The Studio – Prima Stagione (2025). Un ritratto irriverente della Hollywood di oggi

Recensione, trama e cast di The Studio - Prima Stagione (2025): serie comedy targata Apple TV+ con protagonista Seth Rogen e disponibile con i suoi primi due episodi dal 26 marzo.

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Trailer di “The Studio – Prima Stagione”

Informazioni sulla stagione e dove vederla in streaming

“The Studio” è una serie comedy targata Apple TV+ ideata e scritta da Seth Rogen, Evan Goldberg, Peter Huyck, Alex Gregory e Frida Perez. Lo show che racconta il mondo del cinema dal punto di vista degli studios vede nel cast lo stesso Seth Rogen, anche regista dei 10 episodi insieme al suo collaboratore Evan Goldberg, Catherine O’Hara, Ike Barinholtz, Chase Sui Wonders, Kathryn Hahn e Bryan Cranston. Inoltre la serie conta al suo interno special guest star dal calibro di Martin Scorsese e altri volti di Hollywood nei panni di loro stessi. “The Studio” sarà disponibile con i suoi primi due episodi dal 26 marzo 2025 su Apple TV+, mentre i restanti 8 episodi verranno rilasciati con cadenza settimanale.

Trama di “The Studio” (2025)

In “The Studio”, Seth Rogen interpreta Matt Remick, il nuovo capo dei Continental Studios, una casa cinematografica ormai in crisi. Mentre i film faticano a rimanere vivi e rilevanti, Matt e il suo belligerante team di executive lottano contro le proprie insicurezze scontrandosi con artisti narcisisti e vili dirigenti corporate nel tentativo sempre più arduo di produrre grandi film. Con i loro completi formali a mascherare un incessante senso di panico, si muovono in un mondo dove ogni festa, visita sul set, decisione di casting, riunione di marketing e premiazione può aprire la porta a un successo sfavillante o a una totale catastrofe. Per Matt, che si nutre di cinema, è il lavoro della vita. E potrebbe benissimo essere la sua rovina.

I protagonisti di "The Studio" (2025)
I protagonisti di “The Studio” (2025)

Recensione di “The Studio” (2025)

Seth Rogen e Evan Goldberg, dopo il successo ottenuto sul piccolo schermo con le serie a tema supereroi di Amazon Prime Video (The Boys e Invincible), ritornano con una serie dove non figurano soltanto come produttori, ma anche sceneggiatori, registi e nel caso di Rogen, attore protagonista. “The Studio” di Apple TV+ ci racconta in 10 episodi in chiave comedy il mondo del cinema dal punto di vista dei Continental Studios, una fittizia major cinematografica che tenta di dominare il mercato cinematografico alternando la sua offerta per il pubblico. Ed è proprio da qui che lo show racconta il folle lavoro del produttore cinematografico dal punto di vista dei suoi personaggi.

Infatti “The Studio” si erge a vero e proprio ritratto della Hollywood di oggi, ma con una chiave comedy che rende il tutto più irriverente e decisamente tragicomico. Un’operazione seriale di questo tipo rischia sempre di incappare in una comicità che non critica il sistema di cui fa parte, andandosi a sgonfiare con il passare degli episodi. Fortunatamente non è il caso di “The Studio”, dove Seth Rogen e Evan Goldberg, insieme ad un team di sceneggiatori, hanno collaborato all’unisono per dare al pubblico una serie irriverente, brillante e al tempo stesso specchio dell’attualità e di un sistema che si culla forse fin troppo su alcuni dogmi che potrebbero venire senza troppi problemi accantonati, criticandoli con un’ironia tragicomica che ricorda una serie televisiva tanto amata dal pubblico italiano…

Tra Boris e Call My Agent: una formula europea che si mostra vincente anche negli USA nelle mani giuste

Per quanto fare paragoni possa in apparenza sembrare fuori luogo, in questo caso guardando “The Studio” non possiamo non menzionare due serie che raccontano il mondo del cinema e della televisione in chiave ironica ma non senza criticare lo stato attuale dell’industria; stiamo parlando della italianissima Boris e della serie francese Call My Agent, di cui recentemente abbiamo potuto guardare il remake italiano. Nonostante il contesto differente, “The Studio” presenta alcune analogie con questi show. Ma come riesce la serie Apple ad avere una propria identità? Il merito va assolutamente alle menti dietro l’intero progetto.

L’umorismo del duo Rogen/Goldberg, unito al mondo degli executive di Hollywood, riesce a dare quella marcia in più a “The Studio” consolidando l’offerta comedy di Apple TV+. Ma se l’umorismo regna sovrano, a rendere lo show interessante è il come determinati passaggi vengano raccontati in modo semplice ed efficace, portando il pubblico ad esplorare dinamiche a cui tende facilmente a puntare il dito quando si parla di successo o insuccesso di una pellicola. E proprio come le due serie citate, “The Studio” mescola una narrazione che racconta con un realismo sorprendente il mondo trasposto su schermo, con una comicità irriverente e a tratti volutamente no sense o usando uno dei termini più in voga sul web negli ultimi anni, cringe.

Uno show pieno di star e addetti ai lavori

Per raccontare al meglio la Hollywood dei produttori, “The Studio” gioca una carta sicuramente necessaria, soprattutto se ben sfruttata come in questo caso. La carta in questione è quella delle special guest star; può una serie che parla di cinema essere esente da questa scelta? Assolutamente no! Per quanto questo aspetto possa sembrare prevedibile, “The Studio” gioca benissimo con le sue apparizioni speciali regalando episodi divertentissimi, complice anche le caratterizzazioni sopra le righe dei protagonisti dello show. Da registi come Martin Scorsese e Ron Howard, fino ad arrivare ad attori come Paul Dano, Steve Buscemi, Charlize Theron, Anthony Mackie e Zoë Kravitz, la vera Hollywood si mette gioco nel corso degli episodi della serie televisiva.

Anche se nei panni di loro stessi, le numerose guest star regalano momenti divertentissimi e sopra le righe. Questo infatti non soltanto mostra una certa autoironia da parte dei volti noti coinvolti, ma potrebbe nascondere anche un significato molto più grande rispetto a quello che in apparenza traspare. Criticare in modo ironico il sistema produttivo hollywoodiano può rivelarsi un’arma a doppio taglio, ma il lavoro di scrittura svolto in “The Studio” si dimostra invece essere una strada a senso unico, dove gli ideatori del progetto e i nomi grossi che hanno prestato la loro presenza per un’apparizione speciale sono uniti sotto la stessa bandiera per criticare il sistema in cui operano e al tempo stesso celebrarlo. Perché si, “The Studio” è anche una celebrazione della settima arte attraverso citazioni, la caratterizzazione stessa dei suoi protagonisti e l’approccio alla regia adottato da Seth Rogen e Evan Goldberg, anche registi dei 10 episodi che compongono lo show.

Seth Rogen, Ike Barinholtz e Martin Scorsese in una scena di "The Studio" (2025)
Seth Rogen, Ike Barinholtz e Martin Scorsese in una scena di “The Studio” (2025)

Un mondo frenetico raccontato attraverso la regia

Uno dei maggiori punti di forza di “The Studio”, è la regia. Lo show televisivo nel suo scheletro segue una struttura televisiva tradizionale, mentre dal punto di vista registico il duo Rogen e Goldberg raccontano la storia con una tecnica tanto rara in televisione ma perfetta per lo show: il piano sequenza. Chiariamo subito, il piano sequenza degli episodi di “The Studio” non è un vero piano sequenza – infatti i tagli quasi impercettibili all’occhio più esperto sono evidenti – ma questa scelta che ricorda moltissimo l’acclamato Birdman di Iñárritu si rivela azzeccata. Il dinamismo offerto dal piano sequenza riesce a rappresentare alla perfezione il mondo in cui la storia è ambientata.

La frenesia dei momenti più concitati e la vita lavorativa sempre di corsa del protagonista, vanno di pari passo con la camera e il pubblico si ritrova così anche lui coinvolto all’interno di questa “follia”. Ma la scelta del piano sequenza è un modo per dare un taglio cinematografico allo show televisivo, consolidato anche da una fotografia fatta da colori caldi (perfetta per una serie ambientata a Hollywood) con una patina da pellicola. Inoltre gli episodi contano una colonna sonora jazz come sottofondo, che si amalgama alla perfezione con il caos e l’eleganza del mondo di “The Studio”.

Una struttura tradizionale che “ridimensiona” la storia

Grazie alla durata media degli episodi, è facile notare come “The Studio” rispecchi dal punto di vista strutturale la più classica delle serie comedy. Restando sempre in zona Apple TV+, un’altra serie comedy acclamata ma con episodi dal maggior minutaggio è “Ted Lasso”. Per quanto la durata degli episodi è l’ennesima scelta valida fatta durante la lavorazione dello show, questa si rivela però una vera e propria arma a doppio taglio. Portando avanti una trama orizzontale che culmina in un finale di stagione di due parti, “The Studio” per quanto intrattenga e riesca a trasmettere al pubblico tutti gli elementi menzionati in precedenza, cade in quella che è una delle trappole più tradizionali delle serie comedy.

Sicuramente “The Studio” offre intrattenimento, spunti di riflessioni sulla Hollywood di oggi e il suo modello produttivo, ma ritrovandosi coinvolti sin dalle prime battute nelle disavventure dei protagonisti, la scrittura si sarebbe potuta focalizzare su una maggiore attenzione nel prosieguo della trama orizzontale. Nonostante questo sia un neo della costruzione dello show, “The Studio” anche con i suoi episodi autoconclusivi centra in pieno il bersaglio. Sicuramente una cura maggiore in fase di scrittura dei 10 episodi, avrebbe portato lo spettatore ad approfondire alcune dinamiche e alle conseguenze di alcune azioni commesse dai personaggi dello show, rendendo “The Studio” un prodotto dal respiro ancora maggiore rispetto al già soddisfacente risultato finale.

Seth Rogen, Ike Barinholtz, Chase Sui Wonders e Kathryn Hahn in una scena di "The Studio" (2025)
Seth Rogen, Ike Barinholtz, Chase Sui Wonders e Kathryn Hahn in una scena di “The Studio” (2025)

In conclusione

Per gli amanti del cinema e non solo, “The Studio” è una delle serie comedy assolutamente da non perdere nel corso del 2025. Con una comicità irresistibile e un focus coinvolgente all’interno delle produzioni di Hollywood, la serie nata dalle menti di Seth Rogen e Evan Goldberg insieme a Peter Huyck, Alex Gregory e Frida Perez si erge a vero e proprio specchio del sistema cinematografico attuale, evidenziandone i pregi e i difetti con un occhio verso il futuro. Il cast coinvolto attorno a Seth Rogen si rivela perfetto e consono all’approccio narrativo dello show.

A sorprendere maggiormente però è il comparto tecnico. Il tutto girato come un vero piano sequenza, per quanto la presenza di tagli sia evidente all’occhio più attento, rende la serie cinematografica e supportata da un’ottima fotografia e una colonna sonora jazz. Unico neo di “The Studio” è la gestione delle sue trame. Un uso migliore della trama orizzontale avrebbe giovato allo show, non rendendo concrete al 100% alcune scelte e azioni fatte dai protagonisti nel corso degli episodi. Ma se andate oltre questo, “The Studio” è una brillante e divertente disamina sulla condizione attuale di Hollywood, dimostrando quale sia la cosa più importante per gli studios: fare cinema.

Note positive

  • Le interpretazioni dell’intero cast;
  • La presenza di special guest star che si mettono in gioco in una vera e propria rappresentazione estremizzata (ma non troppo) della realtà;
  • Il coraggio nel raccontare e mostrare come il sistema funziona a tutti gli effetti, con i suoi pro e contro;
  • L’intero comparto tecnico che sorprende in alcune scelte stilistiche.

Note negative

  • La trama orizzontale non è sfruttata al 100%, soprattutto quando si tratta dello status quo dei suoi protagonisti.
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Gabriele Di Nuovo
Gabriele Di Nuovo