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Things that Come After Love
Titolo originale: 사랑 후에 오는 것들
Anno: 2024
Paese: Corea del Sud, Giappone
Genere: Drammatico, Sentimentale
Casa di Produzione: Silver Lining Studio, Coupang Play
Distribuzione italiana: Rakuten Viki, Viu
Ideatore: Jung Hae-sim, Moon Hyun-Sung
Stagione: 1
Episodi: 6
Regia: Moon Hyun-Sung
Sceneggiatura: Jung Hae-sim, Moon Hyun-Sung
Fotografia: –
Montaggio: –
Musica: 4Bros
Attori: Kentaro Sakaguchi, Lee Se-young, Hong Jong-hyun, Anne Nakamura
Trailer di “Things that Come After Love”
Informazioni sulla stagione e dove vederla in streaming
Può un amore accompagnarci anche dopo la sua fine? La serie sudcoreana diretta da Moon Hyun-sung, tratta dall’omonima opera di Gong Ji-yeong e Hitonari Tsuji, esplora le dinamiche relazionali fino ad arrivare alla profondità dell’io che anche in coppia si esprime.
La serie, nota in Italia con il titolo di Things that Come After Love, ma anche con il titolo What Comes After Love, è stata rilasciata, per la prima volta, nel settembre del 2024 da Coupang Play, con una distribuzione a cadenza settimanale ogni venerdì alle 20:00, dal 27 settembre al 25 ottobre 2024, piazzandosi tra le dieci migliori serie coreane del 2024. All’estero, Things that Come After Love, composta da sei episodi, è stata distribuita su Rakuten Wiki.
Trama di “Things that Come After Love”
Hong (Lee Se-young) è una vivace ragazza coreana, spigliata, spettinata e appassionata di musica e letteratura. In cerca della sua strada in una società competitiva e pressante come quella del suo Paese d’origine, opta per la fuga, l’avventura, e si reca in Giappone. Come in un susseguirsi di eventi predestinati tra la fermata di un bus, un parco e un caffè nel quartiere di Narita, incontra ripetutamente un giovane del posto, Jungo (Kentaro Sakaguchi), timido aspirante scrittore, e in un susseguirsi di altrettanto predestinati eventi, i due si ritrovano a lavorare fianco a fianco, finendo inevitabilmente per innamorarsi.
Cinque anni dopo, Hong è una donna in carriera dallo sguardo spento e i capelli impeccabili nella frenetica Seoul. Ha una casa signorile, un fidanzato ben voluto dalla famiglia e un futuro stabile e sicuro, finché un giorno a ripiombare nella sua vita, sconvolgendo le sue certezze, non è che nuovamente quel timido scrittore, che qualche anno prima aveva follemente amato, ora divenuto famoso con un libro che racconta proprio della fine di un amore. Attraverso le pagine della sua opera e i ricordi intrisi di emozioni, che ripercorrono entrambi nel momento in cui si rincontrano, si riscoprono episodio dopo episodio tutti i retroscena della loro relazione, comprese le ragioni dietro la sua fine, che dalla potenza della loro ingenua passione sembrava impossibile.

Recensione di “Things that Come After Love”
A partire dalle potenti interpretazioni dei suoi protagonisti (un Kentaro Sakaguchi intensissimo), non si può di certo dire che “What comes after love” sia un classico drama orientale romantico, anzi in un concentrato di soli sei episodi da un’ora l’uno entra nelle viscere di entrambi i personaggi, senza dimenticare il contesto in cui sono inseriti e le dinamiche sociali di cui sono vittime.
Punto centrale della serie è sicuramente la differenza che diventa incomunicabilità: per quanto Hong e Jungo siano culturalmente vicini, in quanto figli di due Paesi affini, la differenza culturale e anche linguistica irrompe nel loro giovane e innocente amore, impreparato a sopravvivere nel mondo adulto a cui i due protagonisti si affacciano. Se da un lato dunque Hong, estroversa e intraprendente, cerca il confronto, l’attenzione, il dialogo, durante la loro convivenza in una città nella quale lei si sente perennemente straniera, dall’altro Jungo, introverso e non abituato ad aprirsi, sia per carattere che per cultura, si chiude, aggira gli inevitabili ostacoli di una relazione come la loro, con il silenzio ed il lavoro. La regia viaggia tra presente e passato, ricordi e nuovi incontri, da un punto di vista all’altro, mostrandoci le ragioni di entrambi, ma anche la chiusura alla diversità che entrambi dimostrano e che porta inevitabilmente alla rottura di un equilibrio già precario.
Terza protagonista della storia non può inoltre che essere la solitudine, una solitudine non solo oggettiva, ma anche soggettiva, che vivono continuamente, anche quando circondati da altre persone. Hong e Jungo sono soli: soli nelle grandi città, soli nelle loro passioni, soli in quell’amore non sostenuto da nessuno, soli nelle loro vite familiari e lavorative, che scorrono sullo sfondo come rumore bianco, sono sempre soli e talvolta lo sono anche quando sono insieme. Quello stesso amore, nato sotto la purezza e la positività dei primi anni di gioventù, è infatti tutt’altro che perfetto e alterna attimi di immancabile poesia con momenti di pesante assenza, di una convivenza talvolta priva del significato che le dovrebbe appartenere, dimostrando che “stare insieme”, “vivere insieme”, non significa per forza sentirsi insieme. In questo si inserisce l’introspezione, lo scavare dentro gli animi che si fonde con la doppia dimensione temporale di cui si compone la serie e che si esprime con la scrittura, forse un altro dei valori fondanti dell’intera serie.
Il libro a cui Jungo dà proprio il titolo di “Cosa viene dopo l’amore” va a scavare nelle ragioni più remote e profonde della fine di una storia da romanzo come la loro, ma soprattutto è il mezzo che permette a lui in primis di comprendere e comprendersi, rivivendone i ricordi nella sua stesura e permettendo a noi di comprendere e comprenderli, rivivendo quei momenti come flashback. In fondo si arriva così a capire che un amore non termina con la fine di una relazione, ma che al contrario essa apre le porte alla scoperta di ciò che siamo stati durante quell’amore e di ciò che siamo stati disposti a dare, degli errori che, come si suol dire, “tornando indietro”, non ricommetteremmo. Un amore non si esprime perciò solo nel dare vita a un’esperienza nel presente, ma anche nel ridare voce al passato, ripercorrendo un percorso già conosciuto, a ritroso, riconoscendone aspetti mai intercettati prima.
Se quindi da un lato temi e interpretazioni risplendono donando a questa serie una poesia soffusa e dolorosa, dall’altro tuttavia l’atmosfera è in non pochi momenti “rovinata” da un’eccessiva drammaticità registica, che si esprime in inquadrature troppo lunghe o rallenty non necessari, quasi in un tentativo disperato di indugiare su alcuni sentimenti già abbastanza complessi e che forse, proprio per questa ragione, sarebbe stato meglio lasciare naturali, privi di inutili enfasi. Ciò si esprime inoltre proprio anche nel finale, innaturale, difficile da comprendere alla luce di quanto visto negli episodi precedenti e proprio questa mancanza di credibilità, la ricerca di un qualcosa che, alla luce del loro amore, di come è nato e di come è finito, risulta quasi impossibile, fa crollare la bellezza e quell’accento sull’introspezione dell’uno e dell’altra precedentemente menzionato.

In conclusione
Va di certo detto alla luce di tutto, che “Things that Come After Love” sia essenzialmente una serie da vedere, una perla che esprime una raffinatezza tutta orientale non comune nelle serie occidentali, che, seppur con qualche difetto talvolta capace di infastidire, comunque fa riflettere sull’amore nella sua interezza, anche su come esso sia capace di accompagnarci ancora dopo la fine di una relazione, coniugandosi alla solitudine dei nostri giorni e lo fa soprattutto grazie allo sguardo magnetico e perso di Kentaro Sakaguchi e a una colonna sonora di grande effetto, forse alcuni dei punti più di forza della sua intera costruzione narrativa.
Note positive
- Interpretazioni intense, soprattutto di Kentaro Sakaguchi
- Approfondita introspezione sui sentimenti e sulle dinamiche di coppia
- Struttura narrativa che alterna presente e passato con eleganza
Note negative
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