Whiskey Tango Foxtrot – Notizie dal fronte

Whiskey Tango Foxtrot

Anno: 2016

Paese: Stati Uniti d’America

Lingua: Inglese, pashtu

Genere: commedia, guerra, biografico

Casa di Produzione: Broadway Video, Little Stranger

Distribuzione: Universal Pictures

Durata: 107 min

Regia: Glenn Ficarra, John Requa

Sceneggiatura: Robert Carlock

Soggetto: Kim Barker

Costumi: Lisa Lovaas

Scenografia: Beth Mickle

Montaggio: Jon Kovac

CAST ARTISTICO

Tina Fey, Margot Robbie, Martin Freeman, Alfred Molina, Billy Bob Thorton

Trailer di Whiskey Tango Foxtrot

Trama di Whiskey Tango Foxtrot

Kabul, 2003. Kim Baker, lasciata la monotonia del lavoro d’ufficio e di una vita poco soddisfacente decide di inviare inviata di guerra. La vita in Afghanistan è da subito molto più interessante, più avventurosa, sia grazie ai servizi per la tv che per le persone conosciute.
Circondata da reporter, signori della guerra e militari, Kim trova una nuova forza vitale, che la porterà a sopravvivere per tre anni in Medio Oriente tra le atrocità della guerra e i bombardamenti.

Recensione di Whiskey Tango Foxtrot

Tratto da una storia vera e basato sul libro di memorie della protagonista “The Taliban Shuffle: Strange Days in Afghanistan and Pakistan”, Whiskey Tango Foxtrot ci viene servito con le sembianze di una commedia nera che, però, “nasconde” una forte critica politica e sociale. Film che è, purtroppo, uscito in sordina e che non ha suscitato pareri netti in nessuna delle due direzioni (positiva o negativa), cosa assai strana se si pensa alla controversia dei suoi temi, al cast che vanta al suo interno nomi molto conosciuti (come Tina Fey e Margot Robbie) e dell’accoglienza che normalmente i film di guerra hanno.

Volevo scappare dal mio lavoro, volevo scappare dal mio lunatico fidanzato, volevo cancellare tutto

cit. Kim Baker

Whiskey Tango Foxtrot, il cui acronimo è WTF (What The F**k), rende fin dal tutolo il senso di smarrimento e inadeguatezza che prova Kim sia nella sua vita monotona di New York che in quella tra i bombardamenti a Kabul; inadeguatezza che, però, sfocerà presto in voglia di avventura e di azzardi per poter realizzare uno scoop sensazionale che permetterà di essere il giornalista di punta per un altro giorno, per provare ancora una volta la scarica di adrenalina che un’azione spericolata ti fa avere. È un film che ci racconta delle faide interne tra i reporter, oltre a quelle che si combattono per le strade e nei villaggi, fatte di arrivismo e sotterfugi, di persone pronte a vendersi a vicenda e a rischiare la propria vita o a farla rischiare ai propri collaboratori; tutto diventa lecito, pur di poter registrare uno speciale che in seguito verrà venduto al migliore offerente, ma che sarà comunque dimenticato da tutti non appena spenta la televisione.

W.T.F. si prende gioco della guerra americo-afghana, ci dimostra quanto sia effimera e ormai dimenticata, non fa più notizia perché l’attenzione mediatica si è già spostata su un nuovo conflitto, su un nuovo paese, sul Pakistan. Ci vengono mostrati città e villaggi sventrati dai missili balistici e dai colpi di mortaio senza che, di base, ci sia una solida motivazione ma tutto viene giustificato appellandosi alla “lotta contro il terrorismo”. La diversità culturale tra occidente e medio oriente, vista attraverso gli occhi di una reporter donna, ci appare ancora più smaccata perché è proprio per le donne che, in quei paesi, le ristrettezze sono maggiori: dall’impossibilità di portare altri abiti che non siano il burqua al votare la propria esistenza al marito e alla famiglia e avere pochissimi contatti con altre persone, e tutto ciò per una donna nata e cresciuta nell’occidente contemporaneo sono cose dell’altro mondo.

Regia ed interpreti in Whiskey Tango Foxtrot

Glenn Ficarra e John Requa, che hanno all’attivo quattro film e una serie tv come coppia registica, dirigono una commedia nera sulla guerra, proprio come fece Robert Altman nel 1970 con M*A*S*H*, ed anche qui nessuno viene risparmiato, da entrambe le fazioni. Prediligono per il girato la camera a mano, così da rendere ancora meglio, visivamente parlando, la frenesia di un reportage di guerra dove tutto è frenetico e difficilmente i filmati sono fluidi.

Per la scelta della protagonista la stessa Kim Baker fece il nome di Tina Fey (che del film è anche produttrice) e la scelta è stata particolarmente azzeccata perché che la componente comica del film ci risulta credibile, essendo lei icona della comicità hollywoodiana. Al fianco della Fey troviamo un cast di tutto rispetto, che conta diversi nomi molto noti nonché amati sia dal pubblico che dalla critica.

NOTE POSITIVE

  • Il cast
  • La resa “satirica” di una guerra dimenticata
  • Il riscatto umano della protagonista

NOTE NEGATIVE

  • Il troppo romanticismo

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.