The Orbital Children – Prima stagione (2022): Lunaria, il destino e l’umanità

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The Orbital Children - Locandina promozionale

The Orbital Children

Titolo originale: Chikyûgai-shônen-shôjo

Anno: 2022

Paese: Giappone

Genere: Animazione, fantascienza, dramma adolescenziale

Casa di Produzione: Avex Pictures, Production +h

Distribuzione: Netflix

Ideatore: Mitsuo Iso

Stagione: 1

Puntate: 6

Regia: Mitsuo Iso

Sceneggiatura: Mitsuo Iso

Musica: Rei Ishizuka

Studio: Production +h.

Trailer di The Orbital Children

Chikyūgai Shōnen Shōjo (lett. Ragazzi e ragazze al di fuori della Terra) nasce come lungometraggio anime di genere fantascientifico diretto da Mitsuo Iso e animato da Toshiyuki Inoue, che vanta una carriera di prestigio nel settore dell’animazione avendo lavorato in Jin-Roh – Uomini e lupi, Tokyo Godfathers, Ghost in the Shell – Stand Alone Complex 2nd GIG, Paprika – Sognando un sogno, Evangelion: 3.33 You Can (Not) Redo. In Giappone l’opera venne distribuita, sia al cinema che direttamente in Home Video, sotto forma di due pellicole, la prima dal titolo “Extraterrestrial Emissary” è stata rilasciata il 28 gennaio mentre la seconda parte “The Story of the Beginning” l’11 febbraio 2022. Netflix nel novembre 2021 decide di acquistare i diritti dei due lungometraggi per la distribuzione globale, ma invece di rilasciarli nel loro formato originale decide di spezzettare le pellicole sotto forma di episodi al fine di costituire una serie televisiva di sei episodi della durata di trenta minuti. La serie in Italia è stata resa disponibile dal 28 gennaio, in contemporanea all’uscita giapponese del primo film.

Trama di The Orbital Children

Nel 2045, all’interno della stazione spaziale giapponese Anshin, vivono i quattordicenni Touya Sagami e Konoha Б Nanase, due bambini nati sulla Luna e che non hanno mai toccato la superficie terrestre e che ora stanno effettuando una terapia fisica all’interno della Anshin per poter emigrare sulla Terra. I due ragazzini però non sono del tutto uguali ai terrestri ma hanno un impianto tecnologico immesso all’interno del loro cervello da Seven, una A.I. ormai scomparsa nel tempo. Gli impianti, che hanno reso possibile la vita nei due giovani, però mostrano un difetto importante: tale tecnologia li sta lentamente uccidendo a causa di un gusto interno e misterioso, che Touya vuole scoprire a tutti i costi anche hackerando illegalmente il suo drone Dakki, andando a eliminargli il limitatore d’intelligenza. Il suo obbiettivo primario è quello di trovare un modo per salvare Konoha, tra i due la più malata, mostrando gravi problemi cardiaci.

Un giorno, dopo aver vinto un concorso, giungono sulla navicella spaziale tre ragazzini: Mina Misasa e il fratellino Hiroshi Tanegashima (denominato il professore) e Taiyo Tsukuba, un giovanissimo ufficiale dell’UN2.1, ovvero della pattuglia di controllo contro le attività legali. Taiyo si scontrerà immediatamente con Sagami, che sta violando le regole. A occuparsi di loro c’è l’infermiera della stazione Nasa Houston. Mentre il gruppo fa conoscenza e Misasa, una famosa influencer, inizia a fare delle dirette video, l’astronave viene scossa da uno strano incidente provocato da una misteriosa cometa. L’ Anshin, prima un luogo ospitale si trasforma in un ambiente ostile e i giovani passeggeri, isolati dal resto del mondo, dovranno trovare una soluzione per salvarsi dalla catastrofe, sfruttando le tecnologie dell’epoca e della connessione internet aumentata. Il gruppo riuscirà a salvare la navicella e la propria vita?

The Orbital Children - Fotogramma
The Orbital Children – Fotogramma

Recensione di The Orbitan Children

Una serie di pura fantascienza a tinte teen dramma, un prodotto che va a scoperchiale le miriadi di tematiche facenti parte dell’universo di genere sci-fi, perché The Orbitan Children viaggia sia su tematiche concrete sia astratte ponendo riflessioni fondanti del genere: Chi siamo? Dove stiamo andando? Che cos’è il tempo e lo spazio? Esiste un libero arbitrio nell’essere umano e nelle intelligenze artificiali? Domande che già molte pellicole di successo hanno tentato di dare una loro risposta da Blade Runner a Interstellar. Queste riflessioni vengono immesse all’interno di un mondo in cui l’A.I. hanno un ruolo fondamentale nell’esistenza e nella vita dell’umanità, svolgendo per questa molteplici attività fondamentali, in cui l’essere umano è divenuto dipendente della tecnologia.

La storia ci porta in un futuro non troppo dissimile dal nostro 2022, dove troviamo sempre l’importanza dell’essere popolari sul mondo della rete, dove un follower o un like in più fanno ancora la differenza, come avviene nel caso del personaggio di Mina Minasa, che sembra partecipare a quel concorso solo per poter accrescere la sua base di fandom. Questo personaggio come anche il resto mostra allo spettatore l’evoluzione del mondo dell’internet, di come questo si sia distaccato da oggetti ingombranti come tablet, smartphone o pc al fine di unirsi in maniera organica con l’essere umano, ora basta una mano e alcuni vestiti per connettersi nel meta – verso virtuale. Interessante risulta anche il modo in cui sono stata create dal punto di vista narrativo le A.I., esseri che possiedono un loro blocco d’intelligenza e di apprendimento, elemento che non gli permette di raggiungere la loro piena consapevolezza e conoscenza del mondo, evitando la loro totale maturazione in entità distaccata e autonome dall’essere organico che le sfrutta esclusivamente a suo vantaggio. Questo blocco di apprendimento dichiara che le intelligenze artificiali sono bloccate e che vivono continuamente all’interno di una loro culla, uno spazio protetto, che non gli permette di espandersi e fare esperienze e di conoscere altro al fine di evolversi al di fuori dei loro schemi. Tale tematica della “culla” si connette anche con il personaggio Touya Sagami, il bambino nato nello spazio che odia i terrestri e la terra, colui che è costretto in questo viaggio ad abbondare il vecchio sé per maturare e affrontare nuove avventure a cui era spaventato tanto, che inconsciamente, preferiva rimanere bloccato nella sua routine all’interno dell’astronave, piuttosto che aprirsi alla scoperta dell’umanità e della Terra.

La Terra vista dall'astronave nella prima stagione di The Orbital Children
La Terra vista dall’astronave nella prima stagione di The Orbital Children

La serie possiede un animazione e una colonna sonora sorprendente e interessante, in special modo il lavoro svolto dal character design Kenichi Yoshida e dall’animatore Toshiyuki Inoue, i quali riescono a creare un mondo visivamente accattivante pieno di sfumature e dettagli, impreziositi anche da una scrittura efficace dei caratteri messi in scena che si distinguono dagli altri sia per fattura estetica che di caratteriale, difatti lo spettatore non farà difficoltà a memorizzare i nomi dei personaggi e ad affezionarsi a loro, grazie a un lavoro di attenta scrittura che rende ogni individuo messo in scena alquanto tridimensionale, ciò vale però solo per i ragazzi e per Nasa, perché il resto dei componenti dell’equipaggio risultato componenti della storia fin troppo marginali e potevano essere maggiormente approfonditi. Discorso simile vale anche trattando il worldbuilding (la costruzione del mondo narrativo) che non viene ben spiegato, anzi fatichiamo a comprenderlo ed entrare al suo interno. Non abbiamo mai puntante che ci introducono in questo nuovo tempo e tutte le nozioni ci vengono date come già conosciute fin dalla prima puntata, questo lo rende una serie non del tutto adatta per i più piccoli che potrebbero faticare a comprendere le vicende narrate.

Conclusione

The Orbital Children di Mitsuo Iso non risulterà innovativa dal punto di vista tematico né da quello narrativo ma ha il pregio di possedere una animazione accattivante il tutto sorretta da un ottima colonna sonora di Vincent Diamante eseguita dal VTuber harusaruhi. Peccato però per la scrittura del mondo che non funziona bene e per la presenza di un ritmo eccessivamente frettoloso e rapido che preferisce l’azione e il pathos all’emozione eliminando tutti gli elementi emotivi presenti nella trama, difatti lo spettatore difficilmente sentirà dentro di sè il dolore dei personaggi, soprattutto nella parte finale della serie. Il finale può risultare autoconclusivo anche se svariate domande poste nell’ultima puntata, durante il dialogo tra l’A.I. Seven e Touya non trovano una vera e propria risposta e anche l’ultima scena dell’episodio lascia i personaggi in una situazione che potrebbe essere interessante riprendere in mano, se l’ideatore dello show ha però una qualche idea valida per riprendere la serie in mano. Indubbiamente la scelta di Netflix di spezzettare il film in serie è risultata corretta poiché come lungometraggio potrebbe risultare eccessivamente pesante.

Note positive

  • Animazione
  • Musica
  • Scelta di Netflix di rendere il film come una serie

Note negative

  • Se i ragazzi vengono ben narrati il mondo degli adulti è fin troppo marginale
  • Un ritmo troppo rapido che elimina l’elemento emozionale.
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