The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi (2021): Un inno all’umanità e alla speranza

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The Rescue

The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi

Titolo originale: The Rescue

Anno: 2021

Nazione: Stati Uniti d’America, Regno Unito

Genere: Documentario

Casa di produzione: National Geographic Documentary Films, Ventureland, Storyteller Productions, Little Monster Films, Passion Pictures

Distribuzione: Wanted Cinema, Disney Plus

Durata: 114 minuti

Regia: Elizabeth Chai Vasarhelyi, Jimmy Chin

Fotografia: David Katznelson, Ian Seabrook

Montaggio: Bob Eisenhardt

Musiche: Daniel Pemberton

Trailer del documentario “The Rescue”

The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi è un docu-film del 2021 diretto e prodotto dai coniugi Elizabeth Chai  Vasarhelyi e Jimmy Chin, vincitori del premio Oscar nel 2019 nella categoria miglior documentario grazie a “Free Solo”. La pellicola è stata presentata in anteprima mondiale al 48° Telluride Film Festival il 2 settembre 2021 e successivamente è stato proiettato al Toronto International Film Festival, dove ha vinto il People’s Choice Awards per il miglior documentario. In Italia il documentario è uscito in streaming su Disney Plus il 31 dicembre 2021 con il titolo The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi, mentre verrà proiettato nelle sale cinematografiche 16, 17 e 18 maggio 2022 con il titolo The Rescue – In trappola negli abissi.

Trama di The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi

Il lungometraggio segue il salvataggio all’interno della grotta di Tham Luang, dove nel 2018 una squadra di calcio formata da dodici ragazzini più il loro allenatore rimasero intrappolati dopo aver fatto una breve escursione.

Speleosub in The Rescue - Il salvataggio dei ragazzi
Speleosub in The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi

Recensione di The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi

“È reale, è reale” così esclama lo speleosub britannico John Volanthen con voce rotta, mentre sorregge con le mani una telecamera puntata sui tredici ragazzi trovati vivi e rimasti intrappolati per ben sedici giorni all’interno di una caverna nera come la pece. Al suo fianco il suo amico e compagno d’immersioni Richard Stanton, felice di aver risolto un primo enigma, una scomparsa che ha tenuto con il fiato sospeso un intero mondo. Il vero problema però, a detta dei due esperti, è un altro ancora: come fare per tirare fuori quel gruppo di fanciulli?

Nell’estate del 2018, un gruppo di dodici ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, appartenenti a una squadra di calcio locale chiamata Moo Pa, decidono di fare una breve escursione con il loro allenatore all’interno della caverna Tham Luang Nang Non in occasione del compleanno di uno di loro. Una volta entrati, un improvviso e forte nubifragio gli coglie di sorpresa, portandoli a percorrere diversi chilometri per ripararsi dagli allagamenti, con il risultato di rimanere intrappolati all’interno di questo sistema di grotte costituito da cunicoli stretti e meandri profondi. Grazie all’intervento di un ranger, viene da subito denunciata la scomparsa di questi ragazzi, portando un’intera cittadina a scoprire dove si fossero cacciati, se fossero ancora vivi. Con l’aiuto dei Royal Navy SEALS, delle US Special Forces e della collaborazione di alcuni tra i più famosi ed esperti speleosub del mondo, nella giornata del 10 luglio si conclusero le operazioni di salvataggio con, fortunatamente, nessuna perdita tra i dispersi.

La regista premio Oscar Elizabeth Chai Vasarhelyi e suo marito Jimmy Chin, anch’esso regista e fotografo del National Geographic, danno vita a un racconto emozionante capace di riportare a galla a numerosi spettatori un salvataggio davvero pericoloso e quasi impossibile da realizzare. Due cineasti abituati a raccontare storie incredibili, pensiamo solo al lavoro – giustamente premiato – datato 2018 dal titolo “Free Solo”, dove vengono raccontate le imprese dello scalatore Alex Honnold sulla montagna El Capitan. Un uomo capace di arrampicarsi su qualsiasi parete rocciosa senza aver bisogno di un equipaggiamento di sicurezza o aiuti artificiali. Un marziano, a detta di molti. In “The Rescue” cambia l’ambientazione e il livello di difficoltà: dalle montagne si passa alle grotte, nello specifico quella di Tham Luang Nang Non, dove rimasero intrappolati a causa delle piogge monsoniche un gruppo di giovani ragazzi. Cosa fare? Come liberarli? Da qui l’intervento degli speleosub, uomini dotati di un incredibile autocontrollo e capaci di dominare le loro emozioni, esplorando con mezzi da loro costruiti numerose caverne sommerse nelle profondità dell’acqua.

Tham Luang Nang Non
Tham Luang Nang Non

“The Rescue” è la loro storia, sono loro i protagonisti di questo salvataggio miracoloso. La pellicola, infatti, mette in luce non solo l’umanità e l’altruismo fornito da questi uomini, pronti a prendere il primo aereo per lasciare la loro terra per prestare aiuto in Thailandia, ma mette in evidenza anche e soprattutto l’enorme difficoltà e i numerosi rischi delle immersioni nelle grotte, fatali per qualsiasi essere umano. È un racconto che parla delle responsabilità morali ricadute su questi eroi, in particolare sul dottore Richard “Harry” Harris, colui che aveva preparato il “cocktail” di farmaci per addormentare i dispersi in modo da trasportarli più facilmente sott’acqua senza spaventarli più del necessario. Infatti, l’unica via per portarli alla salvezza era quella di fargli attraversare quel lungo cammino (due ore e mezza) nelle profondità dell’acqua, resa ancora più difficile a causa della mancanza dell’illuminazione. Un viaggio lungo, circondati dal buio pesto e dal silenzio, con il timore di non riuscire a portare fuori quelle giovani vite ma con la soddisfazione, alla fine di quell’incubo, di aver fatto parte a una missione di salvataggio memorabile che rimarrà impresso nelle menti e nella storia per sempre.

Una pellicola senz’altro molto complessa da raccontare e realizzare, complice la pandemia nel bel mezzo delle riprese, che ha impedito ai registi di recarsi (inizialmente) sul posto per effettuare dei filmati all’interno della caverna, ma dandogli la possibilità di effettuare delle interviste davvero esclusive sulla piattaforma zoom. “The Rescue” può essere definito un diario personale, caratterizzato da un ricchissimo materiale inedito, molti dei quali provengono dalla moglie di un ammiraglio thailandese, anch’essa regista, che da subito si è dimostrata favorevole nel lasciare nelle mani dei due cineasti un vero e proprio tesoro di diverse ore, in modo da essere sfruttato per questo lungometraggio. Solo nell’ottobre 2020 Chai Vasarhelyi ha avuto l’occasione di volare in Thailandia per visitare il luogo dove tutto ebbe inizio e di parlare con alcuni dei ragazzi sopravvissuti. Un ricordo emozionante, capace di farci pensare che forse esiste ancora nell’uomo un senso di empatia e solidarietà.

In conclusione

“The Rescue” racconta passo dopo passo e con precise informazioni uno dei salvataggi più pericolosi avvenuto nel 2018 in una grotta della Thailandia. Suspense, riprese effettuate sott’acqua impedendo la visione a causa del buio e interviste realizzate ai speleosub, ci danno modo di capire e di farci provare sulla nostra pelle cosa hanno davvero passato tutte quelle persone impegnate in un gesto eroico.

Note Positive:

  • Regia
  • Materiale inedito
  • Interviste esclusive ai speleosub
  • Senso di umanità ritrovata nella pellicola

Note negative:

  • /
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