We are who we are: la nuova travolgente serie di Guadagnino

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We are who we are

Titolo originale: We are who we are

Anno: 2020

Paese: Italia, Stati Uniti d’America

Genere: dramma adolescenziale

Produzione: The Apartment, Wildside, Small Forward, Sky Studios

Distribuzione: HBO, Sky Atlantic

Ideatore: Luca Guadagnino, Paolo Giordano, Francesca Manieri, Sean Conway

Stagione: 1

Puntate: 8

Attori: Chloë Sevigny, Jack Dylan Grazer, Alice Braga, Jordan Kristine Seamón, Spence Moore II, Scott Mescudi, Faith Alabi, Francesca Scorsese, Ben Taylor, Corey Knight, Tom Mercier

Trailer di “We are who we are”

Trama di We are who we are

Fraser, un ragazzo di 14 anni, si trasferisce in una base militare in Veneto, assieme a sua madre e alla moglie entrambe in servizio nell’esercito statunitense. Lì conosce Caitlin e altri ragazzi della sua età. Inizia a fare molte conoscenze e a sentire il bisogno di libertà, tra la scoperta della sessualità, l’amore, l’odio e l’amicizia.

Recensione di We are who we are

Dopo aver riscosso molto successo con “Chiamami col tuo nome” nel 2018 guadagnandosi un oscar, Guadagnino ha deciso di produrre una nuova idea sotto forma di una miniserie, più paragonabile a un lungo film della durata di otto ore; è un’idea ambiziosa ma che si rivela un’idea geniale riuscendo a conquistare il pubblico. Ancora una volta è riuscito a mettere in scena una serie per nulla scontata esprimendo perfettamente la sua idea attraverso la sua poetica.

We Are Who We Are  scena film
Fraiser e Caitlin

Qui e ora

La serie è ambientata in Italia, ma i personaggi vivono nella base militare americana di Chioggia; ambientata durante le elezioni presidenziali del 2016, evento che sarà da sfondo per tutta la serie. Questo preciso momento è stato scelto perché ha coinvolto tutti gli americani; l’elezione è stata seguita in tutti gli Stati Uniti e anche in questa piccola America presente in Italia. I personaggi principali hanno 14 anni, sono all’inizio dell’adolescenza e iniziano quindi a conoscersi meglio; si trovano in una base militare, quindi un luogo di estrema disciplina e ordine, un luogo che non fa altro che sviluppare le loro ribellioni.

Non è una serie che vuole concentrarsi unicamente sul protagonista, e girare attorno sui suoi problemi, ma vuole dare un’idea globale su tutti i ragazzi concentrandosi sui loro sentimenti, le loro emozioni; e cosa più importante, Guadagnino sviluppa la sua idea su una linea temporale ben precisa: il Qui e ora. Si concentra sul presente, sulle emozioni del momento, senza pensare a ciò che sarà ma a ciò che si è, e in questo presente, si respira il bisogno di conoscere sé stessi.

Fraser è un ragazzo che si sente spaesato, un po’ diverso, fuori posto. Inizia a conoscere i propri gusti sessuali, l’omosessualità è uno dei temi trattati infatti, e non solo nel suo personaggio ma anche dalle due madri di Fraser. Si respira la difficoltà che c’è nell’instaurare relazioni con gli altri e anche in campo sessuale, ma non solo da parte sua ma tutti i personaggi hanno questa difficoltà. Anche Caitlin, che alla giovane età di 13 anni inizia ad avere le prime mestruazioni, e i conseguenti cambiamenti del suo corpo le fanno dubitare sul suo genere e Fraiser la aiuterà con questa sua trasformazione. Danny, il fratello di Cait, cerca d’instaurare un rapporto con suo padre biologico attraverso l’unica cosa che sembra legarli, ovvero la religione musulmana. La serie affronta anche il tema della morte e del dolore; nel settimo episodio muore in Afghanistan Craig, e i ragazzi affrontano il dolore in modo diverso. Anche il rapporto con i genitori è un argomento messo in evidenza; Fraiser non va d’accordo con la madre biologica, anzi la odia e questo si nota fin dal primo episodio; e anche Caitlin e il fratello Danny hanno un rapporto ambivalente con la madre e il padre.

La sceneggiatura e il montaggio così vario e all’apparenza casuale, riprende le emozioni dei personaggi. Nei primi due episodi si cambia il punto di vista (prima quello di Fraser e poi di Caitlin); negli altri si introducono invece nuovi personaggi, nuove storie, nuove ambientazioni. Tutto cambia insieme ai personaggi, la serie si muove seguendo le loro emozioni e sensazioni, si muove seguendo il Qui e ora. E non percepiamo le loro emozioni solo grazie a questo ma anche all’incredibile colonna sonora che si introduce nella storia accompagnando i ragazzi in tutto il film. Lo fa attraverso la musica ascoltata in radio, o dagli auricolari dei ragazzi. Noi percepiamo la loro musica, e veniamo trasportati insieme a loro. C’è un momento nel primo episodio in cui durante la cerimonia in cui Sarah diventa ufficialmente comandante, l’inno nazionale prende la scena e Fraser, seduto quando tutti gli altri sono in piedi con la mano sul cuore, si mette le cuffiette alle orecchie e “Just one look” di Klaus Nomi prende il sopravvento sull’inno, diventando una sorta di rifiuto delle regole. Nell’ultimo episodio c’è un vera riflessione sulla conoscenza di sè; ad un certo punto Fraiser e Caitlin gridano “noi non esistiamo“, e nel momento stesso in cui lo dicono, iniziano a capire loro stessi, che in realtà loro esistono, e si sentono più legati che mai, e alla fine un semplice bacio sembra condensare tutte queste emozioni; sembrano quasi essersi ritrovati anche se il giorno dopo Caitlin si dovrà trasferire, ma loro non pensano a quel che sarà, ma solo al momento del qui e ora.

Fraiser e Caitlin

Note positive

  • Sceneggiatura
  • Colonna sonora
  • Tema trattato
  • Regia

Note negative

  • Nessuna di rilevante
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