The 100 7 (2020): sangue chiama sangue

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the 100 7 locandina

The 100 7

Titolo originale: The 100

Anno: 2020

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: distopico, post apocalittico, fantascienza, avventura, dramma adolescenziale

Produzione: CBS Television Studios, Warner Bros. Television, Alloy Entertainment

Distribuzione: Premium Action

Ideatore: Jason Rothenberg

Musica: Evan Frankfort, Mark Dauer, Liz Phair, Tree Adams

Stagione: 7

Puntate: 16

Attori: Eliza Taylor, Bob Morley, Marie Avgeropoulos, Lindsey Morgan, Richard Harmon, JR Bourne, Chuku Modu, Shelby Flannery,  Jarod Joseph, Sachin Sahel, Adina Porter, Jessica Harmon, Tati Gabrielle, Luisa D’Oliveira, Dakota Daulby, Lola Flanery, Erica Cerra, Ivana Miličević, Neal McDonough, Francesco Pezzulli, Kamran Fulleylove, Darren Moore, John Pyper-Ferguson

Trailer di The 100 7

La serie adolescenziale, divenuta famosa in Italia grazie alla piattaforma di streaming Netflix, giunge con la sua settima stagione alla conclusione dell’avventura dei 100 giovani criminali mandati dall’Arca sulla terra per scoprire se questa fosse nuovamente abitabile. Da questa prima stagione andata in onda nel 2014 la storia si è evoluta, tra alti e bassi, rimanendo però sempre se stessa: una guerra, una lotta di clan per la sopravvivenza, dove popoli si scontrano contro altri per le proprie ragioni di sopravvivenza. La sesta stagione, ambientata lontana dalla Terra, si chiude in maniera alquanta misteriosa ponendo le basi di quest’ultimo arco di sedici puntate, in cui l’Anomalia diviene un elemento fondamentale per gli eventi che vedranno i nostro protagonisti combattere per un ultima volta, insieme a nuovi misteriosi personaggi come Hope.

Trama di The 100

Octavia è svanita nel nulla tra le braccia del fratello, il quale sconvolto esce dall’accampamento per cercarla, ma una volta uscito viene catturato da delle entità invisibili che lo conducono via con loro. Notando la scomparsa di Bellamy, sia Echo che Gabriel decidono di dirigersi verso l’anomalia, insieme alla misteriosa Hope, la quale sembra non avere più ricordi sulla sua entità e vita. Giunti dinanzi all’anomalia, un attimo prima che questa si chiuda, i tre decidono di entrare al suo interno, terminando così su un misterioso pianeta, che Hope chiama Skyring.

Nel frattempo a Sanctum, Clarke desidera creare un mondo di pace per far crescere Madi, oramai non più il comandante del Wonkru dato che la fiamma è stata danneggiata per salvare la piccola dall’oscuro Sheidheda, che aveva preso il possesso della sua mente, ma la cittadina, ultimo baluardo della società umana, appare avvolta in un clima di tensione in cui può scoppiare da un momento all’altro una terrificante guerra civile. Clarke, Murphy, Raven ed Emori dovranno cercare di calmare le frazioni dei fedeli e dei figli di Gabriel. I Fedeli vogliono che Russell Prime, il loro “Dio”, venga rilasciato mentre i figli di Gabriel vogliono la sua testa. Nessuno sa però che il comandante oscuro Sheidheda è riuscito a sfuggire dalla fiamma insinuandosi all’interno del drive mentale di Russell, distruggendo l’entità di quest’ultimo e prendendo pieno possesso del corpo dell’uomo.

Recensione di The 100 7 – con spoiler

Sangue contro Sangue, la vendetta camuffata da giustizia, dare vita a nuove guerre in nome della salvezza per coloro che amiamo anche a costo di carneficine come quella che Bellamy e Clarke hanno compiuto a Mount Weather, in cui con la scusa di proteggere pochi di loro hanno sterminato un intera popolazione dove in pochi erano veramente colpevoli. Tutti i personaggi di The 100 sono mossi dall’umanità e dalle emozioni più pure come l’amore, ma queste emozioni sono giuste? Conducono l’umanità alla pace? Bellamy nell’arco delle sette stagioni ha fatto di tutto per salvare coloro a cui tiene, come la sorella Octavia, evitandogli una morte meritata per tutti i morti che ha causato quando era a capo del Wonkru, infondo Octavia ha causato la distruzione dell’ultimo pezzo di terra abitale. I nostri personaggi risultano egoisti e non credono in nulla, non hanno un ideale religioso che li smuove, ma sono dei combattenti, gente nata dall’Arca che ha visto solo morte e ingiustizia davanti a sé. Loro agiscono solo per Amore e non per il Bene Comune, ponendo i propri bisogni personali davanti al benessere collettivo. Ecco in questa settima stagione si trovano dinanzi un altro mondo, un altra popolazione tecnologicamente avanzata e che per vivere in armonia ha annullato le emozioni per creare un umanità mossa solo dal credo religioso verso il loro profeta e verso una profezia che preannuncia che dopo l’ultima guerra (Test?) trascenderanno diventando “esseri di luce”, ovvero un tutt’uno con l’universo, abbandonando il proprio sé e abbracciando un qualcosa di più grande di oro. Clarke e gli altri si trovano dinanzi a Cadogan, il pastore di Bardo, che rappresenta il nuovo nemico da sconfiggere e annientare a tutti i costi, ma perché?

Come mai Clarke prova un rancore e una paura così profonda verso Cadogan tanto da non fidarsi minimamente dell’uomo? Solitamente sia lei che i suoi compagni di viaggio non aggredivano immediatamente il nuovo popolo, almeno che questi non li aggredissero per primi, come è avvenuto con i clan di Polis, poi divenuti alleati, ma allora perchè non viene dato il minimo dubbio di bontà a Cadogan e ai suoi profeti? Alla fine la setta non ha ucciso nessuno dei compagni di Clarke, e loro chiedono alla giovane solo una cosa: La fiamma, ultimo strumento utile per scoprire l’identità del test finale e affrontarlo per salvare l’intera umanità. Perché Gabriel preferisce distruggere la Fiamma e perché Clarke non vuole darla al profeta sapendo che questa è danneggiata e che se non la consegna potrebbero estrapolare i ricordi dalla sua “figlia” Madi, mettendola dunque in pericolo? Perché Clarke preferisce uccidere Bellamy piuttosto che credergli, quando per lei lui è come un fratello? Inoltre come mai uccide Bellamy e poi non lotta per conquistare e distruggere il quaderno dei disegni di Madi, che dimostra come la ragazzina possieda sempre i ricordi degli altri comandanti?

L’intera stagione è basata su questo non sense che indebolisce fin troppo la potenza del messaggio finale che mostra per la prima volta come gli abitanti dell’Arca e il Wonkru non siano i buoni ma i cattivi. I problemi sono visibili perfettamente nel finale in cui si cade nel ridicolo purtroppo. L’umanità trascende, esclusa Clarke a causa di ciò che ha compiuto all’interno dell’ultimo test. Per non lasciarla sola però i suo compagni d’avventura decidono di non unirsi alla luce e di rimanere a vivere sulla terra nonostante siano consapevoli di essere gli unici individui della razza umana rimasti e che non avranno più la possibilità di trascendere. Tra loro sono presenti Octavia ed Echo, loro darebbero la vita per Bellamy, soprattutto ora che sanno che il giovane aveva ragione e che Clarke lo ha ucciso per niente, quindi perché decidono di ritornare sulla terra quando sanno che coloro che amano ha dato la vita per salvarle? Soprattutto perché continuano a voler bene a Clarke quando lei ha ucciso una persona innocente e neppure per legittima difesa? Avrei preferito vedere Clarke costretta a vivere da sola per l’eterno dei suoi giorni a causa del male che ha fatto. Inoltre la scena finale appare stranamente misteriosa, dato che abbiamo una sovrapposizione di due inquadrature: la terra con gli ultimi sopravvissuti e Clarke intenta a disegnare, perché, qual è il senso? Beh sarebbe interessante anche comprendere come mai la Terra è di nuovo vivibile, ma questo è un mistero che rimarrà un mistero.

La stagione ovviamente non è da buttare perché possiede un buon ritmo che dona suspense e adrenalina allo spettatore che risulta curioso di scoprire come andrà a finire la vicenda grazie anche ai numerosi salti spazio – temporali e ai flashback che permettono allo spettatore di scoprire a pezzi e bocconi i destini dei personaggi che vengono mostrati man mano le puntate scorrono e dunque possiamo ben dire che l’elemento dell’anomalia risulta ben sfruttato all’interno della stagione, risultando un elemento fantascientifico che ben si confa alla narrazione. Il personaggio di Bellamy, seppur poco presente all’interno di questa stagione come del resto anche quello di Clarke, risulta ben costruito tanto che la settima stagione porta a termine il suo percorso evolutivo che era iniziato a partire dalla quarta dove Bellamy aveva deciso di non uccidere più preferendo un approccio iniziale diplomatico. In questa stagione Bellamy, divenuto un discepolo e unito all’ideologia del bene comune, abbandona i suoi bisogni personali per intraprendere quelli più alti per il bene dell’intera umanità. Ben scritti risultano anche i caratteri di Raven, Echo e di Murphy che risultano i veri protagonisti di questo finale di stagione. Dispiace solo che anche in questi sedici episodi le morti non creano la lacrima nello spettatore ma vengono mostrate in maniera fredda, questo problema persiste però in tutte le stagioni.

Uno sguardo completo sull’umanità?

La settima stagione ha un arduo compito da svolgere, quello di unire i pezzi di un quadro che abbiamo iniziato a scorgere a partire dalla prima stagione quando un gruppo di giovani provenienti dall’Arca hanno trovato sulla Terra una situazione demografica piuttosto divergente da quella che si attendevano. L’Arca non era l’ultimo baluardo della razza umana ma sulla superficie terrestre i giovani hanno travato dei clan che vivevano attraverso leggi primitive basate sul concetto “sangue chiama sangue” e su una potete fede ideologica, in cui il loro comandante era scelto da volontà divine attraverso il dono del sanguenero e una lotta all’interno di un conclave. Particolarità interessante, che scopriremo nella terza stagione con la morte di Lexa (interpretata da Alycia Debnam-Carey) è che ad ogni morte di un comandante avviene un rituale, dove un “chip” misterioso, denominato Fiamma, viene estratto dal corpo del vecchio capo dei clan e trasferito su quello del nuovo comandante, esattamente all’interno della nuca. La fiamma è custode della coscienza dei comandanti del passato che possono rivivere attraverso lo sguardo del nuovo successore, aiutandolo nei momenti critici. La storia riguardo la sopravvivenza umana si impreziosisce anche di ulteriori informazioni nell’arco delle stagioni, soprattutto con l’entrata in scena dell’ A.I. che ha distrutto il mondo e che è stata forgiata dalla mente geniale di Becca, colei che ha creato la Fiamma. Nella quarta stagione si presenta Bill Cadogan (fondamentale in questa settima stagione) colui che è stato il fondatore della setta della Seconda Alba e di un Bunker, quello che ha salvato il Wonkru dalla seconda apocalisse.

In The 100 7 vediamo svariati flashback che ci riconducono all’apocalisse che doveva porre fine all’esistenza degli esseri umani sulla terra. Cadogan, prima che le bombe renderanno la terra radiottiva, conduce la sua setta e la sua famiglia, come Callie, all’interno del Bunker in cui è presente anche un misterioso macchinario (quello che attiverà l’anomalia) che secondo il profeta sarà lo strumento che creerà un portale spazio temporale in grado di salvere la razza umana. L’uomo trascorrerà ben due anni a studiare questo strumento, fino a quando dallo spazio scende sulla Terra una navicella con dentro Becca e la sua fiamma e il suo sanguenero, elemento in grado di evitare la morte per radiazione. Becca fa la conoscenza di Cadagon e la fiamma ( non si sa il motivo) gli permette di entrare in pieno contatto con il portale per Bardo. La scienziata si avvicina al macchinario, tocca dei simboli e apre un portale in cui entra, ma dopo pochi secondi ecco che ricompare sulla Terra. La donna asserisce di essere stata nel Giorno del Giudizio e di aver visto la fine della razza umana che giungerà se Cadogan userà ancora la pietra, asserendo che al momento Bill e l’umanità non sono ancori è pronti per questo test. Becca inoltre fa vedere a Callie come può trasformare gli umani in sanguenero e vivere nuovamente sul pianeta Terra, ma il profeta desidera sapere la combinazione per effettuare il test e aprire il portale ma Becca rifiuta venendo così bruciata al rogo, fortunatamente però la donna riesce a parlare con Callie prima della sua morte informandola della fiamma. Questa situazione causa ciò:

  1. Cadogan si reca su Bardo aprendo il portale e si prepara per affrontare il test, ma per farlo necessità della fiamma per vedere la combinazione scritta da Becca sulla pietra
  2. Callie diventa la seconda comandante, guidando il suo popolo di sanguenero sulla Terra e dando vita alla lingua di Polis. Qui però viene fuori una domanda: perché se tutti discendono da sanguenero non tutti lo hanno?

La serie fa bene a spiegare questi passaggi ma non si comprende realmente quali sono le intenzioni di Becca, oppure chi siano questi esseri di Luce.

Note positive

  • Ritmo
  • L’uso dell’anomalia
  • Il personaggio di Bellamy e Murphy
  • Il tema

Note negative

  • Il finale troppo positivo
  • Troppi buchi di trama
  • Evoluzione del personaggio di Clarke e di Madi
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