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The Outlaw King – Il re fuorilegge
Titolo originale: The Outlaw King
Anno: 2018
Paese: Regno Unito
Genere: Storico / Azione / Drammatico
Casa di produzione: Sigma Films, Anonymous Content
Distribuzione: Netflix
Prodotto da: Gillian Berrie, Richard Brown, Steve Golin
Durata: 2 hr 01 min (121 min)
Regia: David Mackenzie
Sceneggiatura: Mark Bomback, Bathsheba Doran, David Harrower, James MacInnes, David Mackenzie
Montaggio: Jake Roberts
Dop: Barry Ackroyd
Musica: Jim Sutherland
Attori: Chris Pine, Aaron Taylor-Johnson, Florence Pugh, Billy Howle, Tony Curran, Alastair Mackenzie, James Cosmo, Callan Mulvey, Stephen Dillane, Sam Spruell, Steven Cree
TRAMA DI THE OUTLAW KING
Dopo la clamorosa sconfitta di William Wallace, il nobile Robert Bruce (Chris Pine) tenta un’ennesima battaglia contro Re Edoardo I (Stephen Dillane) per l’indipendenza della Scozia dall’Inghilterra. Sconfitto a seguito di un vile attacco a sorpresa, Bruce viene dichiarato fuorilegge e costretto alla fuga…
RECENSIONE DI THE OUTLAW KING
The Outlaw King è la seconda collaborazione tra il regista David Mackenzie e Netflix dopo il polveroso e notevole Hell or high water. Ma se nel 2015 il regista ha avuto il pregio di svecchiare il genere western con onestà professionale, adattandolo alla realtà sociale degli Stati Uniti dell’era di Obama, in questo suo primo approccio all’epica medievale non gli è riuscito di dare un’impronta forte e distinguibile a un racconto incentrato su una realtà a lui vicina, ovvero la storia della nativa Scozia, in quello che poteva (e, forse, voleva) essere un seguito spirituale del Braveheart di Mel Gibson.
Nell’era di Game of Thrones, il pubblico è ormai abituato a una visione del medioevo molto sporca e cruda, decisamente meno spettacolarizzata di quanto fatto da molti registi del passato. E ciò è tenuto bene a mente da Mackenzie, che ci regala un ritratto della Scozia medievale senza fronzoli e concreta, dalle luci fredde e nebbiose, con una fotografia che ricorda molto il Revenant di Inarritu e sporca di fango e sangue i personaggi. Ma rispetto a quanto fa (o meglio, faceva nelle prime stagioni) il serial fantasy della HBO, Mackenzie suddivide i protagonisti attraverso una fin troppo classica e banale separazione tra buoni e cattivi, appiattendone la caratterizzazione e privando dell’opera di molta vitalità emotiva che in una pellicola di questo genere avrebbe giovato.


A tanta bella tecnica e cura in campo scenografico e di costumi si alterna la pochezza narrativa di un film spento che si trascina per due ore. La trama è semplice e lineare, e avanza per blocchi narrativi senza un vero mordente, complici anche dei buchi di trama (figli dei tagli imposti da Netflix) che annullano molte sottotrame potenzialmente interessanti, sprecano personaggi su carta carismatici e rendono spesso confusa e incomprensibile la narrazione. A tutto questo aggiungiamo un cast di pupi senz’anima anziché di attori: tra un Stephen Dillane a cui non viene riservata lunga vita, un Aaron Johnson quasi assente e un Chris Pine inespressivo e inadeguato come mai gli era capitato nella sua carriera, ci rendiamo conto di quanto The Outlaw King sia uno dei prodotti Netflix da dimenticare più in fretta possibile.
NOTE POSITIVE
- Buona regia di Mackenzie
- Fotografia gelida e nebbiosa
- Costumi e scenografie minuziose
NOTE NEGATIVE
- Sceneggiatura troppo lineare e priva di mordente
- Separazione troppo netta e banale in “buoni e cattivi”
- I tagli nel montaggio rendono confusionarie alcune scene
- Attori al di sotto dei loro standard