The Silent Sea – prima stagione (2021): l’acqua, la luna e la bambina

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The Silent Sea locandina serie tv

The Silent Sea

Titolo originale: The Silent Sea

Anno: 2021

Paese: Corea del Sud

Genere: fantascienza, thriller

Casa di Produzione: Artist Company

Distribuzione: Netflix

Ideatore: Choi Hang-yong

Stagione: 1

Puntate: 8

Regia: Choi Hang-Yong

Sceneggiatura: Eun-kyo Park

Musica: The City of Prague

Attori: Gong Yoo, Bae Doona, Lee Joon, Kim Sun-young, Lee Moo-Saeng, Heo Sung-tae

Trailer di The Silent Sea – Prima stagione

Prodotta dall’attore coreano Jung Woo-sung, The Silent Sea è una serie fantascientifica a tinte thriller basata sull’omonimo cortometraggio del 2014 diretto da Choi Hang-yong, colui che ricopre anche il ruolo di regista all’interno dello show Netflix, uscita sulla piattaforma on demand la vigilia di Natale del 2021, anche se è difficile comprendere come mai i distributori abbiano scelto tale periodo dell’anno per rilasciare questo tipo di prodotto seriale, dato che non mostra nessuna vicinanza al clima invernale o natalizio. Nonostante ciò, questa stagione di otto puntate vale la pena di essere vista?

Trama di The Silent Sea

In un futuro in cui il pianeta Terra soffre di desertificazione, l’acqua è quasi del tutto scomparsa dalla superficie e con essa la speranza di vita della nuova discendenza umana, dato che la mortalità infantile è alle stelle. In un mondo del genere l’acqua è divenuto un bene prezioso e come tale diviene uno strumento di lusso, in grado di dividere la società in classi: esiste la classe A che ha accesso illimitato a tutta l’acqua che desiderano e poi c’è la gente normale, coloro che devono lottare e fare lunghe file per ottenere una misera tanica d’acqua.  In mezzo a questa desolazione, l’astrobiologa Song Ji-an (Bae Doo-na) viene contattata dai superiori della Space Aviation Administration, che gli offrono di partecipare a una spedizione di recupero di una sostanza misteriosa all’interno della Balhae Lunar Research Station situata sulla Luna, rimasta chiusa per cinque anni, a causa di una fuga di radiazioni che ha ucciso tutto il personale che era al suo interno, compresa la sorella dell’astrobiologa, colei che era al capo di questa spedizione segreta Lunare. La donna spinta dalla volontà di ritrovare la sorella e comprendere ciò che è veramente accaduto in quella struttura spaziale, accetta di partire per la missione, una missione dalla durata di ventiquattro ore dove dieci astronauti sotto il comando del capitano Han Yoon-jae (Gong Yoo) dovranno raggiungere la Balhae Lunar Research Station e trovare una misteriosa e a loro sconosciuta sostanza che dovranno riportare immediatamente a casa.  La missione però non andrà come previsto, fin dal primo momento a causa di un guasto all’astronave su cui gli astronauti viaggiavano, ma proprio all’interno della struttura scientifica scopriranno segreti di morte.

The Silent Sea - Foto dal set
The Silent Sea – Foto dal set

Recensione di The Silent Sea

Park Eun-kyo, vincitore del premio alla Miglior sceneggiatura nel 2010 per Madre alla quarta edizione degli Asian Film Awards, scrive una storia claustrofobica che richiama alla mente i classici film di fantascienza spaziali come quell’Alien di Ridley Scott, dal forte sapore thriller che catapultava una squadra di astronauti dentro una situazione di pericolo virologico, dove la stessa sopravvivenza della razza umana è messa in pericolo, stesso discorso vale per la storia su cui ruota The Silent Sea, un viaggio di 24h ore all’interno della Balhae Lunar Research Station, un luogo che assume una duplice parvenza di ruolo, essendo sia l’ultima ancora di salvezza per gli astronauti, i quali hanno perduto per sempre la loro astronave durante l’atterraggio, sia una prigione dove è presente la minaccia di un virus sotto forma di acqua, che se entra a contatto con gli esseri umani li uccide per annegamento, come un’ironia della sorte perché sulla Terra non c’è acqua, ma qui sulla Luna la sostanza acquosa è letale per gli stessi umani. Gli astronauti così per sperare di sopravvivere in quest’avamposto spaziale, oltre che nel compiere la loro missione, che li renderebbe dei cittadini di classe A, si vedono costretti a studiare e comprendere, in poco tempo, come si sviluppa e come si comporta questo strano virus che l’ASA vuole portare sulla Terra.

Bae Doona, Gong Yoo in The Silent Sea
Bae Doona, Gong Yoo in The Silent Sea

La storia si dipana come un thriller a due facce, se da un lato abbiamo un climax claustrofobico in cui gli astronauti si muovono con le loro tute all’interno di cunicoli stretti e bui della Balhae Lunar Research Station affrontando sfide complesse per condurre in porto il loro lavoro, allo stesso tempo abbiamo una sottotrama dal sapore politico – sociale dove s’iniziano a intravedere i giochi di potere economico attraverso la presentazione di due personaggi facente parte del mondo dell’ASA, di coloro che inviano le truppe sull’astronave nascondendo a queste informazioni fondamentali per nascondere i loro veri intenti e piani, elementi che andremo a comprendere meglio nella prossima stagione che con molta probabilità avrà un cambio netto di location. Parlando proprio di ambientazione questa possiede un suo fascino estetico dal carattere retro a causa, molto probabilmente, di un budget non eccelso, poiché se riesce a tratti a donarci un’ambientazione ben fatta tecnicamente, soprattutto negli interni, i momenti allo spazio aperto o quelli “sott’acqua” mostrano tutte le lacune della CGI che appare come quella presente nei film di vent’anni fa, indubbiamente a livello effettistico si poteva fare di più.

Se a livello ritmico, nonostante qualche puntata di troppo, la storia appare interessante e accattivante per lunghi tratti, il tutto si perde quando si vuole trattare i caratteri dei vari personaggi perché se escludiamo un minimo approfondimento della protagonista interpretata da Bae Doo-na, che però non dona un’ottima performance possedendo per tutta la durata seriale la medesima espressione facciale, o del comandante Han Yoon-jae, che viene analizzato attraverso il rapporto con la figlia malata a causa dell’assenza dell’acqua sulla terra, tutti gli altri personaggi appaiono delle macchiette assolutamente prive di una reale tridimensionalità o spessore caratteriale, tanto che la gran parte dei personaggi appaiono l’uno identico all’altro tanto che lo spettatore non riesce a empatizzare minimamente con loro.  Se anche questi avrebbero avuto più attenzione durante la scrittura, la storia avrebbe acquisito sia di approfondimento tematico sia a livello ritmico narrativo.

Note positive

  • Ritmo nelle ultime puntate
  • Il finale di serie

Note negative

  • Personaggi poco approfonditi
  • CGI
  • sei puntate sarebbero state più adatte, con otto alcune situazioni sono state fin troppo allungate
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