Una sconosciuta a Tunisi (2024). La rinascita al femminile nel cinema smart di Barsaoui. Venezia 81 Orizzonti

Recensione, trama, cast del film Una sconosciuta a Tunisi (2024) di Mehdi Barsaoui, nelle sale dal 24 luglio 2025.

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Una sconosciuta a Tunisi (2024) – Regia di Mehdi M. Barsaoui – © I Wonder Pictures – Immagine concessa per uso editoriale.
Una sconosciuta a Tunisi (2024) – Regia di Mehdi M. Barsaoui – © I Wonder Pictures – Immagine concessa per uso editoriale.

Trailer di “Una sconosciuta a Tunisi”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Una sconosciuta a Tunisi, secondo lungometraggio del regista tunisino Mehdi Barsaoui, è stato presentato in anteprima mondiale nella sezione Orizzonti della 81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Dopo il successo di Un fils, che ha visto premiato l’attore protagonista a Venezia e con il César 2021, il regista torna a raccontare una storia di emancipazione e identità.

La pellicola ha suscitato grande interesse per la sua capacità di intrecciare il dramma personale della protagonista con una riflessione politica e sociale sulla condizione femminile nel mondo arabo. La protagonista Fatma Sfar è scelta dopo un lungo processo di casting basato sull’improvvisazione.

Distribuito in Italia da I Wonder Pictures, Una sconosciuta a Tunisi è stato proiettato in anteprima nazionale al Biografilm Festival di Bologna l’11 giugno 2025. L’uscita nelle sale italiane è prevista per il 24 luglio 2025.

Trama di “Una sconosciuta a Tunisi”

Nel cuore della Tunisia contemporanea, Una sconosciuta a Tunisi racconta il percorso di una giovane donna intrappolata in una quotidianità opprimente e priva di prospettive. Un evento improvviso le offre l’occasione di reinventarsi, dando inizio a un viaggio interiore e fisico che la conduce verso una nuova identità.

Una esplorazione intensa del tema dell’emancipazione femminile, intrecciando il desiderio di libertà con le contraddizioni di una società ancora segnata da pressioni patriarcali e istituzioni corrotte. Ogni gesto della protagonista diventa simbolo di resistenza e rinascita.

È necessario morire per essere liberi in Tunisia? (Mehdi Barsaoui)

Una sconosciuta a Tunisi è un’opera che parla di seconde possibilità, di coraggio e della complessa ricerca di sé in un mondo che non fa sconti.

Recensione di “Una sconosciuta a Tunisi”

Partiamo subito con una semplice considerazione: l’adattamento del titolo italiano non restituisce la forza del film e finisce per oscurarne le potenzialità. Un’occasione sprecata, soprattutto per chi si avvicina al cinema d’autore extraeuropeo con curiosità e apertura.

Una sconosciuta a Tunisi, titolo italiano del film Aïsha, è il secondo lungometraggio del regista tunisino Mehdi Barsaoui, presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2024 e, inaspettatamente per molti addetti ai lavori, rimasto senza alcun riconoscimento.

Il difetto di non essere convenzionali

La giuria della sezione Orizzonti ha preferito premiare la pellicola statunitense Familiar touch, decisamente più aderente a canoni convenzionali. Perché Una sconosciuta a Tunisi si colloca infatti fuori dal coro delle pellicole che solitamente popolano i festival italiani.

Barsaoui, anche autore della sceneggiatura, è un giovane regista che punta ad unire una visione autorale e uno sguardo lucido sul pubblico contemporaneo. La storia è tutta incentrata su una giovane donna che, dopo anni di sacrifici e false speranze, coglie l’occasione per ricrearsi una nuova vita.

La continua rinascita di una donna

Aya, questo il nome del personaggio principale, sopravvive a un incidente e abbandona il suo villaggio per andare a Tunisi, simbolo di emancipazione e opportunità.

Pur potendo optare per una narrazione più prevedibile — quella della giovane che si confronta con le luci e ombre di una grande città — Barsaoui costruisce invece un intreccio ricco di svolte, denuncia sociale e sguardi critici non solo sulla condizione femminile ma anche sulla corruzione radicata in un paese troppo spesso assimilato all’immaginario occidentale.

Il racconto parte dalla ricerca di una emancipazione da quei genitori che si ritengono responsabili della propria prigionia e approda a una libertà tanto desiderata quanto fragile, dal costo altissimo.

Siete stati voi a uccidermi … L’Aya che conoscevate è morta. (cit. dal film)

Estetica moderna per una storia tesa

L’impianto tecnico del film è calibrato e coerente: la fotografia si sposa alla perfezione con le atmosfere, le musiche non risultano mai invasive e il montaggio, frenetico e attuale, richiama l’immaginario social a cui le giovani generazioni sono ormai abituate. Lo spettatore viene trascinato da una sequenza all’altra senza tregua, non lasciando il tempo di empatizzare troppo ma mantenendo sempre alta la tensione.

Volti che raccontano più delle parole

Il cast contribuisce in modo decisivo alla riuscita dell’opera. Fatma Sfar è la giovane Aya tanto determinata quanto inevitabilmente in balia degli eventi. La sua interpretazione dona intensità e misura: il suo volto, segnato da bellezza e dolore, dà corpo alle ferite della protagonista.

Nidhal Saadi, il giovane poliziotto impegnato nella lotta alla corruzione e alla ricerca degli assassini del fratello, ha uno spazio narrativo minore, ma la sua presenza è tutt’altro che superflua. Il suo percorso diventa marginale ma per nulla inutile. Saadi rimane ligio al suo ruolo, senza eccedere in facili esasperazioni.

… Aicha affronta numerosi ostacoli … soprattutto la corruzione e l’oppressione della polizia, la sua onnipresenza e onnipresenza sulla popolazione civile. (Mehdi Barsaoui)

Una emancipazione femminile che ha, per contro, la rappresentazione delle donne al potere, oramai fagocitate dal sistema vile e corrotto del paese. In tale contesto si inseriscono egregiamente sia la maitresse interpretata da Yasmine Dimassi che il capo della polizia Saoussen Maalej.

In conclusione

Una sconosciuta a Tunisi è un film solido e riuscito, con una regia dinamica e al tempo stesso attenta ai dettagli. Il finale forse indulge al romanticismo, ma rappresenta una concessione che si può facilmente perdonare.

Note positive

  • Regia moderna e accurata
  • Narrazione veloce e scorrevole

Note negative

  • Finale buonista

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Musiche
Interpretazioni
Emozione
SUMMARY
3.7
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Renato Soriano
Renato Soriano

Mi occupo di spettacolo ed eventi culturali dal lontano 1991. Nasco come attore per diventare poi regista e autore teatrale. I miei studi mi hanno portato a specializzarmi verso la rappresentazione omonormativa nel cinema, italiano e non. Inoltre, sono ideatore del progetto TeatRealtà, legato alla consapevolezza delle nuove tecnologie usando il teatro come realtà.