclusione

The Erl King è un film dal ritmo costante ma molto lento che rinuncia consapevolmente a soddisfare le esigenze di buona parte del pubblico. Obbliga gli spettatori ad adeguarsi ai suoi tempi e ai suoi silenzi. Vuole raccontare prima che intrattenere.

Realtà e finzione si mescolano in un film incentrato più sugli effetti psicologici della guerra, che non sulla guerra in sé.

Note positive

  • Simbolismo e metafore ben orchestrate
  • Profonda analisi psicologica dei traumi infantili
  • Regia lenta e atmosferica
  • Interpretazioni intense e toccanti

Note negative

  • Poca enfasi sugli eventi bellici in sé
Condividi su
Federico Manghesi
Federico Manghesi