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The Terror: Infamy
Titolo originale: The Terror
Anno: 2019
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Horror
Produzione: Scott Free Productions, Emjag Productions, AMC Studios
Distribuzione: Amc, Amazon Prime Video
Ideatore: David Kajganich
Showrunner: Max Borenstein, Alexander Woo
Stagione: 2
Puntate: 10
Attori: Derek Mio, Kiki Sukezane, Cristina Rodlo, Shingo Usami, Naoko Mori, Miki Ishikawa, George Takei
Trama di The Terror: Infamy
Chester è un aspirante fotografo di origini giapponesi ma naturalizzato americano. Insieme alla sua famiglia trascorre la propria esistenza all’interno della comunità nipponica di Terminal Island, luogo in cui le tradizioni del suo paese vivono ancora. Suo padre, Henry, interpretato da un ottimo Shingo Usami, per mantenere la sua famiglia lavora come pescatore nella sua adorata barca insieme a vari amici e componenti della famiglia.
Il giovane ragazzo ha una storia con una studente ispanica – americana, Luz Ojeda, ma le leggi attuali americane non gli permettono di poter vivere insieme così quando lei rimane incinta i due decidono di abortire e per farlo chiedono aiuto a Masayo Furuya, una donna giapponese amica del ragazzo che decide di preparare delle fiale per Luz. Tutto però è destinato a complicarsi a causa del misterioso suicidio di Masayo Furuya e dell’impossibilità di Chester di realizzare delle foto prive di sfocatura al funerale della donna, come se fosse presente qualche entità sopranatturale.
La vita della famiglia e della loro comunità sarà messa a dura prova con l’inizio della guerra degli Americani contro i Giapponesi, nemici durante la seconda guerra mondiale. Il 7 dicembre del 1941 rintracciamo la storia battaglia di Pearl Harbor e successivamente tutti i giapponesi di qualsiasi età sono costretti, per volere del governo americano, ad abbandonare le proprie case e a espatriare, contro la loro stessa volontà, in campi di prigionia, in cui verranno scrutati per comprendere se tra loro esistano delle spie giapponesi o se questi sono dei fieri patrioti dello stato che li ospita. In questo luogo, Chester e la propria famiglia verranno messi alla prova a causa di morti strane che sembrano presagire la presenza di una maledizione stessa.
Recensione di The Terror: Infamy
Nel 2018 uscì sul network Amc The Terror, una miniserie che andava a narrare le vicende della sfortunata spedizione artica di Sir John Franklin afflitta dal ghiaccio artico e dal misterioso e terrificante Tuunbaq, uno spirito all’interno di un gigantesco orso polare mangia – uomini, che annienta e distrugge l’intero equipaggio di uomini. La storia, scritta dallo showrunner David Kajganich, riuscì a creare una storia gelida e cruda che andava a esplorare gli angoli più oscuri e brutali dell’umanità, all’interno di un contesto gelido, tanto che gli stessi telespettatori a casa sentirono un terribile freddo nelle proprie ossa durante la visione della miniserie.
Grazie all’incredibile successo di pubblico e di critica che applaudì la serie come capolavoro, Amc e Amazon Prime Video decisero di rinnovare il prodotto per un nuova stagione sempre incentrando la narrazione sull’oscurità dell’uomo e sui misteri legati a leggende e mitologie spiritiche. The Terror divenne così una serie antologica di genere horror, in grado di toccare tematiche profonde dell’animo umano e d’indagare e mostrare al pubblico le varie culture del mondo. Se nella prima eravamo all’interno dell’Antartide facendo la conoscenza di alcuni eschimesi ora siamo in America dentro una comunità Giapponese all’epoca dello scopio della seconda guerra mondiale. The Terror Infamy, realizzata da un nuovo tema di showrunner, si apre il 7 dicembre del 1941 data simbolo nella cultura america e che dà nome stesso alla seconda stagione, questa giornata viene considerata come l’inizio dell’epoca sotto il presidente Franklin D. Roosevelt denominata come “Una data che vivrà nell’infamia” per la sua crudeltà e malvagità contro i propri cittadini nipponici.
I campi di prigionia in The terror: Infamy Kiki Sukezane in The Terrror: Infamy Cristina Rodlo e Derek Mio in The Terror Infamy
Analisi di The Terror: Infamy
Se la prima stagione era prettamente di genere drammatico storico con venature horror, The Terror: Infamy si presenta fin dalla prima scena come una serie prettamente di genere soprannaturale e orrorifico, che sfrutta le maledizioni nipponiche e le loro tradizioni maggiormente superstiziose per indagare le personalità dei personaggi e il dramma dell’epoca storica, che rimane sempre sullo sfondo stesso della storia in maniera intelligente e mai banale, ma che riesce ad aumentare il pathos e l’interesse narrativo interno alla narrazione audiovisiva.
The Terror: Infamy si apre con una sequenza inquietante che introduce lo spettatore all’interno del climax interno alla serie. Seguiamo una donna giapponese americana in un morbido kimono bianco che cammina sui suoi zoccoli, lungo un molo sull’oceano, con movimenti innaturali, simbolo che un entità maligna è dentro di lei. Masayo si siede davanti all’oceano e si suicida inserendo una bacchetta all’interno dell’orecchio, in una morte visivamente brutale e spaventosa. Questo incipit narrativo, come la sigla stessa, mostra immediatamente gli elementi fondamentali della seria, ovvero tradizione e spiritismo. Il tutto è mostrato in maniera interessante grazie al contesto storico pieno di fascino che è in grado di mostrare l’oscurità dell’animo umano in grado di porre un enorme critica sociale contro il governo americano del passato e quello di Trump grazie anche a dei personaggi ampiamente tridimensionali resi maggiormente interessanti da quell’aurea di mistero classica di una serie di fantasmi e di maledizione.
La seconda stagione però, nonostante le ottime interpretazioni attoriali del cast ed un ottima fotografia e montaggio, supportati da una regia piuttosto classica e priva di spunti autoriali d’interesse, si perde in alcuni errori di sceneggiatura con evidenti buchi di trama piuttosto grossolani che riguardando il perno centrale della storia stessa, come la morte dei gemelli di Luz che sarebbero dovuti andare in paradiso insieme al fantasma maligno ma senza spiegazione tutto ciò non accade, creando così un enorme buco di trama interno alla storia e che probabilmente avrebbe portato all’eminente conclusione della storia. Un altro errore è il comportamento che ha il fantasma nei confronti del protagonista, che sembra volerlo con sé ma alla fine dei conti non lo vuole realmente nella sua nuova dimensione corporale. Un ulteriore sbavatura è rintracciabile nella puntata 2×06 “Taizo” in cui vediamo la storia del fantasma e della maledizione stessa. Qui scopriamo vari dettagli importanti per lo sviluppo narrativo ma la regia e la sceneggiatura scelgono di oscurare allo spettatore dei dettagli che vengono mostrati in maniera distolta, tale scelta è sbagliata poiché l’evento non viene mostrato attraverso un racconto di una persona, dunque soggettivo e non pienamente a conoscenza di tutto gli eventi, ma assistiamo questi eventi direttamente andando indietro nel tempo e dunque la storia dovrebbe essere completamente corretta, ma ciò non lo è esclusivamente per non svelare troppo allo spettatore ma ciò è un errore grossolano.
The Terror: Infamy è una serie interessante ma che non raggiunge le vette dalla prima stagione perdendosi eccessivamente in alcuni passaggi a livello narrativo e in una regia non interessante come lo era stata quella precedente. Il tutto pur con ottimi momenti di scrittura sembra priva di quel pathos e quell’emozione sia di venatura horror che drammatica di cui la stagione avrebbe avuto bisogno, rendendola un buon prodotto senza eccellere ma cadendo in tratti di assoluta mediocrità.
Note positive
- Attori
- Ambientazione storica
- Incipit
Note negative
- Sceneggiatura con buchi di trama