A Big Bold Beautiful Journey (2025). Uno strano e appassionante film introspettivo

Il tema del viaggio come metafora di crescita personale non è nuovo nel cinema, ma qui viene trattato con una freschezza e una profondità rare.

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A Big Bold Beautiful Journey - Matt Kennedy; © 2025 CTMG, Inc. All Rights Reserved. **ALL IMAGES ARE PROPERTY OF SONY PICTURES ENTERTAINMENT INC. FOR PROMOTIONAL USE ONLY. SALE, DUPLICATION OR TRANSFER OF THIS MATERIAL IS STRICTLY PROHIBITED
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Trailer di “A Big Bold Beautiful Journey”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

“A Big Bold Beautiful Journey” è il nuovo film diretto da Kogonada. Scritto da Seth Reiss, è interpretato da Colin Farrell e Margot Robbie. Prodotta da 30WEST, Chapel Place Productions, Imperative Entertainment e Original Films, esce nelle sale cinematografiche il 2 ottobre 2025 distribuita da Eagle Pictures.

Trama di “A Big Bold Beautiful Journey”

David (Colin Farrell), un uomo in crisi, e Sarah (Margot Robbie), due sconosciuti che si incontrano a un matrimonio e intraprendono un “viaggio straordinario” guidato da un GPS che li porta a rivivere momenti cruciali del loro passato. Questo viaggio magico, che li vede attraversare paesaggi mozzafiato, li porta a confrontarsi con le loro vite, creare una profonda connessione e porre le basi per il loro futuro. 

Recensione di “A Big Bold Beautiful Journey”

Kogonada torna al cinema con quello che potrebbe essere considerato il suo film più ambizioso e riuscito: “A Big Bold Beautiful Journey”. Dopo aver dimostrato la sua maestria visiva in “Columbus” e After Yang, il regista coreano-americano ci regala un’opera che trascende i confini del realismo per esplorare territorio più magico e surreale, mantenendo tuttavia quella sensibilità poetica che lo contraddistingue.

Il film si presenta come un viaggio tanto fisico quanto emotivo, seguendo David (Colin Farrell) e Sarah (Margot Robbie) in un’odissea inaspettata che li porterà a confrontarsi con il peso delle scelte non fatte e la possibilità di redenzione. La premessa potrebbe sembrare fantasiosa – un GPS magico che apre porte verso il passato – ma nelle mani di Kogonada diventa un dispositivo narrativo di straordinaria efficacia per esplorare temi universali come il rimpianto, la crescita personale e la connessione umana.

Due Anime in Fuga dalla Mediocrità

Colin Farrell offre una delle sue interpretazioni più sfumate e vulnerabili. Il suo David non è il classico protagonista cinematografico: è un uomo ordinario, schiacciato dalla mediocrità della routine quotidiana, che ha smesso di credere nella possibilità di cambiamento. Farrell riesce a trasmettere questa stanchezza esistenziale senza mai cadere nel patetico, costruendo un personaggio profondamente umano e riconoscibile. La sua performance è caratterizzata da una sottile malinconia che permea ogni gesto e ogni sguardo, rendendo credibile la trasformazione che il personaggio attraversa.

Margot Robbie, dal canto suo, dimostra ancora una volta la sua versatilità interpretativa. La sua Sarah è una donna bloccata in schemi comportamentali che non riesce a spezzare, ma Robbie evita ogni stereotipo, creando un personaggio complesso e tridimensionale. L’alchimia tra i due attori è palpabile: la loro relazione si sviluppa attraverso dialoghi brillanti e momenti di silenzio carico di significato, costruendo una connessione che sembra autentica e inevitabile.

Un Equilibrio Perfetto tra Estetica e Narrazione

Visivamente, il film è una festa per gli occhi. Kogonada e il suo direttore della fotografia creano un linguaggio visivo che bilancia perfettamente elementi realistici e surreali. Le sequenze ambientate nel presente hanno una qualità cinematografica calda e invitante, mentre i flashback vengono trattati con una palette cromatica più fredda e una composizione più rigida, sottolineando il contrasto tra memoria e realtà. Le “porte misteriose” sono rappresentate con un design minimalista ma evocativo, evitando effetti speciali eccessivi in favore di soluzioni più poetiche e suggestive.

La sceneggiatura è forse l’elemento più impressionante del film. Kogonada riesce a costruire una narrazione che funziona su multiple dimensioni: come storia d’amore, come riflessione filosofica sul tempo e sulla memoria, come allegoria sulla possibilità di cambiamento. I dialoghi sono naturali ma densi di significato, mai didascalici o forzati. Il ritmo narrativo è calibrato con precisione, alternando momenti di tensione emotiva a pause contemplative che permettono allo spettatore di assorbire la profondità tematica dell’opera.

Quando il Passato Diventa Presente

Il tema del viaggio come metafora di crescita personale non è nuovo nel cinema, ma qui viene trattato con una freschezza e una profondità rare. Il GPS magico funziona come un deus ex machina moderno, ma la sua presenza non sminuisce mai l’agency dei protagonisti. David e Sarah rimangono padroni delle loro scelte, e il dispositivo fantastico serve principalmente come catalizzatore per una trasformazione che deve comunque nascere dall’interno.

Particolarmente efficace è il modo in cui il film tratta il concetto di tempo. Le sequenze nel passato non sono semplici flashback, ma veri e propri ritorni fisici che permettono ai protagonisti di rivivere eventi cruciali con la saggezza del presente. Questo espediente narrativo crea momenti di grande intensità emotiva e permette di esplorare il tema del rimpianto in modo originale e toccante.

Quando il Suono Diventa Catalizzatore di Rinascita

La colonna sonora, composta da Ólafur Arnalds, si integra perfettamente con l’atmosfera del film. Le composizioni ambient e neo-classiche del musicista islandese creano un tappeto sonoro che amplifica l’impatto emotivo senza mai essere invasivo, supportando perfettamente la narrazione visiva di Kogonada.

Il film affronta con delicatezza il tema della crisi di mezza età e della stagnazione personale, questioni che risuonano profondamente nel pubblico contemporaneo. David e Sarah rappresentano una generazione che si trova a fare i conti con aspettative non realizzate e sogni abbandonati, ma il film evita ogni pessimismo facile, suggerendo invece che il cambiamento è sempre possibile, anche quando sembra troppo tardi.

Maestria Tecnica e Profondità Narrativa

Dal punto di vista tecnico, “A Big Bold Beautiful Journey” è impeccabile. Il montaggio è fluido e ritmato, la direzione artistica crea ambienti credibili e evocativi, e la regia di Kogonada dimostra una maturità artistica notevole. Ogni elemento tecnico è al servizio della narrazione, creando un’opera coesa e armoniosa.

Il finale del film, senza svelare nulla, riesce a essere allo stesso tempo conclusivo e aperto, offrendo una risoluzione soddisfacente ai conflitti narrativi principali ma lasciando spazio alla riflessione personale dello spettatore. È un finale che invita a ripensare all’intero viaggio appena concluso e ai propri percorsi di vita.

In Conclusione

“A Big Bold Beautiful Journey” si conferma come uno dei film più riusciti dell’anno, un’opera che riesce a essere allo stesso tempo intima e universale, realistica e magica. Kogonada dimostra di essere uno dei registi più interessanti del panorama cinematografico contemporaneo, capace di coniugare sensibilità autoriale e accessibilità narrativa. È un film che invita alla riflessione ma non dimentica mai di essere anche un’esperienza cinematografica coinvolgente e emotivamente appagante.

Note Positive

  • Scrittura
  • Regia
  • Recitazione
  • Ambientazione

Note Negative

  • Essendo un fantasy, qualche scena è un pò spiazzante

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Review Overview
Regia
Fotografia
Sceneggiatura
Colonna sonora e sonoro
Interpretazione
Emozione
SUMMARY
4.8
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Renata Candioto
Renata Candioto

Diplomata in sceneggiatura alla Roma Film Academy (ex Nuct) di Cinecittà a Roma, ama il cinema e il teatro.
Le piace definirsi scrittrice, forse perché adora la letteratura e scrive da quando è ragazzina.
È curiosa del mondo che le circonda e si lascia guidare dalle sue emozioni.
La sua filosofia è "La vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita".