Zappa (2020): Un artista che aspirava alla perfezione

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zappa locandina film

Zappa

Titolo originale: Zappa

Anno: 2020

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Documentario

Casa di produzione: Trouper Productions, Zipper Bros Films

Distribuzione: Nexo digital

Durata: 129 min

Regia: Alex Winter

Sceneggiatura: Alex Winter

Fotografia: Anghel Decca

Montaggio: Mike Nichols

Trailer del film Zappa

La casa di distribuzione italiana Nexo Digital sta dimostrando un grande interesse verso il mondo della musica e dell’arte, non a caso sta riversando il suo impegno nel portare sul grande schermo le vite d’icone del mondo della cultura pop, uomini che hanno lasciato un importante segno nella vita delle future generazioni come: Bon Jovi from Encore Nights, Per Lucio, Blackpink The Movie, Ezio Bosso. Le cose che restano, Oasis Knebworth 1996 e DeAndré#DeAndré Storia di un impiegato. A questo elenco va aggiunto Zappa, pellicola che mostra la vita del compositore, cantante e musicista Frank Zappa (Baltimora, 1940  –  Los Angeles 1993) divenuto nel tempo simbolo stesso del rock progressive e del blues. In Italia la pellicola, per la regia del documentarista Alex Winter, sarà in sala dal 15 al 17 novembre 2021 come evento speciale.

Trama del film Zappa

Zappa racconta la carriera artistica di un uomo che ama l’arte nella sua totalità, di un pensatore libero e anticonvenzionale, nemico del politicamente corretto. La pellicola ripercorre le origini dell’artista, dalla passione per l’arte del montaggio cinematografico fino a quella per gli esplosivi, giungendo a quella rivolta alla musica nera conosciuta solo nel periodo dell’adolescenza, mostrando le vicende musicali e politiche da quando cantava nei Soul Giants e poi neiThe Mothers of Invention, fino a trattare la storia dietro al pezzo cult “Valley Girl” del 1982, l’unica hit che abbia mai realizzato in carriera.

Recensione del film Zappa

La saga drammatica di un grande artista e pensatore americano; un film che desidera trasmettere la portata della prodigiosa della produzione creativa di Zappa e l’ampiezza della sua straordinaria vita personale e politica. Innanzitutto, volevo creare un’esperienza cinematografica molto umana e universale su un individuo straordinario

Alex Winter

Alex Winter aveva già scoperchiato il mondo marcio dell’arte e dei media con il suo documentario Showbiz Kids, in cui mostrava le vite e le carriere degli ex bambini più famosi del mondo, ecco che un anno più tardi porta sullo schermo un altro personaggio scottante come Frank Zappa, colui che ha vissuto tutta la sua esistenza in nome della musica e della libertà di essere se stessi sia nella vita reale sia sul palcoscenico mostrando la sua autenticità nelle sue melodie musicali, fino a proteggere l’arte da una rischiosa censura preventiva contro tematiche scandalose, in una cultura americana degli anni ’60 – ’70 quali il sesso, elemento tabù che stava iniziando a dirompere all’interno dei testi musicali, scandalizzando una generazione di adulti che temevano che le nuove icone della musica underground deviassero i loro figli, quella censura che dette vita al Parents Music Resource Center nel 1985, etichetta che andava contro tutti i principi liberali di Zappa.

Il cineasta Winter nella pellicola documentarista non sembra tanto interessato a mostrare il lato musicale e i brani del compositore di The Return of the Son of Monster Magnet (1966), tanto che i suoi pezzi sono solo accennati all’interno del film e mai ascoltati per più di qualche secondo, ma vuole donare uno sguardo critico al contesto musicale, tanto che il suo film si rivolge essenzialmente nell’analizzare e approfondire la filosofia che sta dietro al processo creativo di Frank Vincent Zappa, che viene mostrato come un artista poliedrico in cui la musica è solo una faccia, benché la più importante, della sua espressività artistica, la quale sfocia anche entro l’attività di grafico o di regista e montatore, passione che ha sempre avuto fin dall’infanzia e che l’ha condotto più volte a realizzare a dei cortometraggi e dei film musicali come il The Dub Room Special. La sua capacità di dirigere gli fu utile anche per quanto concerne il campo musicale dove nelle sue esibizioni andava a creare delle vere e proprie coreografie rendendolo un vero maestro dell’intrattenimento, grazie alla sua capacità di viaggiare tra musica e teatro.

Nel lungometraggio documentaristico abbiamo un Zappa critico riguardo al mondo della musica, la quale è, a suo avviso, danneggiata da alcune lobby consumistiche come le case di produzione – distribuzione musicali che non si dimostrano più interessate all’arte ma che la considerano esclusivamente come se fosse un prodotto di consumo, valutandola non tanto per la sua forma artistica ma per la sua capacità d’interessare e di auto vendersi al pubblico, proprio per questi motivi decise di abbandonare ogni forma di major discografica e di autoprodursi creando una delle prime case discografiche indipendenti, nel credo che un musicista moderno deve occuparsi anche dell’aspetto legale dei suoi brani evitando che le major come la Warner Bros li sfruttino per i loro rendiconti personali.

Nella pellicola ampio respiro viene donato al pensiero del cantautore riguardante alla sua concezione d’arte riferita al senso di composizione e di riproduzione musicale; per il leader dei The Mothers of Invention è importante il risultato finale e che questo sia suonato e realizzato dai suoi musicisti al meglio delle loro potenzialità, lui è un perfezionista e vuole che ciò che ha nella testa sia esattamente riprodotto nella realtà al meglio delle proprie possibilità, difatti molti dei suoi collaboratori che vengono intervistati lo ricordano come un uomo freddo che viveva per sentir suonare i propri componimenti costringendoli a lunghe giornate estenuanti di prove per permettere a Zappa di raggiungere il livello da lui desiderato.

Nell’ultima parte della pellicola ottiene un ampio minutaggio la politica e la critica, compiuta dal musicista di Baldimora, contro il sistema musicale, in un periodo dove si ha l’inizio di una commistione tra l’elemento sonoro e visivo, reso ancora più importante con la comparsa della rete MTV avvenuta nel 1981, dove si pongono nuove basi per il successo musicale, rimarcando l’importanza assoluta delle hit musicali e della bellezza estetica a discapito dello sperimentalismo tanto caro a Zappa, colui che più che essere un cantante era un compositore e che amava più il lato orchestrale della musica che non quello pop, tanto che anche la nascita della sua hit “Valley Girl” avviene quasi per caso e senza volerlo, ma proprio i soldi ottenuti con questo brano gli permisero di poter dar vita e far ascoltare, nei modi da lui scelti, le sue sinfonie orchestrali.  

Per raccontare la storia di un uomo, perché Wintern non si sofferma sul musicista, è stato importante l’accesso al caveau del direttore d’orchestra che il cineasta e i suoi collaboratori hanno potuto scoprire grazie alla famiglia Zappa che gli ha dato accesso illimitato a tutto il materiale d’archivio che la star del rock aveva conservato nel tempo. In questo luogo sono presenti i suoi brani inediti, i film e corti realizzati fin dall’adolescenza, progetti incompleti, interviste mai viste prime o registrazione mai trasmesse. Il caveau è stato fondamentale per il regista poiché proprio grazie a tutta questa marea di filmati è riuscito a donare alla pellicola un aureo di cinema surrealista con un montaggio rapido dove in alcuni istanti troviamo degli spezzoni di filmati che cambiano rapidamente grazie a delle interessanti dissolvenze. Proprio questo strumento riesce a donare ritmo alla narrazione anche se la durata alla fine dei conti appare eccessiva e in alcuni momenti la storia – carriera, soprattutto quella musicale, di Zappa appare poco chiara.

Il film offre uno sguardo ampio e intimo sulla sua vita, spesso utilizza proprio le sue parole. È incredibile quello che è riuscito a fare Alex. È il documentario definitivo

Ahmet Zappa, figlio di Frank Zappa

In conclusione Zappa è un buon documentario che ha la sola pecca di aver sacrificato troppo l’aspetto musicale per scrutare quello più politico e critico del musicista, che viene fatto conoscere non tanto per i suoi brani che ci ha lasciato ma per la sua lotta contro il potere anti liberare, difatti non è un caso che la storia si apre durante la sua apparizione in Repubblica Ceca per commemorare il ritiro delle truppe russe dal territorio ceco. Questo momento è sia un istante politico ma anche la sua ultima apparizione pubblica con la chitarra in mano.

Note positive

  • Montaggio
  • Regia (soprattutto della prima parte in cui tutto viene narrato in prima persona da Zappa)
  • L’aver incentrato il tutto su un piano di lettura: il business della musica e la lotta di Zappa contro questo

Note negative

  • Assenza della musica, non viene mostrata per tutta la durata del film una sua esibizione per intero, né udiamo un brano musicale per un minuto
  • Eccessiva durata filmica.
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